E' sempre
dal dolore o dalle lacrime che nascono i fiori più belli...
Stella alpina, Edelweiss o Leontopodium alpinum, comunque la si chiami, è lei la
regina dei fiori montani.
Leontopodium significa
letteralmente “piede leonino”, dal greco “leontopódion” (λεοντοπόδιον) da
“léon” (= leone) e “pódion” (= piede).
Questo fiore che ha rischiato l’estinzione, ora
sta tornando a diffondersi sulle montagne, segno evidente che la sensibilità
per la tutela dell’ambiente è aumentata negli ultimi anni.
Fiorisce normalmente fra luglio e
settembre a quote comprese fra gli ottocento e i tremila metri.
La Stella Alpina è simbolo di coraggio e nobiltà d'animo, il
fiore adatto per chi ha un carattere forte e un po’ ambizioso.
Molte sono le leggende che narrano
le sue origini...
LEGGENDA SVIZZERA
Secondo una leggenda svizzera questo fiore un tempo era una fanciulla così bella, pura e nobile di animo che, sebbene desiderata da molti cavalieri, non incontrò mai nessuno degno di diventare suo sposo. Quando morì, fu trasportata sulle vette più eccelse delle montagne e trasformata in un fiore che fu chiamato Edelweiss (che significa nobile bianco) e che nasce in luoghi inavvicinabili per gli esseri umani. Poiché dunque per raccogliere questo fiore occorre fatica e coraggio, la frase "cogliere Edelweiss” divenne, per gli Svizzeri, sinonimo dell’ottenimento del più alto e nobile onore che un uomo mortale possa conquistare.
EDELWEISS
Dal freddo pungente,
dal sole rovente,
un bel fiore
si difende e risplende.
Fiocco magico di neve
che non si scioglie,
magico e perenne.
Siberiano immacolato,
umile emigrato:
su montagne alte e belle,
fino a toccar le sorelle,
in cielo le stelle.
Vessillo dell’alpino,
degno diadema di una regina,
Edelweiss o Stella Alpina.
Siberiano immacolato,
nobile e altolocato,
su montagne alte e belle:
Edelweiss, Edelweiss, Edelweiss.
Filippo Crudeli
LEGGENDA ALPINA
Una giovane della valle aveva sposato un montanaro che saliva spesso verso i ghiacciai per dare la caccia alle marmotte, delle quali vendeva poi la pelle ai viaggiatori della città.
I due sposi vivevano modestamente dei guadagni di lui, ma poiché si volevano tanto bene, erano felici come due principi.
Un giorno il giovane sposo partì per la montagna, ma non fece più ritorno.
Invano la moglie lo attese per i tre giorni successivi.
Nessuno sapeva dare notizie di dove fosse andato a finire.
Allora la povera sposa salì verso il ghiacciaio per vedere di rintracciarlo.
Scrutò a una a una tutte le cime, esaminò le valli, cercò con l'occhio ansioso nel fondo di tutti crepacci e finalmente lo rinvenne.
Ma, ahimè! Lo trovò morto, proprio fra due lastroni di ghiaccio.
Distrutta dal dolore, la povera donna sedette sulla sporgenza della roccia e non pensò più a ritornare verso casa.
All'alba, quando s'imbiancò il cielo, i suoi capelli e le ciglia erano coperti di un velo di brina.
La sposa, rivolgendo gli occhi al cielo, pregò perché fosse lasciata sulla balza della rupe per vedere sempre il marito.
Il cielo ebbe pietà della donna innamorata e la trasformò nel fiore più caratteristico delle Alpi: la stella alpina.
M.Spano
STELUTIS ALPINI
Se verrai tra l’aspre cime
dove fui sepolto un dì
troverai le stelle alpine:
il mio sangue le nutrì.
Una croce piccoletta
per ricordo mi scolpir:
sotto i fiori, sotto l’erbetta
trova pace il mio dormir.
Cogli tu una stella alpina
che ti parli del mio amor
alle labbra l’avvicina,
tienla sempre sul tuo cuor.
