29 aprile 2021

ARTE POETICA - Sylviane Dupuis

 


"La poesia ha questo compito sublime: di prendere tutto il dolore che ci spumeggia  e ci romba nell'anima e di placarlo, così come sfociano i fiumi nella vastità celeste del mare."

(Antonia Pozzi)


ARTE POETICA


In un sonno mi trascina

dove non sapevo

scavando la notte, la mia montura sonnambula

così lontano che al risveglio bisognerà

(ritornata la limitata visione diurna)

passo passo rifar tutto a ritroso,

l'orecchio attento ai ritmi e l'occhio

alla geometria,

raccattando uno ad uno i miei sassi

fra il sollevamento impercettibile del

sotto

per lanciare in aria dei ponti.


Sylviane Dupuis

Il MELOGRANO- Francesco Tomada



"Patria e' dove un uomo pianta un melograno."


 Il  MELOGRANO


Io in vita mia ho comprato e trapiantato un unico albero

un melograno

ho scelto un angolo del giardino

da dove si vede la ghiera dei monti

dal San Gabriele fino al Nanos

quella cresta e' stata Italia e Jugoslavia e poi Slovenia

e' stata terra dolorosa e di rancore


i confini dovrebbero essere come gli orizzonti

quando ti muovi si muovono anche loro

se ti fermi si fermano con te

ma ti fanno sempre sentire al centro esatto del mondo


e patria e' dove

un uomo pianta un melograno.


(Francesco  Tomada)



ARARE - Roberto Soldà

Antonio Ligabue - Aratura con buoi 
( Collezione Banca Popolare di Bergamo)


“Anche per il pensiero c'è un tempo per arare e un tempo per mietere.”

Ludwig Wittgenstein


 ARARE


S'è aperto il lembo del cielo...

vado ad arare la terra

lo squarcio il trapestio che invade

il pispillare roteante dei gabbiani.

Eccolo il sorriso fresco del sole

che ruba lo sgricciare delle tue foglie.

Voi non sapete

quale scienza s'impara

osservando come il vomere

penetra nella terra.

Ognuno così può pensare

ai patimenti della terra

quando ondeggia l'aratro

che fruga tra i suoi sbalzelli.

Mentre s'apre diritto il solco

chiude la bocca il cielo...

s'amplia il dolore

nella distesa turchese

battuta dal vento.


Roberto Soldà



Antonio Ligabue - Aratura con buoi 
( Collezione Banca Popolare di Bergamo)

28 aprile 2021

CIAMBELLA AL LIMONE



 Ciambella  sofficissima dallo spiccato gusto di limone...


CIAMBELLA AL LIMONE

Ingredienti 

3 uova grandi

1 vasetto di yogurt intero al naturale

200 g di zucchero

150 g di farina 00

100 g di fecola

buccia e succo di 1 limone e mezzo

1 bustina di lievito

90 ml di olio di semi di girasole


Sbattere con una frusta, o nella planetaria, le uova con lo zucchero fino a montarle. Aggiungere alternando la farina, la fecola e il lievito setacciati insieme, il succo filtrato e la buccia grattugiata dei limoni, lo yogurt e l’olio, mescolando fino ad ottenere un composto omogeneo.
Versare in uno stampo da ciambella, imburrato e infarinato, di 24cm e cuocere in forno statico preriscaldato a 180° sulla prima guida per circa 45 minuti.
Per vedere se la ciambella è cotta infilare uno stecchino: se esce asciutto, è pronta, altrimenti prolungare la cottura di qualche minuto.



ESSERE VIVI - Shuntarō Tanikawa

"La vita non è che la continua meraviglia di esistere"

(Rabindranath Tagore)

 ESSERE VIVI


Essere vivi

essere vivi ora

vuol dire avere sete

essere abbagliati dal sole fra gli alberi

ricordare all’improvviso una melodia

starnutire

tenerti per mano

essere vivi

essere vivi ora

vuol dire minigonna

un planetario

Johann Strauss

Picasso

le Alpi

vuol dire imbattersi in tutte le cose belle

e poi

essere attenti e opporsi al male che vi si nasconde

essere vivi

essere vivi ora

vuol dire poter piangere

poter ridere

potersi arrabbiare

vuol dire libertà

essere vivi

essere vivi ora

vuol dire un cane che abbaia in lontananza ora

la terra che sta girando ora

da qualche parte il primo vagito che si alza ora

da qualche parte un soldato ferito ora

è un’altalena che dondola ora

è l’ora che passa ora

essere vivi

essere vivi ora

vuol dire il battito d’ali degli uccelli

vuol dire il fragore del mare

il lento procedere di una lumaca

vuol dire gente che ama

il tepore della tua mano

vuol dire vita


 Shuntarō Tanikawa 

23 aprile 2021

ASPETTANDO L'AURORA - dal web



Questo tempo ladro ci ha rubato la primavera!


