25 aprile 2017

25 APRILE - Dino Buzzati


25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE

 Il 25 aprile 1945 il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia), presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valianialle, alle 8 del mattino via radio proclamò ufficialmente l'insurrezione, la presa di tutti i poteri e la condanna a morte per i gerarchi fascisti, tra cui Mussolini, che sarebbe stato catturato e fucilato tre giorni dopo.
 Torino e Milano furono liberate quel giorno, ma entro pochi giorni tutta l'Italia finalmente usciva fuori dalla seconda guerra mondiale,  da un ventennio fascista  e dall'occupazione della Germania nazista iniziata nel 1943.
La possiamo immaginare l'esultanza generale?
A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 fu dichiarato festa nazionale.
La ricorrenza fu poi celebrata anche negli anni successivi, diventando festa ufficiale nel 1949 e da allora, ogni 25 Aprile, in molte città italiane si organizzano parate militari, cortei e manifestazioni in memoria di coloro i quali ci hanno reso un popolo libero!


25 APRILE

Ecco, la guerra è finita.
Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma
si è messa improvvisamente a piangere per la gioia,
nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?

Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,
tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,
i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte
che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori
le case non saranno mai più cosi ‘ immobili e nere.

Non arriveranno più
piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni,
aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire
lanciate sul mondo a prendere uno
qua uno là senza preavviso,
e sentirle perennemente nell'aria,
notte e dì, capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici!

Dino Buzzati


24 aprile 2017

COMPRO PAROLE - Ena Villan



Solo chi ama leggere prima di dormire sa quanto bello sia sentire l'arrivo dolce  del sonno che  a tratti fa  sfocare o "ballare" chetamente le parole  sotto gli occhi: è giunto il momento di chiudere il libro,  spegnere la luce e scivolare nel mondo dei sogni!

COMPRO PAROLE

Una valigia di parole
da comprare nel luogo magico
che è una libreria: un santuario
tranquillo,come fuori dal mondo,
dov’è bello isolarsi,concentrarsi
nella scelta-dimenticare il fuori
Trovare ogni volta un “capo”nuovo,
insolito,nascosto,
un piccolo tesoro col quale uscire appagati,
almeno per un poco…
Dopo l’arco forsennato del giorno.
La sera già comincia il Viaggio,
come con il migliore amico,un libro;
gli occhi bevono ogni pagina,poi
l’aereo del Sonno accende i motori
e il viaggio continua decollando
per la landa indecifrabile dei sogni. 

Ena Villan


23 aprile 2017

LIBRI - Hermann Hesse




Tutti libri del mondo non daranno la perpetua felicità, ma chi ama leggere si sente felice mentre legge un bel libro!
Senza contare poi che ogni libro ci regala qualcosa e contribuisce ad aumentare sempre più quella ricchezza che non teme svalutazione o crisi e che nessuno può rubarti...

LIBRI

Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
però in segreto
 ti rinviano a te stesso.

 Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno,
 sole stelle luna.
 Perché la luce che cercavi
 vive dentro di te.

 La saggezza che hai cercato
 a lungo in biblioteca
 ora brilla in ogni foglio,
 perché adesso è tua.

Hermann Hesse 
(da La felicità, versi e pensieri)

AFORISMI SUI LIBRI


AFORISMI SUI LIBRI

Un libro deve essere una piccozza per rompere i mari congelati dentro la nostra anima.
(Frank Kafka)

Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.

(Umberto Eco)

I genitori ti insegnano ad amare, ridere e correre. 
Ma solo entrando in contatto con i libri, si scopre di avere le ali.
(Helen Hayes)

Leggere un libro non è uscire dal mondo, ma entrare nel mondo attraverso un altro ingresso.
(Fabrizio Caramagna)

Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine.
(Virginia Woolf)

Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all’interno della nostra memoria. Ogni bel libro porta qualche elemento, un’aiuola, un viale, una panchina sulla quale riposarsi quando si è stanchi. Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo parco, può capitare di trovarci qualcun altro.
(Susanna Tamaro)


Dimmi ciò che leggi e ti dirò chi sei” è vero; ma ti conoscerei meglio se mi dicessi quello che rileggi.
(François Mauriac)

La lettura è solitudine. Si legge da soli anche quando si è in due.
(Italo Calvino)

