30 marzo 2016

SERA DI FINE MARZO - Daniele Riva


Sunrise by the ocean -Vladimir Kush

Auguro a tutti una buona serata di fine marzo ...

SERA DI FINE MARZO

Marzo semina luci sulle torri
e un verde nuovo sopra le colline
- quel sole che tramonta come un tuorlo
tinge di rame nuvole e sfilacci,
intride l’anima, richiama amore
ai nostri petti e in questo sentire
la gioia ci pervade in modo simile
al profumo di giacinti e magnolie.

Per gentile concessione dell'autore
Daniele Riva
http://assolodipoesia.blogspot.it/

Flight of the sun - Vladimir Kush

27 marzo 2016

PASQUA - R. Fontana



Rendiamo ancor più dolce la Pasqua con un uovo di cioccolato... 

PASQUA

Dentro un uovo di buon cioccolato
vorrei tanto ci fosse una cosa...
non un puffo, un anello,un soldato,
ma un momento di festa gioiosa.
Voglio dirti proprio per questo
ho pregato per voi ieri sera
perché oggi sia un giorno lieto.
Una Pasqua di speranza vera.

(R. Fontana)


RESURREZIONE - Alessandro Manzoni



Buona Pasqua di Resurrezione!

Dopo il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L'angelo disse alle donne: "Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: "È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete". Ecco, io ve l'ho detto". 
(Matteo 28, 1-7)

RESURREZIONE


È risorto: or come a morte
La sua preda fu ritolta?
Come ha vinte l'atre porte,
Come è salvo un'altra volta
Quei che giacque in forza altrui?
Io lo giuro per Colui
Che da' morti il suscitò.

È risorto: il capo santo
Più non posa nel sudario
È risorto: dall'un canto
Dell'avello solitario
Sta il coperchio rovesciato:
Come un forte inebbriato
Il Signor si risvegliò.

Come a mezzo del cammino,
Riposato alla foresta,
Si risente il pellegrino,
E si scote dalla testa
Una foglia inaridita,
Che dal ramo dipartita,
Lenta lenta vi risté:

Tale il marmo inoperoso,
Che premea l'arca scavata,
Gittò via quel Vigoroso,
Quando l'anima tornata
Dalla squallida vallea,
Al Divino che tacea:
Sorgi, disse, io son con Te.

Che parola si diffuse
Tra i sopiti d'Israele!
Il Signor le porte ha schiuse!
Il Signor, I'Emmanuele!
O sopiti in aspettando,
È finito il vostro bando:
Egli è desso, il Redentor.
Pria di Lui nel regno eterno
Che mortal sarebbe asceso?
A rapirvi al muto inferno,
Vecchi padri, Egli è disceso;
Il sospir del tempo antico,
Il terror dell'inimico,
Il promesso Vincitor.

Ai mirabili Veggenti,
Che narrarono il futuro
Come il padre ai figli intenti
Narra i casi che già furo,
Si mostrò quel sommo Sole
Che, parlando in lor parole,
Alla terra Iddio giurò;

Quando Aggeo, quando Isaia
Mallevaro al mondo intero
Che il Bramato un dì verria,
Quando, assorto in suo pensiero,
Lesse i giorni numerati,
E degli anni ancor non nati
Daniel si ricordò.

Era l'alba; e molli il viso
Maddalena e l'altre donne
Fean lamento sull'Ucciso;
Ecco tutta di Sionne
Si commosse la pendice,
E la scolta insultatrice
Di spavento tramortì.

Un estranio giovinetto
Si posò sul monumento:
Era folgore l'aspetto,
Era neve il vestimento:
Alla mesta che 'l richiese
Diè risposta quel cortese:
E risorto; non è qui.

Via co' palii disadorni
Lo squallor della viola:
L'oro usato a splender torni:
Sacerdote, in bianca stola,
Esci ai grandi ministeri,
Tra la luce de' doppieri,
Il Risorto ad annunziar.

Dall'altar si mosse un grido:
Godi, o Donna alma del cielo;
Godi; il Dio cui fosti nido
A vestirsi il nostro velo,
È risorto, come il disse:
Per noi prega: Egli prescrisse,
Che sia legge il tuo pregar.

O fratelli, il santo rito
Sol di gaudio oggi ragiona;
Oggi è giorno di convito;
Oggi esulta ogni persona:
Non è madre che sia schiva
Della spoglia più festiva
I suoi bamboli vestir.

Sia frugal del ricco il pasto;
Ogni mensa abbia i suoi doni;
E il tesor negato al fasto
Di superbe imbandigioni,
Scorra amico all'umil tetto,
Faccia il desco poveretto
Più ridente oggi apparir.

Lunge il grido e la tempesta
De' tripudi inverecondi:
L'allegrezza non è questa
Di che i giusti son giocondi;
Ma pacata in suo contegno,
Ma celeste, come segno
Della gioia che verrà.

Oh beati! a lor più bello
Spunta il sol de' giorni santi;
Ma che fia di chi rubello
Torse, ahi stolto! i passi erranti
Nel sentier che a morte guida?
Nel Signor chi si confida
Col Signor risorgerà..