   ASPETTANDO L'AURORA


Ladro il tempo

dal limpido cielo

furtivo s'è portato 

i canti e i voli 

della primavera.

Impastate di nostalgie

le stanche memorie

stese sui fili dell'anima

asciugano ricordi

di orizzonti perduti.

Sul vecchio mandorlo

l'altalena sospesa

tra antichi silenzi

aspetta ancora

il ritorno festoso 

delle rondini

per ritrovare

nei fragili respiri

dell'aurora

le smarrite promesse

di azzurri voli.


(dal web)

20 aprile 2021

IL GLICINE IN FIORE - Giovanna Faro


Buonanotte con il profumo celestiale del glicine: pianta che vuol dire tenera amicizia, paziente attesa dell'amore, dolci fantasie, aspettative e gratitudine....

IL GLICINE IN FIORE

Il glicine
lancia volute aeree
come volesse agganciarsi
al cuore del cielo.
Allaccia l'arco
in un abbraccio e
regala all'Universo
magia imperturbata
di sospese nuvole fiorite.
Nella notte
il suo profumo celestiale
inebria la luna e nasce
un dialogo lieve in sussurri
di parole mai dette.
Ascoltando in silenzio
si percepisce un fremito sommesso:
il glicine è come me,
perennemente in fuga
percorso da un'ansia d'infinito.

Giovanna Faro

VENTO DELLA SERA - Giovanni Formaggio

 


VENTO DELLA SERA


Questa tua anima

racchiusa nella onca della mano

è il mio mare

è chiarore d'alba, indaco di tramonto

la mia vita.

Questo tuo cuore

così vivo tra le braccia

è il mio cielo

è calore di bacio, roveto di passione

la mia storia.

Queste tue mani

intrecciate nelle mie come filigrana

sono incanto di memorie

i miei fiori di pesco

al vento della sera. 


Giovanni Formaggio

IL SEME DI GLICINE - Romano Battaglia


 "D’un aprile mi rammento. Traboccava / il cuore come il glicine dai muri. / Erravano i miei passi ebbri e sicuri, / ed un vento fiorito li portava."

(Sergio Solmi)



IL SEME DI GLICINE

"Il seme di glicine cadde ai piedi di un grande pioppo le cui foglie mormoravano nel vento.
Il seme germogliò e crebbe in fretta.
In un mese raggiunse i rami più alti dell’albero e da quella altezza il glicine si inorgoglì e chiese al pioppo quanto tempo aveva impiegato per diventare così grande.
La pianta rispose che per crescere sino a quel punto erano occorse venti primavere.
Il glicine aggiunse spavaldo che a lui erano bastati solo venti giorni per arrivare a quell’altezza. Il pioppo ribatté: Quando il vento ci scuoterà entrambi, soltanto le radici diranno la verità.
Vedremo chi di noi resisterà o sarà strappato via".

( tratto da "Incanto", 2008) - Romano Battaglia

GRAPPOLI DI GLICINE - Carmen D'Anna Grimaldi



Grappoli di glicine dal profumo dolce-amaro,  come quello di certi nostalgici ricordi!

GRAPPOLI DI GLICINE

Grappoli di glicine
teneri come il primo amore.
Profumo dolce amaro
di nostalgie di giovinezza perduta
perché stravolta.
Malinconia di un sogno
rimasto tale.
Rimpianti per non aver avuto;
inebriarsi di quel profumo,
tuffare il viso in quei grappoli ...
voglia di svanire in essi.
Dove siete?
vi hanno reciso
dal terrazzo del mio cuore!

Carmen D'Anna Grimaldi

18 aprile 2021

FANTASIA - John Keats



Lasciando vagare la fantasia entriamo nel mondo dei sogni!

Dolce notte...


FANTASIA


Lascia sempre vagare la fantasia,

È sempre altrove il piacere:

E si scioglie, solo a toccarlo, dolce,

Come le bolle quando la pioggia picchia;

Lasciala quindi vagare, lei, l’alata,

Per il pensiero che davanti ancor le si stende;

Spalanca la porta alla gabbia della mente,

E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.

Dolce fantasia! Libera sii per sempre!

