28 aprile 2015

PREGHIERA SIOUX - dal web


Con una preghiera Sioux per oggi mi accomiato... 
a domani, si spera!

PREGHIERA SIOUX

Rallenta il ritmo della mia vita, Signore
Calma il battito del mio cuore, acquietando la mia mente.

Rallenta il mio passo frettoloso
con una visione delle eterne distese del Tempo.

Dammi, in mezzo alla diurna confusione,
la calma stabilità delle montagne millenarie.

Spezza la tensione dei miei nervi e dei miei muscoli con la serena
musica del canto dei ruscelli, vivente nella mia memoria.

Aiutami a conoscere il magico potere ristoratore del sonno.

Insegnami l’arte di prendere brevi momenti di sosta, di rallentare
il mio ritmo per osservare un fiore, per fare due chiacchiere con
un amico, carezzare un cane, leggere qualche riga di un buon libro.

Ricordami ogni giorno la favola della lepre e della tartaruga, sì che io
possa imparare che nella corsa non sempre vince chi va più veloce e che
nella vita si può fare qualcosa di meglio che aumentare la propria velocità.

Fa che io levi lo sguardo alla quercia torreggiante, e sappia che essa è
divenuta grande e forte perché è cresciuta lentamente e bene.

Rallenta il ritmo della vita, Signore, e ispirami ad affondare le mie radici
nel suolo dei valori durevoli, affinché io possa innalzarmi verso le stelle
del mio più grande destino.

(dal web)

TIENI STRETTO - Nativi Americani



Le cose da tenere strette...

TIENI STRETTO

Tieni stretto ciò che è buono,
anche se è un pugno di terra.
Tieni stretto ciò in cui credi,
anche se è un albero solitario.
Tieni stretto ciò che devi fare,
anche se è molto lontano da qui.
Tieni stretta la vita,anche
se è più facile lasciarsi andare.
Tieni stretta la mia mano,
anche quando mi sono allontanato da te.

 (Nativi Americani)

PREGHIERA AL GRANDE SPIRITO - Tatanga Mani




PREGHIERA AL GRANDE SPIRITO

Oh  Grande Spirito,la cui voce ascolto nel
vento,il cui respiro dà vita a tutte le cose.
Ascoltami: io ho bisogno della tua forza e della
tua saggezza, lasciami camminare nella
bellezza, e fa che i miei occhi sempre guardino
il rosso e purpureo tramonto.
Fa che le mie mani rispettino la natura
in ogni sua forma e che le mie orecchie
rapidamente ascoltino la tua voce.
Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai
pensato per il mio popolo.
Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a tutti
quelli che verranno contro di me. Lasciami imparare
le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni
roccia. Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per
poter aiutare gli altri.
Aiutami a trovare la compassione senza la
opprimente contemplazione di me stesso.
Io cerco la forza,non per essere più grande
del mio fratello, ma per combattere il mio più
grande nemico:
"Me stesso"
Fammi sempre essere pronto a venire da te con
mani pulite e sguardo alto.
Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto, il mio spirito possa venire a te senza
vergogna."

Tatanga Mani - "Bisonte Che Cammina" (1871-1967)

Originario della Tribù Stoney del Canada, da bambino fu adottato da un missionario bianco che gli fece impartire una buona educazione scolastica,ma una volta adulto divenne capo della sua tribù ,nel desiderio di tramandare gli usi e i costumi di un popolo che veniva depredato delle sue terre e della sua identità.



27 aprile 2015

L’ INVITO - Oriah Mountain Dreamer


Un invito a considerare che tipo di persona sei...


L’ INVITO

Non mi interessa che cosa fai per guadagnarti da vivere,
voglio sapere che cosa strugge il tuo cuore
e se hai il coraggio di sognare
l’incontro con ciò che esso desidera
Non mi interessa quanti anni hai,
voglio sapere se rischierai di sembrare ridicolo per amore,
per i tuoi sogni,
per l’avventura di essere vivo.