Alessandro Manzoni



26 marzo 2016

SABATO SANTO - SILENZIO E ATTESA

Compianto sul Cristo Morto-Antonio Allegri detto il Correggio
(Correggio, agosto 1489 – Correggio, 5 marzo 1534)

Dopo la deposizione di Gesù dalla Croce, il suo corpo martoriato è stato lavato, profumato, avvolto in un lenzuolo e deposto in un sepolcro scavato nella pietra. 
In segno di cordoglio, cala il silenzio del Sabato Santo e la notte si veglia in onore del Signore e in attesa della sua resurrezione.
Trascorriamo dunque questa giornata in silenzio e preghiera...

"Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e all'operato degli altri. Era di Arimatea, una città della Giudea, e aspettava il regno di Dio. 
Egli si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo depose dalla croce, lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parasceve e già splendevano le luci del sabato. 
Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto."
 (Luca 23, 50-56)


LA GRANDEZZA DEL SILENZIO

Il Silenzio è mitezza:
quando non rispondi alle offese
quando non reclami i tuoi diritti
quando lasci a Dio la difesa del tuo onore

Il Silenzio è magnanimità:
quando non riveli le colpe dei fratelli
quando perdoni senza indagare nel passato
quando invece di condannare intercedi

Il Silenzio è pazienza:
quando soffri senza lamentarti
quando non cerchi consolazioni fuori di Dio
quando non intervieni, ma attendi che il seme germogli

Il Silenzio è umiltà:
quando taci per lasciare emergere i fratelli
quando non chiedi plauso e riconoscimenti
quando lasci che il tuo agire possa essere male interpretato
quando dai ad altri il merito e la gloria dell’impresa

Il Silenzio è fede:
quando taci perché è Lui che agisce
quando rinunci alle voci del mondo
per stare alla sua presenza
quando non cerchi comprensione
perché ti basta essere capito e usato da Lui

Il Silenzio è saggezza:
quando ricorderai che dovremo rendere conto di ogni parola inutile
quando ricorderai che il diavolo è sempre in attesa di una tua parola imprudente per nuocere e uccidere

Infine il Silenzio è adorazione:
quando abbracci la Croce, senza chiedere il perché
nell’intima certezza che questa è l’unica Via giusta…

San Giovanni della Croce
frate francescano ( 1654-1734)
Il Signore gli donò vari carismi, come la bilocazione, la profezia, la lettura dei cuori,la levitazione, apparizioni della Madonna e di Gesù Bambino, i miracoli come quello della resurrezione del marchesino Gennaro Spada. Fu anche visto passare per le strade di Napoli sollevato di un palmo da terra in completa estasi.


Compianto sul Cristo-morto - Sandro Botticelli
 (Firenze, 1 marzo 1445 – Firenze, 17 maggio1510)




IL GAROFALO - Giacinto Verdaguer


Ai piedi della Croce,  garofani intrisi del sangue di Cristo e delle lacrime di Maria...

Il GAROFANO

Allor che dalla Croce benedetta
Giuseppe e Nicodemo il Cristo morto
s'accingono a discendere,
- il cuore tutto assorto -
con le tenaglie strappano
ad uno ad uno i chiodi del dolore.
E i chiodi sacri, ancora insanguinati,
- oh come belli nella ricca veste
di rubini purpurea ! -
essi, dolenti, posano,
mentre pietà li investe,
su l'erba molle, che si schiude in fiore.
Son fiori di garofano, leggiadri,
fatti vermigli da quel sangue santo,
tutti teneri e trepidi
d'un mesto eco di pianto,
piissimo e dolcissimo,
portato via dal vento sulla croce.
La Vergine, cogliendoli, sospira,
e piangendo, ma piano, prega e adora:
è del suo amor la Martire...
Per gli altri è fior che odora,
ma, a Lei, il rosso garofano
riporta i chiodi: e pianto nella voce.

don Giacinto Verdaguer (1845-1902)

25 marzo 2016

VENERDI' SANTO - Salvatore Ambrosino




Dopo la crocifissione di Gesù Cristo, il sangue da lui versato ha aperto le porte del Paradiso a tutti e la salvezza è passata dalle sue alle nostre mani.
Dipende solo da noi ora non vanificare il suo sacrifico e riuscire a varcare anche solo una porticina...

VENERDI' SANTO 

È tutto pronto 

Il legno della morte 
tre chiodi e un cartello. 

"I. N.R. I."
"Questo è il re dei Giudei." 

Dal sentiero che
giunge al Golgota
si sentono avanzare 
i passi dei carnefici 
e
quello dell'Agnello
da sacrificare. 

Tutto si è avverato 
secondo le Sacre Scritture 

Al suo grido di morte
il cielo sì è squarciato
le nubi hanno coperto la luce del sole e
il vento si è infuriato. 

Il figlio di Dio è morto. 

Noi lasciati soli nel libero arbitrio 

Salvatore Ambrosino

24 marzo 2016

GIOVEDI' SANTO - Maria Antonietta Mantovani


Povero Agnello, il  calice amaro è ancora traboccante, perché la meschina umanità non fa che riempirlo, continuando a essere indegna del tuo sacrificio... 

