Il quarto stato (1901) - Giuseppe Pellizza da Volpedo
olio su tela conservato al Museo del Novecento di Milano
1° MAGGIO FESTA DEL LAVORO
La festa del lavoro trova le sue origini nel movimento sindacale australiano che con lo slogan “Otto ore di lavoro, otto di svago e otto per dormire”, intendeva rivendicare il diritto ad una condizione di lavoro più umana.
Era il 1855 e, all’epoca, i lavoratori non avevano diritti: lavoravano anche sedici ore al giorno, in pessime condizioni e non era raro che morissero sul luogo di lavoro.
Anche in America la rivolta dei lavoratori non si fece attendere creando a New York alla prima manifestazione organizzata dalla Federation of Organized Trades and Labour Union a favore della riduzione dell’orario lavorativo il 5 settembre 1882.
Due anni dopo la stessa associazione propose il primo maggio come data in cui celebrare la festa emblema dei diritti dei lavoratori.
A far cadere la scelta sulla data del primo Maggio, furono i tragici eventi accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago e passati alla storia come rivolta di Haymarket Square.
Ricordando in breve i fatti, il 3 maggio gli scioperanti di Chicago si ritrovarono a protestare davanti all'ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick.
La polizia, chiamata a sedare la protesta, sparò sui manifestanti uccidendone due e ferendone diversi altri. La protesta durò tre giorni culminando il 4 maggio col massacro di Haymarket in cui morirono undici persone, tra cui sette agenti uccisi dall’ esplosione di una bomba lanciata dagli anarchici.
A pagare per tutti gli eversivi furono otto anarchici, sette dei quali furono condannati a morte con prove piuttosto labili facendone in pratica dei martiri.
La festa del primo maggio divenne ufficiale in Europa dal 1889.
In Italia la festa dei lavoratori fu introdotta solo due anni dopo, in seguito soppressa dal fascismo e ripristinata nel 1945.
Anche in Italia ci fu un primo maggio di sangue, quando nel 1947 duemila persone in prevalenza contadini, manifestarono contro il latifondismo a Portella della Ginestra, in provincia di Palermo.
Contro la folla, furono sparate lunghissime raffiche di mitra che lasciarono a terra undici morti e una cinquantina di feriti.
La responsabilità della strage fu attribuita agli uomini della banda di Salvatore Giuliano, il famoso bandito latitante di Montelepre, ma non tutti gli storici son convinti di come andarono realmente i fatti e la strage resta uno dei grandi misteri della storia italiana.
Nessun commento:
Posta un commento