Quanto più s’allarga la nostra conoscenza dei buoni libri, tanto più si restringe la cerchia degli uomini la cui compagnia ci è gradita.
(Ludwig Feuerbach)

Vorrei che tutti leggessero. Non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo.
(Gianni Rodari)

Quando un libro ci fa sorridere questo libro vale più di ciò che costa.
(Ramon Eder)

Quanti uomini hanno datato l’inizio d’una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro.
(Henry David Thoreau)

Non esistono libri morali o immorali. I libri sono scritti bene o scritti male. Questo è tutto.
(Oscar Wilde)

Forse non ci sono giorni della nostra adolescenza 
vissuti con altrettanta pienezza di quelli
che abbiamo creduto di trascorrere senza averli vissuti, 
quelli passati in compagnia del libro prediletto. 
( Marcel Proust)


Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me.
Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. 
Altri mi insegnano a conoscere me stesso 
e mi ricordano che i giorni corrono veloci e che la vita fugge via. 
(Francesco Petrarca)

Una stanza senza libri 
è come un corpo senz'anima. 
(Marco Tullio Cicerone)

I libri ci sostengono nella nostra solitudine 
e ci impediscono di essere un peso per noi stessi. 
( Jeremy Collier )

La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati.
(René Descartes )

Non ci sono amicizie più rapide di quelle tra persone che amano gli stessi libri.
(Irving Stone)

Ho scoperto prestissimo che i migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla.
(Tiziano Terzani)

Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte.
(Nicolás Gómez Dávila)

I libri pesano tanto: eppure, chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole.
(Luigi Pirandello)


23 APRILE- Giornata mondiale del Libro e della rosa



23 APRILE - GIORNATA MONDIALE DEL LIBRO E DELLA ROSA

Il 23 aprile, in Catalogna, è una delle giornate più importanti di tutta la Regione, non solo perché si festeggia il Santo patrono San Jordì o Jorge (San Giorgio) ma anche perché coincide con la "giornata del libro e della rosa".
L’evento è molto sentito soprattutto a Barcellona, dove "Las Ramblas" sono invase da bancarelle di libri e chioschi di rose : è infatti tradizione antica che gli uomini regalino una rosa alle donne che, a loro volta , ricambiano il dono floreale con un libro; anche i librai  usano regalare una rosa per ogni libro venduto quel giorno.
Con il tempo, alcuni catalani hanno colto l'occasione per trasformare l'evento in una sorta di San Valentino primaverile, la scusa è, infatti, propizia per donare una rosa alla donna che hanno a cuore, sperando che lei ricambi se non con un libro, almeno (o per alcuni ancor meglio) con un bacio!
A creare la “Festa dei libri e delle rose” fu Vincent Clavel Andrés (1888-1967),  editore e scrittore valenziano stabilitosi a Barcellona che, nel 1926, fuse storia e leggenda unendo il simbolo del libro, che ricordava gli scrittori, alla rosa della leggenda di San Giorgio e il drago.
La leggenda piuttosto nota narra che, al tempo dei crociati, in una città  della Libia chiamata Selem, vi era un grande lago dove si nascondeva un drago.
Questa creatura feroce terrorizzava i cittadini e la gente del posto uccidendo con il fiato tutte le persone che incontrava.
Per questo motivo gli abitanti della cittadina cominciarono a offrirgli in cambio del bestiame per placare la sua ira, ma, quando questo cominciò a scarseggiare, furono costretti a sacrificare, oltre alle bestie, dei giovani scelti a caso.
Un giorno la sorte volle che fosse la giovane figlia del re, la principessa Silene, a essere sacrificata al drago.
Il Re, terrorizzato, offrì il suo patrimonio e metà del regno, ma la popolazione si ribellò, avendo visto morire tanti suoi figli.
Passati diversi giorni, il re alla fine dovette cedere e la giovane principessa si avviò verso il lago per essere offerta al drago.
In quel momento passò di lì il giovane cavaliere Giorgio, il quale saputo dell’imminente sacrificio, tranquillizzò la principessa, promettendole il suo intervento per evitarle quell’orrenda fine.
Quando il drago uscì dalle acque, sputando fuoco e mostrando la sua ira, Giorgio non si spaventò e trafisse il suo petto con la sua lancia, ferendolo e facendolo cadere a terra.
Poi disse alla principessa Silene di non aver timore e di avvolgere la sua cintura al collo del drago, che prese a seguirla docilmente verso la città.
Gli abitanti erano atterriti nel vedere il drago avvicinarsi alla città ma Giorgio li tranquillizzò dicendo loro di non aver timore poiché:
“Iddio mi ha mandato a voi per liberarvi dal drago: se abbraccerete la fede in Cristo, riceverete il battesimo e io ucciderò il mostro.
Allora il re e la popolazione si convertirono e il cavaliere, una volta ucciso il drago, lo fece trascinare fuori dalla città in festa.
Sempre la leggenda narra che, dal sangue del drago,  germogliò un cespuglio di rose dal quale Giorgio colse una splendida rosa per offrirla alla Principessa liberata: ecco come già dal  medioevo ebbe inizio questa romantica tradizione!

