20 gennaio 2018

AUDREY HEPBURN a 25 anni dalla scomparsa



Venticinque anni fa scompariva Audrey Hepburn, la diva più glamour di tutti i tempi, icona di filiforme eleganza nettamente in contrasto con le maggiorate che spopolavano negli anni 50 e 60.
Attrice non solo di straordinario fascino e bellezza, ma apprezzata anche per il grande talento :infatti fu vincitrice di un Oscar, di tre Golden Globe, di un Emmy, di un Grammy Award, di quattro BAFTA, di due premi Tony e di tre David di Donatello.


Grande donna anche nella vita sociale, lodevole nel ruolo di ambasciatrice ufficiale dell'Unicef.


Audrey Kathleen Ruston nacque a Bruxelles il 4 Maggio 1929 da una eccentrica coppia : la baronessa olandese Ella van Heemstra, e l'uomo d'affari inglese Joseph Anthony Ruston ; entrambi al secondo matrimonio,elegantissimi e spendaccioni giramondo.
Anni dopo, il padre dell’Hepburn aggiunse il cognome della nonna materna Kathleen Hepburn, a quello della famiglia, trasformandolo così in Hepburn-Ruston.
Audrey e i suoi fratelli nati dal precedente matrimonio della madre, crescevano tra tate e governanti, mentre i genitori se la spassavano tra ricevimenti e viaggi.
Fragile di salute e trascurata dai genitori, Edda (così era chiamata la piccola Audrey in famiglia), era comunque una bambina solare, con una grande passione per la danza e per le lingue, ancor prima di iniziare la scuola parlava correntemente già cinque lingue: inglese, spagnolo, francese, olandese e italiano, conoscenza favorita dal lavoro del padre che obbligava la famiglia a frequenti spostamenti in Europa.
Photograph by Manon van Suchtelen
© Sean Ferrer and Luca Dotti
Il matrimonio dei genitori però presto naufragò, soprattutto a causa delle divergenze politiche, il padre credeva nelle idee di Hitler, mentre la moglie era di parere diametralmente opposto.
Quando i genitori divorziarono, nel 1935, Audrey visse quello che lei stessa definì il momento più traumatico della sua vita: il padre sparì un giorno senza neppure salutare la figlia, che lo adorava, lasciandole una ferita che non sarebbe mai guarita e, solo anni dopo, tramite la Croce Rossa, riuscì a ritrovarlo a Dublino, dove nel frattempo si era trasferito, rimanendo in contatto con lui e aiutandolo anche finanziariamente, fino alla sua morte.



Dopo il divorzio, la madre, per mettere al riparo dai nazisti la famiglia, vendette i pochi gioielli ormai in suo possesso (la vita dispendiosa e la crisi, infatti, avevano dissipato l'ingente patrimonio) e Audrey fu mandata per quattro anni in un severissimo collegio inglese, riuscendo a vedere la madre e i fratelli solo per le vacanze estive: "Non ero orfana, ma vivevo come se lo fossi", scrisse l'attrice anni dopo nelle sue memorie.
Nonostante poco presente, però Ella van Heemstra,era una madre premurosa e infatti appena la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania , la paura dei bombardamenti la convinsero a riparare nella neutrale Olanda portando con  i figli ,ma si rivelò un tremendo errore.



L'Olanda, infatti, fu invasa dai nazisti e soprattutto Audrey con il suo cognome inglese correva grandi pericoli.
La madre, che nel frattempo era entrata nella Resistenza, le procurò un falso passaporto in cui si chiamava Edda van Heemstra di padre ignoto.
Seppur tra mille sacrifici, nell'Olanda martoriata dalla guerra e dalla fame, la baronessa riuscì a iscrivere Audrey al Conservatorio di Arnhem, per farle studiare danza.


Il cibo però era davvero scarso, a volte si cibavano addirittura di bulbi di tulipano tostati nella stufa e Audrey, da sempre cagionevole di salute a sedici anni pesava 31 kg per 1,70 cm di altezza, troppo debole anche per stare in piedi, figuriamoci per ballare!

Dopo la guerra, Audrey e la sua famiglia, non soffrivano più la fame, ma ben lontani dall'agiatezza passata, si mantenevano con svariati lavori.
A diciotto anni, quando un'amica le disse che un regista offriva una discreta sommetta per una giornata di lavoro, la futura stella si presentò ai provini ottenendo una particina da hostess nel film documentario sull'aeronautica "L'Olandese in sette lezioni".


Audrey era ancora talmente magra che la costumista fu costretta a imbottirle reggiseno e guaina con l'ovatta perché anche uniforme più stretta le stava larga!
Fu quindi per caso, ma soprattutto per bisogno che iniziò la carriera cinematografica di Audrey Hepburn e nessuno immaginava che l'eccessiva magrezza che le aveva impedito, di diventare una ballerina, un giorno sarebbe stato un pregio da sottolineare, il suo "marchio di fabbrica"!