Non mi interessa quali pianeti
sono in quadratura con la tua luna,
voglio sapere se hai toccato
il centro del tuo dolore,
se le difficoltà della vita
ti hanno portato ad aprirti
oppure a chiuderti per paura di soffrire ancora.

Voglio sapere se puoi sopportare il dolore,
mio o tuo,
senza far nulla per nasconderlo,
per allontanarlo o cristallizarlo.
Voglio sapere se puoi vivere
con la gioia, mia o tua;
se puoi danzare con la natura
e lasciare che l’estasi ti pervada
dalla testa ai piedi senza chiedere di essere
attenti, di essere realistici o di ricordare i
limiti dell’essere umani.

Non mi interessa se la storia che racconti è vera,
voglio sapere se sei capace di
deludere qualcuno per restare fedele a te stesso;
se riesci a sopportare l’accusa
di tradimento senza tradire la tua anima.
Voglio sapere se puoi essere di parola
e quindi degno di fiducia.
Voglio sapere se sei capace
di trovare la bellezza anche nei giorni in cui il sole non
splende e se puoi ricavare vita dalla Sua presenza.

Voglio sapere se riesci a
vivere con il fallimento, mio e tuo,
e comunque rimanere in riva a un lago
e gridare alla luna piena d’argento:
“Sì!”
Non mi interessa sapere dove
vivi o quanti soldi hai,
voglio sapere se riesci
ad alzarti dopo una notte
di dolore e di disperazione,
sfinito e profondamente ferito
e fare ugualmente quello che devi
per i tuoi figli.

Non mi interessa
chi sei e come sei arrivato qui,
voglio sapere se rimani al centro
del fuoco con me senza ritirarti.
Non mi interessa dove
o che cosa o con chi hai studiato,
voglio sapere che cosa ti sostiene da dentro,
quando tutto il resto viene a mancare.
Voglio sapere se riesci a stare da solo con te
stesso e se la tua compagnia
ti piace veramente nei momenti di vuoto.

 Oriah Mountain Dreamer 

I COMANDAMENTI DEI NATIVI AMERICANI



I DIECI COMANDAMENTI 
DEI NATIVI AMERICANI

La saggezza dei nativi americani deriva dal loro stretto contatto con la Natura e il profondo rispetto per ogni forma di vita e i loro dieci comandamenti sono le semplici regole necessarie per vivere in armonia con la Terra e i suoi abitanti...

1- La Terra è la nostra Madre, abbi cura di Lei.

2- Rispetta tutti i tuoi parenti.

3- Apri il tuo cuore ed il tuo Spirito al Grande Spirito.

4- Tutta la vita è sacra, tratta tutti gli esseri con rispetto.

5- Prendi dalla Terra solo ciò che è necessario e niente di più.

6- Fai ciò che bisogna fare per il bene di tutti.

7- Ringrazia costantemente il Grande Spirito per ogni giorno nuovo.

8- Devi dire sempre la verità, ma soltanto per il bene degli altri.

9- Segui i ritmi della natura, alzati e ritirati con il sole.

10- Gioisci nel viaggio della vita senza lasciare orme.

(dal web)

LA CREAZIONE DELLA TERRA - Nativi Irochesi


Il mito della Creazione secondo il popolo degli irochesi...  

LA CREAZIONE DELLA TERRA

Quando la terra fu creata con tutti gli esseri viventi l'intenzione del Creatore non era di renderla vivibile solamente agli uomini. 
Siamo stati messi al mondo assieme ai nostri fratelli e sorelle.  
Quelli che hanno quattro zampe, quelli che volano e quelli che nuotano.
 Tutte queste forme di vita, anche il più sottile filo d'erba e il più possente degli alberi, formano con noi una grande famiglia. 
Tutti siamo fratelli e allo stesso modo importanti su questa terra.                       

(Nativi  irochesi)

.