GIOVEDI' SANTO 

La cena è pronta 
ti siedi e ancora speri 
che il calice amaro 
possa passare oltre, 
le Scritture debbono compiersi 
ma ancora non sei pronto 
hai paura e tristezza 
chi hai amato, accolto 
conosciuto 
ti manderà dal boia 
lo sai e non vuoi 
averne la certezza. 

Con occhi soffusi di lacrime 
guardi Giuda e poi Pietro 
entrambi ti tradiranno 
chi per denaro 
chi per viltà 
e tu sei lì ad attendere 
un gesto 
che non ti faccia capire 
che hai deposto male 
il tuo messaggio. 

Le ore si consumano 
come quel Pane che tu stai spezzando 
vorresti che tutto fosse terminato 
vorresti urlare e abbandonare 
gli uomini che ti deridono 
che non ti credono 
che non si fidano. 

Gesù 
dopo milioni di anni 
l'odio è più forte 
del tuo amare incondizionato 
lasciaci lì 
non meritiamo la tua sofferenza 
lasciaci soffrire 
perchè siamo duri di cuore 
e stolti e ingrati, 
tu sei l'Agnello innocente 
e il mattatoio ti attende 
per ridarci speranza 
che non meritiamo 
e che troppi non desiderano.

Maria Antonietta Mantovani

UNA RELIQUIA DELLA PASSIONE - L.Santucci



Il Giovedì santo durante l'ultima cena, i discepoli iniziano a discutere a causa dei posti a tavola e su chi tra loro fosse il più grande.
Gesù risponde, secondo il vangelo Giovanni, con i fatti: si alzò dal tavolo, si cinse al fianco un asciugatoio e, preso un catino, cominciò a lavare i piedi ai propri discepoli dimostrando come lui, che era il maestro, si era reso il più umile fra loro.
Bisogna sapere che all'epoca si andava a piedi su strade polverose se non fangose che rendevano i piedi, calzati da soli sandali, davvero sudici soprattutto in fin di giornata.
 La lavanda dei piedi, eseguita con un catino e un asciugatoio, era un dovere dello schiavo verso il padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre, ma anche un dovere di ospitalità per i visitatori della propria casa.

Con la lavanda dei piedi Gesù dà dunque ai suoi discepoli una delle sue più grandi lezioni, dimostrando loro che dovranno seguirlo sulla via della generosità totale, donandosi e servendo tutti i fratelli, anche quelli considerati inferiori, ma che tali non sono secondo il Signore.

UNA RELIQUIA DELLA PASSIONE

Se dovessi scegliere
una reliquia della tua Passione,
prenderei proprio quel catino
colmo d'acqua sporca.
Girare il mondo con quel recipiente
e ad ogni piede
cingermi dell'asciugatoio
e curvarmi giù in basso,
non alzando mai la testa oltre il polpaccio
per non distinguere
i nemici dagli amici,
e lavare i piedi del vagabondo,
dell'ateo, del drogato,
del carcerato, dell'omicida,
di chi non mi saluta più,
di quel compagno per cui non prego mai,
in silenzio
finché tutti abbiano capito nel mio
il tuo amore.

(Luigi Santucci, Una vita di Cristo: Volete andarvene anche voi? 
ed. San Paolo 2001)

20 marzo 2016

DOMENICA DELLE PALME - Pasquale Zolla


Buona Domenica delle Palme...

La Domenica delle Palme ricorda l'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, acclamato come Messia dalla folla che sventolava delle foglie palme in segno di saluto e omaggio.
Da noi le palme non sono così diffuse, quindi sono sostituite in questo giorno da rametti di olivo che, benedetti durante la Messa, sono distribuiti ai credenti. 


DOMENICA DELLE PALME

Quando tra noi sei venuto,
come nei racconti in cui l’amore
strane somiglianze crea,
non ti abbiamo riconosciuto,
anche perché su quell’asino
sembravi un uomo come noi.
Con palme e rami di ulivo
ti abbiamo accolto, ma non abbiamo
capito l’amore che portato
ti aveva tra noi e come noi
ti eri fatto. Per scoprire il bene
che ci portavi, sulla croce ti abbiamo
messo. Ora, Signore, insegnaci
la vera sofferenza, perché
non siamo stati creati per i dolori
ma per essere felici.
Infondici nell’anima la forza
tua per rendere meno pesante
il nostro peso per andare oltre
con pazienza e amore, così
che nei nostri cuori il regno
del Padre tuo vi possa risiedere.

Pasquale Zolla


19 marzo 2016

PREGHIERA PER IL PAPÀ - R. Rompato



Una preghiera dolcissima per festeggiare tutti i papà!

PREGHIERA PER IL PAPÀ

Quando papà fa ritorno 
dal lavoro d'ogni giorno,
la nidiata lesta lesta
gli va incontro, gli fa festa.
Egli ride, apre le braccia,
china la sudata faccia
su noi bimbi, ricci d'oro,
che siam tutto il suo tesoro.
O signore, benedici
chi fatica e ci procaccia,
col lavor delle sue braccia,
giorni ed anni sì felici.

 R. Rompato

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