Son rovinate dall’uso le gioie dell’estate,

E appassisce il godimento della primavera

Come i suoi fiori. Anche le bocche rosse

Dei frutti autunnali quando tra le nebbie

E la rugiada ardono come fanali

Saziano a gustarle: e dunque, che fare?

Siediti vicino al fuoco, quando

L’arido ceppo vampeggia lucente

Come lo spirito stesso dell’inverno,

Quando la terra silenziosa è imbacuccata,

E la neve rappresa è scompigliata

Dallo zoccolo pesante del contadino,

Quando la notte in oscura cospirazione

S’incontra col mezzogiorno

Per bandire la sera dal suo cielo.

Sì, siediti qui, e con la mente

Intimidita dall’immaginazione,

Invia la fantasia ad un’alta missione.

Ha vassalli al suo servizio,

E ti porterà a scapito del gelo,

La bellezza che la terra ha perso,

Ti porterà accumulate

Con quieto e misterioso furto,

Le gioie dell’estate e i boccioli

E le campanule di Maggio,

L’erba rugiadosa e la frasca spinosa,

L’opulenza doviziosa, infine dell’autunno.

E questi piaceri mescolerà

Con tre acconci vini in una tazza

Che tu berrai: – e udrai

I lontani canti dei mietitori chiari,

Il fruscio del grano tagliato,

I dolci uccelli inneggianti al mattino:

E insieme, – ascolta!

È l’allodola di Aprile, mattutina,

Sono i corvi, con affannoso gracchiare,

Alla ricerca di pagliuzze e fuscelli.

Con un solo sguardo coglierai

La margherita e il ranuncolo,

I gigli dalle bianche piume e la prima

Primula che sboccia sulla siepe,

Il giacinto ombreggiato, eterno

Re di zaffiro della metà di Maggio,

E ogni foglia, ogni fiore

Imperlato dallo stesso scroscio.

Vedrai il topo di campo sbucare

Magro dal suo sonno nella cella,

E il serpente, sottile per l’inverno,

Deporre su una sponda assolata la sua pelle,

Vedrai uova di nido screziate

Pronte ad aprirsi tra il biancospino,

Quando l’ala della femmina riposa

Quieta nel suo nido muschioso;

Vedrai il tumulto e l’allarme,

Quando l’alveare riversa fuori il suo sciame,

E le ghiande mature tambureggiare

Quando le brezze d’autunno cominciano a cantare.


Dolce Fantasia! Libera sii per sempre!

Ogni cosa è rovinata dall’uso:

Dov’è la gota che troppo guardata

Non sia appassita? O la fanciulla

La cui bocca matura non sia intristita?

C’è forse un occhio, sia pur color del cielo,

Che a lungo andare non stanchi? C’è forse un volto

Che in ogni luogo vorremmo incontrare?

Una voce, sia pur dolce, che sempre

Sia dolce udire? Si scioglie

Solo a toccarlo, dolce, il piacere,

Come la piaggia quando la bolla picchia.

Lasciala vagare, lei, l’alata,

Che alla tua mente trovi un’amata

Dagli occhi dolci come la figlia di Cerere

Prima che il dio del tormento

Le insegnasse il rimprovero e lo sgomento,

Con una vita e dei fianchi

Come quelli D’Ebe bianchi, quando

Sfuggendo al fermaglio d’oro si sciolse la cintura

E giù le cadde la tunica ai suoi piedi,

Mentre una dolce coppa lei teneva in mano –

E Giove si sentì illanguidire – Spezza le maglie

del serico guinzaglio, libera la fantasia,

Rapida rompi la corda che l’avvince,

E gioie simili ti farà avere.


Lascia sempre vagare la fantasia,

È sempre altrove il piacere.


John  Keats 




PENSAMI - Paola Pittalis



Un dolce pensiero d'amore, nel silenzio della sera...


  PENSAMI 


Pensami

nel silenzio della sera

quando dalla finestra filtra

un tenue bagliore lunare,


Pensami

quando le ombre giocano

sulle pareti ambrate

delineando in nostri corpi

avvinti in un abbraccio.


Pensami

come se ti fossi accanto

lontana solo due passi

le tue mani sulle mie.


Pensami

respirami e vivimi

anche nell'assenza,

amami

amati, pensandomi.

 

Paola Pittalis

COINTREAU FATTO IN CASA



Il Cointreau è un famoso liquore francese ad alta gradazione alcolica e dal profumo e gusto intenso di arancia, molto usato nella preparazione sia di cocktail sia di dolci.
Farlo in casa non è per niente difficile e il risultato è piuttosto soddisfacente!