Credo nel rosa. Credo che ridere sia il modo migliore per perdere calorie. Credo nel baciare, baciare molto. Credo nell'essere forti quando tutto sembra andare per il verso sbagliato. Credo che le ragazze allegre siano le più carine. Credo che domani è un altro e credo nei miracoli.
(Audrey Hepburn)



Iniziò poi a recitare in teatro in una serie di musical. Il suo primo ruolo per il grande schermo arrivò nel 1951, nel film di produzione britannica One Wild Oat, cui seguì una serie di ruoli minori in diverse produzioni cinematografiche. Nel 1951, durante le riprese di "Vacanze a Montecarlo", la scrittrice Colette, il cui romanzo Gigi era stato recentemente trasformato in una commedia per Broadway, la scelse per interpretare proprio la parte della protagonista.
Nel 1952 fece un provino per " Vacanze romane ", il nuovo film di William Wyler, che dopo averla vista decise di assegnarle il ruolo principale della Principessa Anna, togliendolo, di fatto, a Liz Taylor.


L’interpretazione le valse l'Oscar come migliore attrice e la fama a livello mondiale.
Terminate le riprese, tornò a New York dove le offrirono, un contratto con la Paramount.



Con lei finalmente anche nel cinema è arrivata la classe. 
Guardandoti attorno, improvvisamente ti ritrovavi davanti questa cerbiatta. Nessuno sul set impiegava più di cinque minuti ad innamorarsene
(Billy Wilder)



Nel 1953 ebbero inizio un’amicizia e un sodalizio artistico che sarebbero durati tutta la vita: il guardaroba dell’Hepburn fu affidato a Givenchy.


Si dice che l'abito non faccia il monaco. Ma a me la moda ha dato spesso la sicurezza di cui avevo bisogno. Personalmente dipendo da Givenchy come le donne americane dipendono dal loro psichiatra.
(Audrey Hepburn)

Audrey  Hepburn con lo stilista prediletto e
grande amico Hubert de Givenchy nel 1990


Altri personaggi resi da lei indimenticabili sono "Sabrina" nel 1954 


 "Holly Golightly" , in "Colazione da Tiffany" film nel 1961 è probabilmente il ruolo in cui più la identifichiamo.



È facile copiare il mio look. Le donne possono assomigliare a Audrey Hepburn raccogliendo i capelli e comperandosi grossi occhiali e vestiti senza maniche.
(Audrey Hepburn)

 


Deliziosa nel 1964 come interprete di  "Eliza Doolittle" nel film musicale "My Fair Lady" .


 Dal 1967 lavorò in maniera sporadica e un cameo nel film "Always" di Steven  Spielberg fu l’addio al pubblico nel 1988.



Era terribilmente affascinante e terribilmente amorevole. Era un sogno. Ed era quel tipo di sogno che poi ricordi, quando ti svegli sorridendo. 
(Richard Dreyfuss)



Audrey Hepburn è stata proclamata nel 1999 la terza più grande attrice di sempre dall'American Film Institute, (dopo Katharine Hepburn e Bette Davis) ed ha una sua stella sull’Hollywood Walk of Fame, al 1652 di Vine Street.


La mia ambizione più grande è stata quella di avere una carriera senza diventare una donna in carriera.
 (Audrey Hepburn)


Abbandonate quasi completamente la carriera si dedicò ai figli Sean e Luca :il primo avuto dall’attore e regista Mel Ferrel che l'attrice sposò nel 1954

 

Luca invece è figlio del secondo marito,lo psichiatra Andrea Dotti che Audrey sposò nel 1969 a Roma. 


Nel 1988 fu nominata ambasciatrice ufficiale dell'UNICEF da quel momento fino alla sua morte, si dedicò assiduamente al lavoro umanitario, a testimoniarlo la Medaglia presidenziale della libertà (Presidential Medal of Freedom) e il Premio umanitario Jean Hersholt (Jean Hersholt Humanitarian Awar). Affrontò numerosi viaggi come ambasciatrice dell’Unicef, ognuno di questi lasciava in lei un segno indelebile e in quel periodo della vita fu accompagnata dall’attore olandese Robert Wolders il suo ultimo compagno,ex dell'attrice holliwoodiana Merle Oberon

Audrey Hepburn e Robert Wolders

Audrey Hepburn morì a 64 anni,il 20 gennaio 1993 a Tolochenaz,paesino svizzero vicino Losanna dove da tempo si era trasferita. A portarla via fu un cancro al colon, probabilmente trascurato a causa dei suoi frequenti viaggi a scopi umanitari. Nello stesso anno della morte, il figlio Sean fondò l’"Audrey Hepburn Children's Fund " per favorire la scolarizzazione nei Paesi africani, tanto cari alla madreNel 2011 entrambi i figli hanno promosso in Italia il club dei donatori UNICEF Amici di Audrey che sostiene in particolare la lotta contro la malnutrizione in Ciad.



Mi si è spezzato il cuore. Non posso sopportare l'idea che due milioni di persone stiano morendo di fame. Il termine "Terzo Mondo" non mi piace perché siamo tutti parte di un mondo solo. Voglio che la gente sappia che la maggior parte degli esseri umani sta soffrendo.
(Audrey Hepburn )


Mia madre ha avuto una vita coronata dal successo e segnata dalle scelte giuste, la prima delle quali fu la sua carriera. Più tardi, invece, scelse la famiglia. E infine, quando noi figli eravamo ormai cresciuti e avevamo le nostre vite, scelse i bambini bisognosi di tutto il mondo: scelse di restituire quel che poteva in cambio di ciò che aveva avuto dalla vita. Per lei, in questa scelta così importante e determinante, stava la chiave per capire, e forse anche curare, qualcosa che l'aveva accompagnata nel corso di tutta la vita: una profonda, radicata tristezza. 
(da Audrey Hepburn, un'anima elegante - di Sean Hepburn Ferrer )


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