San Giorgio e il drago (1460) - Paolo Uccello

 Nel 1996, l’UNESCO, accettando una proposta degli Editori catalani, ha proclamato il 23 aprile di ogni anno "Giornata mondiale del Libro e del Diritto d’Autore", con l'obiettivo di incoraggiare e riscoprire la lettura, promuovere la pubblicazione dei libri e la protezione della proprietà intellettuale attraverso il copyright... dimenticandosi però della rosa!

“L’alfabetizzazione è la porta che conduce alla conoscenza, indispensabile per l’autostima e la responsabilizzazione dell’individuo. I libri, in tutte le forme, svolgono un ruolo essenziale”

Irina Georgieva Bokova (direttrice generale dell' UNESCO)

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L' OMBRA DEL VENTO - Carlos Ruiz Zafòn



Leggo libri in pratica da quando ho imparato a leggere, quindi ne ho letto una quantità davvero enorme, di tanti generi anche molto diversi tra loro. Leggere è sempre stata fonte immensa di benessere psicologico per me e ricordo che da piccolina avrei letto l'intera notte ma mia madre mi obbligava a spegnere la luce non oltre le nove e mezzo; io che faticavo a prendere sonno, ansiosa di leggere almeno un altro po’, aspettavo qualche interminabile minuto e poi sgusciavo dal letto e mi arrangiavo a leggere alla fievole luce di un lampione che c’era fuori dalla finestra della mia cameretta.
L'apprensione di venir scoperta da mia madre, che era abbastanza severa, però era tanta e, infatti, non osavo che leggere giusto un altro po’.
 Immancabilmente ci ripenso ora che sono libera di addormentarmi beatamente con un libro tra le mani, perdendomi tra le sue trame.
Oltre che leggerli, dei libri adoro accarezzare la copertina e annusarne le pagine, quindi assolutamente devono essere cartacei, non esistono altri tipi di libri per me!
Inutile quindi dirvi che una libreria è per me il posto più calamitante che ci sia: ci starei ore intere e non ne esco mai senza fare acquisti.
Ormai ho libri in ogni angolo della casa, tutti così nuovi da sembrare appena comprati e sono forse gli unici “oggetti” cui sono attaccata e piuttosto che prestarli, preferisco comprarli e regalarli.
Anche nella borsa ne porto dietro almeno un paio ovunque vada per “affrontare ogni eventuale attesa”…
Da piccola mi piacevano tanto le favole che narravano di principesse e fate, poi son passata ai classici per ragazzi: Piccole donne di Louisa May Alcott, Incompreso di Florence Montgomery, Cuore di Edmondo de Amicis sono tra quelli che più hanno lasciato un’ impronta nel mio animo  di fanciulla.
Crescendo poi ho letto altri memorabili libri: Cime tempestose di Emily Brontë, Il nome della rosa di Umberto Eco, L'amore ai tempi del colera di Gabriel Garcia Marquez e più recentemente Il Cacciatore degli aquiloni di Khaled Hosseini… e chissà quanti me ne verranno in mente dopo e mi rammaricherò per non averli suggeriti!
 Sicuro vi suggerisco anche L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn, che potrei definire il libro per i patiti di libri!