COINTREAU FATTO IN CASA


Ingredienti

 

500  ml  di alcool etilico a 90°

1 arancia non trattata  (possibilmente Navel o Washington)

500 ml  di acqua naturale

400 g di zucchero


 

Versare l’alcool in un barattolo a chiusura ermetica e dall’apertura larga.
Lavare e asciugare l’arancia e strofinarla con un po’ dello stesso alcool, poi legarla tipo salame con dello spago per alimenti, o usare una retina: l’importante è riuscire a tenere l’arancia sospesa nel vaso qualche centimetro sopra l’alcool.


Fissare lo spago o la retina con un po’ di nastro adesivo all’esterno del vetro e chiudere ermeticamente.
Conservare in luogo fresco e buio per almeno 20 giorni.
Trascorso tale periodo, preparare uno sciroppo mettendo in un pentolino 400 g di zucchero e 500 ml di acqua, facendo bollire in modo da sciogliere tutto lo zucchero.


Fare raffreddare lo sciroppo ottenuto, quindi eliminare l’arancia essudata e unire lo sciroppo all’alcool mescolando bene.
Imbottigliare chiudendo bene le bottiglie e conservare preferibilmente in freezer.

TARTUFINI DI RICOTTA E COCCO

 




Se amate la ricotta e il cocco, adorerete questi freschi tartufini che si preparano in un battibaleno!

TARTUFINI DI RICOTTA E COCCO

Ingredienti

 

100 g di farina di cocco

200 g di ricotta

100 g di zucchero a velo

cacao amaro q.b.

farina di cocco q.b.

 


In una ciotola mescolare bene la ricotta sgocciolata, lo zucchero a velo e la farina di cocco fino a ottenere un impasto liscio e compatto.
Modellare delle piccole palline e rotolarle premendo leggermente prima nel cacao amaro e poi nella farina di cocco.
Disporre nei pirottini e fare riposare in frigo almeno un’ora prima di servire.



DELIZIOSA NAPOLETANA


La deliziosa napoletana è uno di quei dolci che solitamente non manca mai nell'assortimento del vassoio di pasticceria, ma prepararle in casa è veramente semplice e neanche tanto laborioso, così possiamo deliziarci ogni volta che vogliamo, ma senza esagerare poiché così come sono delizia per il palato sono anche croce per la bilancia!


 DELIZIOSA NAPOLETANE


Dosi per circa 15 deliziose

500 g di farina
200 g di strutto o burro
200 g di zucchero
3 uova medie
aroma di vanillina
buccia grattugiata di limone

Per la "crema al burro”

250 g di burro morbido (o meno)*
250 g di crema pasticcera (o più)*
100 g di zucchero a velo (o meno)*
3 cucchiai di pasta alla nocciola o 1 cucchiaio di Nutella


Impastare rapidamente in una terrina la farina, lo zucchero, il burro morbido, la vanillina, la buccia grattugiata di limone e le 3 uova.
Formare un panetto, avvolgere nella pellicola e fare riposare almeno un’ora.
Stendere il con il matterello il panetto dando uno spessore di circa 5 mm e ritagliare con un tagliapasta tondo tanti dischi che adagerete ben distanziati su una teglia rivestita da carta forno.
Cuocere in forno statico preriscaldato a 180° per circa 5/10 minuti sulla griglia centrale.
Mischiare la crema pasticcera ben fredda con il burro ammorbidito, lo zucchero a velo e la pasta di nocciole o un cucchiaio di Nutella ammorbidita.
*Se preferiamo non sentire troppo il sapore del burro, possiamo anche diminuire la dose e, di conseguenza, lo zucchero in proporzione, sostituendo il burro sottratto con altrettanta crema pasticcera.
Incorporare fino a ottenere una crema al burro molto soffice e liscia con cui farcire i dischi di frolla con una sacca da pasticciere, schiacciando leggermente per far aderire le due parti.
Ripulire i bordi dalla crema eventualmente fuoriuscita, rotolare la deliziosa sulla granella di nocciole e conservare in frigo qualche ora prima del consumo.