26 aprile 2015

LA PREGHIERA DEL LUPO - dal web



"Il corpo muore. Il corpo è semplicemente ciò che l'anima materialmente possiede.
E' il suo involucro. L'anima prosegue la sua vita".
     (Susie Billie- Seminole)

LA PREGHIERA DEL LUPO

Seguimi lungo il sentiero,
Io camminerò accanto a te.
Ti aiuterò e ti mostrerò la strada.
Io non ti lascerò.
Sarò in piedi sul sentiero,
mentre ti guardo.
Se ti senti solo
Chiudi gli occhi e
Vedrai sei serie di impronte.
Due appartengono a te,
quattro sono le mie.
Allora saprai che non ti ho mai lasciato.

(dal web)


LA LEGGENDA DI LUPO SOLITARIO - dal web




Come nacque la costellazione del Lupo... come in ogni nascita, c'è di mezzo l amore!

LA LEGGENDA DI LUPO SOLITARIO

Si narra che molte lune or sono nella tribù del popolo degli uomini, che voi bianchi battezzaste con il nome di Sioux, vivesse una principessa così bella e radiosa e che ogni mattina al suo risveglio ella trovasse una rosa nel suo Tepee proprio accanto al suo viso. 
Ella era molto corteggiata ed i più giovani e forti guerrieri della tribù facevano a gara per portare a suo padre Orso Saggio i più bei cavalli e le armi più decorate come voleva l’uso per chiedere la mano della principessa.
 E da tutte le tribù vicine ella era conosciuta ed amata e sarebbe stato fortunato colui che avesse avuto il suo cuore.
 Alba Radiosa , questo era il nome che la tribù le aveva dato per la sua solarità, viveva gaia e felice quindi in attesa di scegliere il suo compagno come era in uso nella tribù. 
Poco distante dall’accampamento, ai limiti della foresta, viveva in una modesta capanna un guerriero di nome Lupo Solitario, egli non era bello e nemmeno più giovane ma il suo cuore batteva per Alba Radiosa e batteva così forte che, quando vedeva la principessa, sembrava che i tamburi di guerra tuonassero all’unisono!
 Ed era lui che ogni notte sfidava le ire di Orso Saggio per posare la rosa accanto alla principessa. 
Una notte però calda e afosa la principessa si svegliò proprio mentre lui poneva la rosa accanto a lei.
 Lei gridò, Orso Saggio si destò e colpì col suo coltello Lupo Solitario al cuore. 
Ma la madre terra dea dei Sioux ebbe pietà di Lupo e lo tramutò in una costellazione, la Costellazione del Lupo. 
E se guardi a destra dell’Orsa Minore la vedrai e se ascolterai bene udrai anche un ululato lontano nella foresta al limitare dell’accampamento della tribù degli uomini è il lamento di Lupo Solitario per il suo amore mai realizzato.

(dal web)


15 aprile 2015

COSI VIVI LA TUA VITA...Capo Tecumseh


Sagge lezioni di vita da un grande capo indiano...per augurarvi un radioso giorno!


“Quando al mattino ti svegli,
 ringrazia il tuo Dio per la luce dell’aurora,
per la vita che ti ha dato
e per la forza che ritrovi nel tuo corpo.
Ringrazia il tuo Dio anche per il cibo che ti dà
e per la gioia della vita.
Se non trovi un motivo
 per elevare una preghiera di ringraziamento,
 allora vuol dire che sei in errore”.

Così vivi la tua vita: che la paura della morte non possa entrare nel tuo cuore.
Non dare fastidio a nessuno per la sua religione, rispetta gli altri nella loro visione, e domanda che essi rispettino la tua.
Ama la tua vita, perfeziona la tua vita, abbellisci tutte le cose nella tua vita.
Cerca di rendere la tua vita lunga e di rendere il suo scopo al servizio del tuo popolo.
Prepara una nobile canzone di morte per il giorno in cui tu andrai al di là del Grande Spartiacque.
Sempre dai una parola o un segno di saluto quando ti imbatti in, o passa, un amico, o anche uno straniero, quando è in un luogo solitario.
Mostra rispetto per tutti i popoli  non ti umiliare nei confronti di nessuno.
Quando ti alzi la mattina rendi grazie per il cibo e per la gioia di vivere.
Se tu non vedi nessuna ragione per rendere grazie, la colpa si trova solo in te stesso!
Non abusare di nessuno e di nessuna cosa, perché l’abuso trasforma il saggio in sciocco e deruba lo spirito della sua visione.
Quando giunge il tempo di morire, non essere come coloro i cui cuori sono colmi della paura della morte, tanto che quando il loro tempo giunge piangono per avere un po’ più di tempo per vivere la loro vita in un modo diverso.
Canta la tua canzone di morte e muori come un eroe che torna a casa.