Trama: A Barcellona una mattina d’estate del 1945 il proprietario di un negozio di libri usati,conduce il figlio undicenne Daniel al Cimitero dei Libri Dimenticati, un luogo segreto dove vengono sottratti all’oblio migliaia di volumi di cui il tempo ha cancellato il ricordo. E qui Daniel entra in possesso di un libro “maledetto” che cambierà il corso della sua vita, introducendolo in un mondo di misteri e intrighi legato alla figura di Juliàn Carax, l’autore di quel volume. Daniel ne rimane folgorato, mentre dal passato iniziano a emergere storie di passioni illecite, di amori impossibili, di amicizie e lealtà assolute, di follia omicida e di un macabro segreto custodito in una villa abbandonata. Una storia in cui Daniel ritrova a poco a poco inquietanti parallelismi con la propria vita…

 “Isaac ci invitò a entrare con un lieve cenno del capo. Dall’atrio, immerso in una penombra azzurrina, si intravedevano uno scalone di marmo e un corridoio affrescato con figure di angeli e di creature fantastiche. Seguimmo il guardiano fino a un ampio salone circolare sovrastato da una cupola da cui scendevano lame di luce. Era un tempio tenebroso, un labirinto di ballatoi con scaffali altissimi zeppi di libri, un enorme alveare percorso da tunnel, scalinate, piattaforme e impalcature: una gigantesca biblioteca dalle geometrie impossibili. Guardai mio padre a bocca aperta e lui mi sorrise ammiccando.
«Benvenuto nel Cimitero dei Libri Dimenticati, Daniel.»”
tratto da L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafòn


17 aprile 2017

PREGHIERA ALL' ANGELO DI LUCE


Buon lunedì dell'Angelo risplendente di luce! 

PREGHIERA ALL' ANGELO DI LUCE

Angelo di Luce, che vegli sulla mia povera anima e sulla mia vita,
non mi lasciare, sono un peccatore
 e non mi abbandonare per le mie nefandezze.
Non permettere che si avvicinino gli spiriti malvagi,
guidami esercitando il tuo potere sul mio corpo mortale.
Prendi la mia mano ferita e impotente,
e conducimi sulla via della salvezza eterna.
Angelo di Dio che vegli sulla mia anima e sul mio corpo,
perdonami per tutto quello che ha potuto offenderti nel corso della mia vita
e tutte le mie colpe di oggi.
Proteggimi nella notte che si avvicina
e guardami dalle insidie e dagli attacchi del nemico,
perché io non offenda Dio con il peccato.
Intercedi per me affinché Dio mi fortifichi nel suo timore
e faccia di me un servo degno della sua Luce.

(dal web)

16 aprile 2017

L' ORTO DEL GETSEMANI - Boris L. Pasternak


Una solenne  Buona Pasqua a tutti,  con la poesia  posta a conclusione del  romanzo di Boris Leonidovich Pasternak  "Il dottor Zivago" ... 


L' ORTO DEL GETSEMANI

Lo scintillio di lontane stelle un'indifferente
luce gettava alla curva della strada.
La strada aggirava il Monte degli Ulivi,
giù, sotto di lei, scorreva il Cedron.

Il prato a metà s'interrompeva.
Dietro cominciava la Via Lattea.
Canuti, argentei ulivi tentavano
nell'aria passi verso la lontananza.

In fondo c'era un orto, un podere.
 Lasciati i discepoli di là dal muro,
disse loro: «L'anima mia è triste fino alla morte,
rimanete qui e vegliate con me. »

E rinunciò senza resistenza,
come a cose ricevute in prestito,
all'onnipotenza e al miracolo,
e fu allora come i mortali, come noi.

Lo spazio della notte ora pareva
il paese dell'annientamento e dell'inesistenza.
La distesa dell'universo disabitata,
e soltanto l'orto un luogo capace di vita.

E guardando quei neri sprofondi,
vuoti, senza principio e fine,
perché quel calice di morte via da lui passasse
in un sudore di sangue pregò il padre suo.

Lenito dalla preghiera lo spasimo mortale,
 tornò al di là della siepe. Per terra
i discepoli, vinti dal sonno,
giacevano nell'erba lungo la strada.

Li destò: «Il Signore vi ha scelti a vivere
nei miei giorni, ed eccovi crollati come massi.
L'ora del figlio dell'uomo è venuta.
Egli si darà in mano ai peccatori. »

E aveva appena parlato che, chissà da dove,
ecco una folla di servi, una turba di schiavi,
luci, spade e, davanti a tutti, Giuda
col bacio del tradimento sulle labbra.