ALLORA UN UOMO - Gaetano Cannata




Il termine "Chiesa" deriva dal greco ἐκκλησία (ekklesía) che vuol dire "comunità, convocazione, adunanza o anche assemblea".
Nel Vangelo secondo Matteo è Gesù stesso che definisce la chiesa come la "comunità di coloro che confessano la loro fede in Lui come il Messia promesso e il Figlio di Dio".
 La prima affermazione avviene  quando, nei pressi della città di Cesarea di Filippo, l' apostolo Pietro si rivolge a Gesù dichiarandogli la sua fede con queste parole: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente", ottenendo da Lui come risposta: "E anch'io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere" (Mt 16,18).
La seconda la ritroviamo sempre nel vangelo secondo Matteo, quando Gesù fornisce ai suoi discepoli istruzioni su come debbano essere trattati casi difficili nei rapporti fra i cristiani: "...se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano". (Mt18,17)
Nelle varie citazioni del Nuovo Testamento, la Chiesa assume varie altre denominazioni quali "Popolo di Dio, Corpo di Cristo, Sposa di Cristo, Edificio di Dio".
Parlando di Chiesa, quindi, non dobbiamo immaginare un edificio più o meno bello, austero o lussuoso, ma un gruppo di persone "chiamate" a far parte della famiglia di Dio.
In sintesi, la "Chiesa" è il popolo che Dio raduna in tutto il  mondo...

Consegna delle chiavi di Gesù a Pietro - Il Perugino, Cappella Sistina, Città del Vaticano

ALLORA UN UOMO  

Amo entrare in chiesa
quando è vuota,
quando non c'è nessuno
e il Cristo è solo come la notte,
come la notte fonda
quando non c'è incenso né profumi
né cori né campane
né rosari;
così - penso - Dio non si confonde
tra tante voci
e ascolta solo me,
basta che voglia.
Le panche vuote dormono
d'angoscia.
Le volte e le colonne fermano il tempo.

Le lampade sono spente
e le candele.
Dalle finestre alte
la luce veste di penombra
azzurra
il grand'altare.

Anche il silenzio veglia
religioso
e bianca una colomba aleggia
intorno ad esso.

E' notte dentro di me
sperduto e nudo
come foglia al vento.
D'istinto prego,
ma solo nel mio cuore
coi sentimenti d'aiuto e pentimento
a capo chino.

E allora un Uomo
stanco
inchiodato e sanguinante sulla croce
scende,
si avvicina a me
e mi sorride,
mi sussurra dolci parole,
con la mia voce
mi accarezza l'anima
e mi conforta
e poi ritorna in croce
a perdonare.

(Gaetano Cannata)

Sguardo Divino opera di Rosario Catino

16 aprile 2021

LA PRIMAVERA - Nezami Ganjavi


"Come tutto divien bello al sole della gioventù e della primavera."

(Giuseppe Garibaldi)


LA PRIMAVERA
 
E' fiorita la primavera,
il cipresso ha teso alta la sua snella figura,
e la rosa ha aperto ridente la scatola di canditi,
l'usignolo è venuto,
s'è posato sul ramo,
e ampio s'è fatto il mercato del piacere,
il giardiniere ha profumato le chiome del giardino,
ed un re v'è entrato a rimirarlo,
e visto un calice di vino,
lo ha preso in mano,
ma è caduta una pietra e ha infranto il calice.
O tu che hai saccheggiato tutto quanto possedevo,
solo se avrò te sarò felice;
se anche quando sto con te
mi vergogno di quel che faccio,
l'idea d'esser senza di te
non m'entra nel cuore.

Nezami Ganjavi
(poeta epico-romanzesco persiano, 1141-1209)


12 aprile 2021

NARCISI - William Wordsworth



Buonanotte con dei dorati narcisi...

NARCISI

Vagavo solitario come una nuvola
che fluttua in alto sopra valli e colline,
quando all'improvviso vidi una folla,
un mare, di narcisi dorati;
vicino al lago, sotto gli alberi,
tremolanti e danzanti nella brezza.
Intermittenti come stelle che brillano
e luccicano nella Via Lattea,
si estendevano in una linea infinita
lungo il margine della baia:
con uno sguardo ne vidi diecimila,
che scuotevano il capo danzando briosi.
Le onde accanto a loro danzavano; ma essi
superavano in gioia le luccicanti onde:
un poeta non poteva che esser felice,
in una tale compagnia gioiosa.
Osservavo - e osservavo - ma non pensavo
a quanto benessere un tale spettacolo mi avesse donato:
poiché spesso, quando mi sdraio sul mio divano
in uno stato d'animo ozioso o pensieroso,
essi appaiono davanti a quell'occhio interiore
che è la beatitudine della solitudine;
e allora il mio cuore si riempie di piacere,
e danza con i narcisi.

William Wordsworth

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