LA MADONNINA DI ROBERTO FERRUZZI
Tutti
conosciamo e molti magari avranno pure in casa una riproduzione di questa
dolcissima giovinetta dal capo coperto, che stringe al petto un bambino
addormentato.
Quella che noi conosciamo come “Madonnina” è, infatti,
l’opera definita “sacra" più riprodotta al mondo e non solo su tela, ma
anche su cartoline postali, santini, francobolli e oggetti vari.
Eppure,
nonostante la sua vasta popolarità, pochi conoscono il nome del pittore che la
immortalò nel 1897 e la singolare storia che si cela dietro.
Il dipinto, raro caso in cui la fama
dell'opera supera quella dell'autore, è conosciuto con diversi nomi: Madonnina,
Madonna con bambino, Madonna del Riposo, Madonna delle Vie, Madonna della
Tenerezza, Madonnella e perfino Zingarella.
L'autore del quadro originale, un olio su tela,
è Roberto Ferruzzi, nato il 16 dicembre 1853 a Sebenico in Dalmazia (attuale
Croazia) da genitori italiani.
Il
Ferruzzi, dopo gli studi classici a Venezia, all’epoca considerata capitale
della cultura, per seguire la carriera paterna si iscrisse alla facoltà di
Giurisprudenza dell’Università di Padova, il padre era stato infatti un
illustre avvocato morto prematuramente quando Roberto era ancora piccolo.
Mentre
seguiva i corsi universitari, contemporaneamente Ferruzzi studiò disegno e
pittura, interessandosi anche alla musica.
Nel
1879 si stabilì a Luvigliano di Torreglia (Padova), sui Colli Euganei, creando
attorno a sé un raffinato cenacolo culturale, frequentato dai più famosi
artisti dell'epoca, tra cui il musicista Cesare Pollini, suo caro amico.
Roberto Ferruzzi
(Sebenico, 16 dicembre 1853-Venezia , 16 febbraio 1934)
Gli
incontri si tenevano principalmente in Villa Zanon-Rasi, dove dimorava il
Pollini, posta in prossimità di Villa dei Vescovi, all’epoca affittata dalla
famiglia Ferruzzi.
A tal proposito illuminante è la testimonianza
di Mariska Ferruzzi, figlia del pittore: "L’amicizia di mio padre per il Maestro Cesare Pollini, fraternamente
ricambiata, cominciò tra il 1897 e il 1898 e nell’antica villa Zanon-Rasi
ebbero inizio le serate, i pomeriggi e le mattinate musicali, con le sue
impareggiabili interpretazioni dei capolavori di musica classica."
È
a Luvigliano che Ferruzzi dipinge le sue opere migliori e scrive anche il libro
"L’individualità nell’arte. Pensieri e note", Padova 1900.
Ferruzzi
Morì il 16 febbraio 1934 a Venezia e ora riposa, insieme all'amatissima moglie
Esther Sorgato e alla figlia Mariska, nel piccolo cimitero di Luvigliano.
Villa dei Vescovi , in località Luvigliano, comune di Torreglia
Modella
ispiratrice del quadro fu una giovinetta di Luvigliano, Angelina Cian, seconda
di 15 figli, che fu notata in strada dal Ferruzzi mentre teneva in braccio il
fratellino Giovanni, di pochi mesi.
Come
era costume di allora, nelle famiglie numerose, le bambine più grandicelle
dovevano aiutare in famiglia ed occuparsi dei fratellini più piccoli.
Il
pittore rimase così colpito dalla dolce scena e dalla bellezza della fanciulla
che pregò la giovinetta di fargli da modella, naturalmente dietro compenso.
Angelina
Cian aveva solo 11 anni e poiché all’epoca fare da modella a un pittore era
considerato alquanto sconveniente, i genitori invitarono la figlia a non
raccontare ad alcuno quanto accaduto.
Bambina che prega - Roberto Ferruzzi
( Pushkin Museum of Fine Arts, Mosca )
Il
destino non fu benevolo con Angelina Cian, che trasferitasi in seguito da
Luvigliano a Venezia, sposò Antonio Bovo e con lui sbarcò in America intorno al
1906, stabilendosi ad Oakland in California.
La
coppia ebbe 10 figli, ma nel 1929 la famiglia fu colpita dalla scomparsa
prematura di Antonio Bovo, che aveva 42 anni.
Furono
tempi angoscianti per la vedova Angelina che non riuscì ad affrontare le grosse
difficoltà e cedette alla disperazione, tanto che fu internata in un manicomio
nel quale rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1972.
Angelina
moriva senza aver rivelato a nessuno, neanche ai suoi figli, di essere stata la
modella ispiratrice di Roberto Ferruzzi.
Il segreto viene scoperto solo nel 1984 da sua
figlia Mary, nel frattempo divenuta suora col nome di Suor Angela Maria Bovo.
La
Mary era la settima dei 10 figli di Angelina Cian e Antonio Bovo.
In seguito alla morte del padre e al crollo
psichico della madre, con gli altri fratelli andò a finire in un istituto per
orfani, perdendo i contatti coi parenti italiani.
Fu suor Angela, sua guida spirituale, a spingerla
a recarsi in Italia alla ricerca delle sue origini e dei suoi lontani parenti.
A Venezia trovò ancora in vita due anziane
zie, sorelle della mamma: zia Elisa di 88 anni e zia Giulia di 80.
Zia
Giulia le fece visitare la casa di famiglia, quella in cui sua madre crebbe; in
una stanza c’era un quadro, la riproduzione della Madonna del Ferruzzi: «Questa
Madonna è tua madre» le dice l'anziana zia.
«Lo so» rispose la suora, credendo si
riferisse alla Madonna come Madre di tutti i credenti.
Ma la zia si spiegò meglio e le raccontò la
storia vera del quadro, rivelandole che quello era il volto della sua mamma da
giovane.
Suor Angela Maria Bovo
Con la "Madonnina", Ferruzzi vinse
nel 1897 la seconda Biennale di Venezia, alla quale aveva partecipato con
l'intento di rappresentare la Maternità, come originariamente il pittore chiamò
l'opera.
Grazie
alla straordinaria dolcezza espressiva, il dipinto ebbe subito un enorme
successo.
Il quadro fu acquistato per trentamila lire,
cifra astronomica per l’epoca.
Più
volte rivenduto, venne acquistato per ottantamila lire dai Fratelli Alinari,
proprietari della nota casa Fotografica di Firenze, che lo misero in
esposizione nei loro studi.
Quando
decisero di rivenderlo, i fratelli Alinari si riservarono però i diritti di
riproduzione di ogni tipo.
Le
ultime notizie certe ce lo danno acquistato durante la Seconda Guerra Mondiale,
da John George Alexander Leishman, mecenate e diplomatico, all'epoca
ambasciatore in Svizzera, che comprò il quadro ma non i diritti d'autore.
Poi
le sorti del quadro si tingono di giallo poiché se ne perdono le tracce.
Secondo
un discendente del Ferruzzi, l'ambasciatore americano spedì il quadro in
America, ma durante la traversata, la nave che lo trasportava affondò, alcuni
sostengono a causa di una tempesta, altri per siluramento dei tedeschi, e la
bella Madonnina finì in fondo al mare.
Secondo
altri invece, il dipinto sarebbe arrivato negli anni '50 in Pennsylvania e si troverebbe in una
collezione privata, ma la sua collocazione è sconosciuta.