Quando a casa, sola e in pianto,
con fervor preghi per me,
l’alma mia ti aleggia accanto
come il fior sarò con te.
(Stelutis alpinis è uno fra i più celebri brani corali della tradizione italiana, composto da Arturo Zardini e scritto in friulano è un vero e proprio inno)
(Stelutis alpinis è uno fra i più celebri brani corali della tradizione italiana, composto da Arturo Zardini e scritto in friulano è un vero e proprio inno)
Altra leggenda vuole che la nascita della Stella Alpina avvenga sulle Dolomiti, quando gli Spiriti delle Cose non create iniziarono a dar vita ad alberi, piante e naturalmente fiori. Ogni valle, collina o corso d'acqua aveva il "suo" fiore... tutti tranne la montagna di Lavaredo, troppo aspra e inospitale per poter dare riparo a uno di essi. E la montagna era così sola e triste che si lamentava con la voce del vento e piangeva con tremendi temporali, finché la sua angoscia non arrivò a una fata che viveva da tempo sulle Dolomiti. Fu lei, toccata dalla tristezza della montagna, a prendere una stella del cielo e posarla fra le rocce trasformandola nella Stella Alpina, che tutt'ora nasce e cresce al sicuro nell'abbraccio della montagna.
Come fiocco di neve leggera
sembri venuta giù dal cielo
per fermarti a mezza costa
in una nicchia nascosta al vento.
Fior fra i fiori e monumento
di bellezza, di montagna
di passione, di ardimento.
Bianchi e verdi i tuoi colori
che si uniscono al sole calante
quando rossa vien la sera.
Tre colori, una bandiera
Stella alpina o Edelweiss.
(dal web)
LA LEGGENDA DEL CACCIATORE DI CAMOSCI, DELLA REGINA DELLE NEVI E DELL' EDELWEISS
La Regina delle Nevi era bellissima. Pastori e cacciatori che s’inerpicavano sulle vette eccelse delle Alpi, dove regnano le nevi perpetue, restavano incantati da tanta bellezza e avrebbero dato qualunque cosa per sposarla. Una legge implacabile del destino però impediva alla Regina delle Nevi di sposare un mortale e lei del resto doveva aver proprio un cuore di ghiaccio: attirava presso il suo palazzo di cristallo i malcapitati, li accoglieva benevolmente, ma appena essi le domandavano di sposarli, sbucavano fuori a un suo cenno, migliaia e migliaia di folletti che li facevano precipitare giù per i picchi dirupati.
Un giorno, questa sorte crudele toccò a un giovane ardito cacciatore di camosci, il più bel giovane che si fosse mai veduto al mondo. Aveva visto la Regina delle Nevi in una rosata aurora di maggio e n'era rimasto cosi affascinato che non pensava che a lei ed era tornato più volte nel regno delle nevi per rivederla. Si sedeva taciturno ai piedi dell'amata e stava ore intere a contemplarla senza nemmeno muoversi. La Regina era in verità commossa da questa muta ammirazione e se non ci fosse stata la legge del destino a vietarle le nozze con un mortale, forse quello era l’unico uomo che si sarebbe adattata a sposare. I folletti che se ne erano accorti , temendo che la loro Regina potesse un giorno trasgredire la legge e attirare nel regno il castigo, di loro iniziativa, una volta che videro il giovane salire le balze dirupate del monte, lo attorniarono spingendolo nell’abisso sottostante.
Da una finestra del palazzo, la Regina delle Nevi aveva visto ogni cosa e dai suoi occhi divinamente belli scesero calde lagrime che, rotolando giù come vive perle sulla superficie levigata del ghiacciaio, scesero tra le rupi trasformandosi in piccole stelle.
Così nacquero gli edelweiss, che spuntano proprio sul margine dei precipizi per ricordare, agli audaci che vogliono coglierli sfidando il pericolo questa antica storia d’amore e di morte.
Nessun commento:
Posta un commento