Tecumseh- Capo Shawnee


Tecumseh (1768 circa – 5 ottobre 1813) tradotto come Stella Cadente o Cometa Fiammeggiante, ma anche Puma che balza o Puma in agguato.
Appartenente alla tribù degli Shawnee, Tecumseh si pose a capo di un'ampia confederazione di tribù che si oppose agli Stati Uniti, schierandosi a fianco degli inglesi del Canada.
Morì combattendodurante la Battaglia del fiume Thames, diventando così un eroe leggendario canadese.
 Considerato anche il più grande statista della storia dei nativi americani, in suo onore sono intitolate diverse cittadine e località americane.


14 aprile 2015

LA DEVOZIONE QUOTIDIANA - Ohiyesa Santee




Un devoto giorno a tutti ...

LA DEVOZIONE QUOTIDIANA


E più necessaria del cibo d’ogni giorno.
Un Indiano si alza presto,
calza i suoi mocassini e va al fiume.
Si bagna il viso con l’ acqua fredda,
quindi si tuffa completamente.
Dopo il bagno, rimane eretto
davanti allo spuntare dell’alba, il viso
al sole che danza sopra l’orizzonte,
ed offre la sua preghiera muta.
La sua compagna può averlo preceduto
o può seguirlo nella sua devozione,
ma non l’accompagna mai.
Ogni anima deve incontrarsi da sola
con il sole del mattino,
il grande silenzio !
Davanti alla bellezza della natura,
l’indiano si ferma in contemplazione
e non vede il bisogno di distinguere
un giorno tra i sette per farlo santo,
poiché per lui tutti i giorni
sono di Dio.

(Ohiyesa Santee)



13 aprile 2015

PREGHIERA AL RISVEGLIO- Canto Apache



Buon risveglio con un canto apache...

PREGHIERA AL RISVEGLIO

Svegliati! Svegliati! 
La terra ti sorride.
 Svegliati, e stà  pronto al giorno che comincia.
 La madre della vita ti sta chiamando,ti saluta, 
dunque svegliati, non indugiare più. 
Potente Sole, 
dacci la luce perchè ci guidi, perchè ci aiuti.

Guarda come sorge, 
guarda come la terra ne risplende,
 e come gode lo spirito nel petto,
 ascoltando la musica del Sole. 

Svegliati! Svegliati!
 La terra ti sorride. 
Svegliati, e stà pronto al giorno che comincia.
La madre della vita ti sta chiamando, 
ti saluta, e allora… 
forza, Svegliati!

 (Canto Apache)



11 aprile 2015

FINALMENTE LA PRIMAVERA...Toro Seduto


Finalmente la primavera è tornata, ma quanto ci ha fatto attendere!

FINALMENTE LA PRIMAVERA

"La primavera è tornata, 
il sole ha abbracciato la terra.
Presto vedremo i figli del loro amore.

Ogni seme, ogni animale si è svegliato.
Anche noi siamo stati generati 
da questa grande forza.

Per questo crediamo che anche gli altri uomini
e i nostri fratelli animali 
abbiano il nostro stesso diritto 
a vivere su questa terra." 


Tȟatȟaŋka Iyotȟaŋka
 (Toro Seduto) - Capo Sioux



Questo poetico stralcio fa parte di un discorso molto più ampio e molto meno piacevole pronunciato, pare nel 1866, in un consiglio indiano dal capo Sioux Toro Seduto...

