Il Giovedì santo durante l'ultima cena, i discepoli iniziano
a discutere a causa dei posti a tavola e su chi tra loro fosse il più grande.
Gesù risponde, secondo il vangelo Giovanni, con i fatti: si
alzò dal tavolo, si cinse al fianco un asciugatoio e, preso un catino, cominciò
a lavare i piedi ai propri discepoli dimostrando come lui, che era il maestro,
si era reso il più umile fra loro.
Bisogna sapere che all'epoca si andava a piedi su strade
polverose se non fangose che rendevano i piedi, calzati da soli sandali,
davvero sudici soprattutto in fin di giornata.
La lavanda dei piedi,
eseguita con un catino e un asciugatoio, era un dovere dello schiavo verso il
padrone, della moglie verso il marito, del figlio verso il padre, ma anche un
dovere di ospitalità per i visitatori della propria casa.
Con la lavanda dei piedi Gesù dà dunque ai suoi discepoli
una delle sue più grandi lezioni, dimostrando loro che dovranno seguirlo sulla
via della generosità totale, donandosi e servendo tutti i fratelli, anche
quelli considerati inferiori, ma che tali non sono secondo il Signore.
UNA RELIQUIA DELLA PASSIONE
Se dovessi scegliere
una reliquia della tua Passione,
prenderei proprio quel catino
colmo d'acqua sporca.
Girare il mondo con quel recipiente
e ad ogni piede
cingermi dell'asciugatoio
e curvarmi giù in basso,
non alzando mai la testa oltre il polpaccio
per non distinguere
i nemici dagli amici,
e lavare i piedi del vagabondo,
dell'ateo, del drogato,
del carcerato, dell'omicida,
di chi non mi saluta più,
di quel compagno per cui non prego mai,
in silenzio
finché tutti abbiano capito nel mio
il tuo amore.
(Luigi Santucci, Una vita di Cristo: Volete andarvene anche voi?
ed. San Paolo 2001)
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