Vedete, fratelli, è tornata la primavera. Il sole ha abbracciato la terra. 
Presto vedremo i figli del loro amore. Ogni seme, ogni animale si è destato.
 Anche noi siamo stati generati da questa grande forza.
 Per questo riteniamo che anche gli altri uomini e i nostri fratelli animali abbiano il nostro stesso diritto di vivere su questa terra.
Ma ascoltate, fratelli. 
Adesso abbiamo a che fare con un'altra razza.
 Erano pochi e deboli, quando i nostri padri incontrarono i primi di loro; ora però sono grandi e sono forti e arroganti.
E' strano, ma vogliono arare la terra e sono malati di avidità.
Hanno fatto molte leggi, e queste leggi i ricchi possono infrangerle ma i poveri no.
 Nella loro religione i poveri pregano e i ricchi no.
 Tolgono denaro ai poveri e ai deboli per sostenere i ricchi e i potenti.
 Dicono che la nostra Madre, la Terra, è di loro proprietà e costruiscono recinzioni per allontanare i vicini dalla loro Madre.
Insudiciano nostra Madre con le loro case e la loro spazzatura.
 La costringono a generare quando non è il suo tempo e quando non dà più frutti la riempiono di medicine affinchè generi ancora.
Ciò che fanno non è sacro.
Sono come un fiume in piena che in primavera esce dagli argini e distrugge tutto ciò che trova sul suo cammino.
Non possiamo vivere fianco a fianco.
 Sette anni fa abbiamo stipulato un trattato con l'uomo bianco.
Ci ha promesso che la terra dei bufali sarebbe stata nostra per sempre.
 Adesso minaccia di prenderci anche quella. Dovremmo cedere, fratelli? o invece dire loro: "Dovrai uccidermi prima di impossessarti del mio paese."

Testo tratto da "LA TERRA E' LA NOSTRA MADRE" , a cura di William Arrowsmith e Michael Knort, ed. Newton & Compton, 1998.


9 aprile 2015

IL GIOVANE PESCO-Diego Valeri



Un tenue profumo di fiori di pesco si diffonde nelle sere di primavera, sfidando gli ultimi geli...

IL GIOVANE PESCO

Chiaro sotto l’imminente luna
sta in sua grazia il pesco giovinetto,
tutto fiori, un esile rametto
che si spicca dalla terra bruna.
Nuda grazia che alla sera esali
il profumo delle braccia lievi,
tu non temi i tardi geli: brevi
i tuoi dì fioriti, ma immortali.

(Da “Poesie”)
Diego Valeri
1887 - 1976

CERTO CHE FA MALE - Karin Marie Boye



Ora sappiamo perché la primavera tanto indugia ad arrivare...

CERTO CHE FA MALE

Certo che fa male, quando i boccioli si rompono.
Perché dovrebbe altrimenti esitare la primavera?
Perché tutta la nostra bruciante nostalgia
dovrebbe rimanere avvinta nel gelido pallore amaro?
Involucro fu il bocciolo, tutto l’inverno.
Cosa di nuovo ora consuma e spinge?
Certo che fa male, quando i boccioli si rompono,
male a ciò che cresce
male a ciò che racchiude.

Certo che è difficile quando le gocce cadono.
Tremano d’inquietudine pesanti, stanno sospese
si aggrappano al piccolo ramo si gonfiano, scivolano
il peso le trascina e provano ad aggrapparsi.
Difficile essere incerti, timorosi e divisi,
difficile sentire il profondo che trae, che chiama
e lì restare ancora e tremare soltanto
difficile voler stare
e volere cadere.

Allora, quando più niente aiuta
si rompono esultando i boccioli dell’albero,
allora, quando il timore non più trattiene,
cadono scintillando le gocce dal piccolo ramo,
dimenticano la vecchia paura del nuovo
dimenticano l’apprensione del viaggio -
conoscono in un attimo la più grande serenità
riposano in quella fiducia
che crea il mondo.

Karin Marie Boye

7 aprile 2015

DAMMI LA MANO- Gabriela Mistral



Per oggi vi saluto con una dolce  poesia di Gabriela Mistral ...

DAMMI LA MANO  

Dammi la mano e mi amerai
come un solo fior saremo
come un solo fiore e niente più.
Lo stesso verso canteremo
allo stesso passo danzerai
Come una spiga onduleremo
come una spiga e niente più.
Ti chiami rosa e io speranza
ma il tuo nome dimenticherai
perchè saremo una danza
sulla collina e niente più.

Gabriela Mistral

GABRIELA MISTRAL - Desolazione


GABRIELA MISTRAL

Il 7 Aprile ricorre l anniversario della nascita della poetessa- educatrice Gabriela Mistral, pseudonimo di Lucila de María del Perpetuo Socorro Godoy Alcayaga .
Nata a Vicuña in Cile il 7 aprile 1889, fu la prima donna latino-americana a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1945.
Il suo pseudonimo lo scelse unendo i nomi di due poeti che molto apprezzava: il provenzale Frédéric Mistral (premio Nobel nel 1904) e Gabriele D’Annunzio.
La sua vita fu segnata da avvenimenti drammatici (intuibili in ogni sua opera) a iniziare dall
abbandono del padre, Juan Gerónimo Godoy Villanueva, all’età di tre anni.
Questo la costrinse a maturare anzitempo, infatti, a quattordici è già in grado di sostenere economicamente lavorando come aiuto-insegnante, se stessa e la madre Petronila Alcayaga.
Il legame con la madre sarà sempre fortissimo e alla morte di quest'ultima, Gabriela le dedica la prima sezione del suo libro Tala.
Nel 1906 incontra Romeo Ureta, un ferroviere che però si toglierà la vita nel 1909.
La poetessa non superò mai totalmente il suicidio del suo amato e continuò a scrivere per tutta la vita di «quel ragazzo dalla rosa rossa fra i capelli ... che si allontana per l’eternità» (Sonetti della morte,1914.)

Nell’Agosto del 1943 un altro devastante dramma sconvolge la sua vita quando anche il nipote
Juan Miguel, da lei cresciuto come un figlio, si toglie la vita a diciassette anni.

Nell’' ambito lavorativo ebbe invece enormi soddisfazioni: oltre il Nobel ebbe, (giusto per citarne alcune) la carica di
console del Cile, una laurea honoris causa da un college californiano e nel 1951 le viene conferito nel proprio paese anche il Premio Nazionale per la Letteratura.
Come eccellente insegnante ebbe tra gli studenti Pablo Neruda, altro cileno vincitore del Nobel.

Si spense a New York nel il 10 gennaio 1957 a causa di una malattia incurabile ma fu sepolta nel suo paesino natio, come da suo desiderio e in suo onore il Cile dichiarò tre giorni di lutto nazionale. 


DESOLAZIONE

La bruma spessa, eterna, affinché dimentichi dove
mi ha gettato il mare nella sua onda di salamoia.
La terra nella quale venni non ha primavera:
ha la sua notte lunga che quale madre mi nasconde.
Il vento fa alla mia casa la sua ronda di singhiozzi
e di urlo, e spezza, come un cristallo, il mio grido.
E nella pianura bianca, di orizzonte infinito,
guardo morire immensi occasi dolorosi.
Chi potrà chiamare colei che sin qui è venuta
se più lontano di lei solo andarono i morti?
Tanto solo loro contemplano un mare tacito e rigido
crescere tra le sue braccia e le braccia amate!
Le navi le cui vele biancheggiano nel porto
vengono da terre in cui non ci sono quelli che sono miei;
i loro uomini dagli occhi chiari non conoscono i miei fiumi
e recano frutti pallidi, senza la luce dei miei orti.
E l’interrogazione che sale alla mia gola
al vederli passare, mi riscende, vinta:
parlano strane lingue e non la commossa
lingua che in terre d’oro la mia povera madre canta.

Gabriela Mistral


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