Pietro tenne testa con la spada agli sgherri
e un orecchio a uno di loro mozzò.
Ma sente: «Non col ferro si risolve la contesa,
rimetti a posto la tua spada, uomo.

Pensi davvero che il padre mio di legioni alate qui,
a miriadi, non m'avrebbe armato?
E allora, incapaci di torcermi un capello,
i nemici si sarebbero dispersi senza lasciar traccia.

Ma il libro della vita è giunto alla pagina
più preziosa d'ogni cosa sacra;
Ora deve compiersi ciò che fu scritto,
lascia dunque che si compia. Amen.

Il corso dei secoli, lo vedi, è come una parabola
e può prendere fuoco in piena corsa.
 In nome della sua terribile grandezza
scenderò nella bara fra volontari tormenti.

Scenderò nella bara e il terzo giorno risorgerò;
e, come le zattere discendono i fiumi,
in giudizio da me, come chiatte in carovana,
affluiranno i secoli dall'oscurità.»

 Boris L. Pasternak


9 aprile 2017

QUANDO LE CROCI SONO TROPPE-G. Francile


Si dice che il Signore non ci affida mai un peso più grande di quello che possiamo sopportare, ma senza dubbio non tutti saranno d’accordo al riguardo…
 Quante volte però ci pensiamo da soli a complicarci la vita con le nostre mani?

QUANDO LE CROCI SONO TROPPE

Un uomo viaggiava, portando sulle spalle tante croci pesantissime.
Era ansante, trafelato, oppresso e, passando un giorno davanti ad un Crocifisso, se ne lamentò con il Signore così: "Ah! Signore, io ho imparato nel catechismo che Tu ci hai creato per conoscerti, amarti e servirti…ma invece mi sembra di essere stato creato soltanto per portare le croci!
 Me ne hai date tante e così pesanti che io non più forza di portarle…".
Il Signore però gli disse:"Vieni qui, figlio mio, posa queste croci per terra e esaminiamole un poco…
 Ecco, questa è la più grossa e la più pesante; guarda che cosa c’è scritto sopra… ".
Quell’uomo guardò e lesse questa parola: sensualità.
"Lo vedi?" disse il Signore "questa croce non te l’ho data Io, ma te la sei fabbricata da solo.
 Hai avuto troppa smania di godere, sei andato in cerca di piaceri, di golosità, di divertimenti…e di conseguenza hai avuto malattie, povertà, rimorsi."
"Purtroppo è vero, soggiunse l’uomo, questa croce l’ho fabbricata io! E’ giusto che io la porti!".
Sollevò da terra quella croce e se la pose di nuovo sulle spalle.
Il Signore continuò: "Guarda quest’altra croce. C’è scritto sopra: ambizione.
Anche questa l’hai fabbricata tu, non te l’ho data Io.
Hai avuto troppo desiderio di salire in alto, di occupare i primi posti, di stare al di sopra degli altri…e di conseguenza hai avuto odio, persecuzione, calunnie, disinganni."
"E’ vero, è vero! Anche questa croce l’ho fabbricata io! E’ giusto che io la porti!".
Sollevò da terra quella seconda croce e se la mise sulle spalle.
Il Signore additò altre croci, e disse: "Leggi. Su questa è scritto: gelosia, su quell’altra: avarizia, su
quest’altra…"
"Ho capito, ho capito, Signore, è troppo giusto quello che Tu dici…"
E prima che il Signore avesse finito di parlare, il povero uomo aveva raccolto da terra tutte le sue croci e se l’era poste sulle spalle.
Per ultima era rimasta per terra una crocetta piccola piccola e quando l’uomo la sollevò per porsela sulle spalle, esclamò: "Oh! Come è piccola questa! E pesa poco!" Guardò quello che c’era scritto sopra e lesse queste parole: "la croce di Gesù".
Vivamente commosso, sollevò lo sguardo verso il Signore ed esclamò: "Quanto sei buono!".
 Poi baciò quella croce con grande affetto.
E il Signore gli disse:" Vedi, figlio mio, questa piccola croce te l’ho data Io, ma te l’ho data con amore di Padre; te l’ho data perchè voglio farti acquistare merito con la pazienza; te l’ho data perchè tu possa somigliare a Me e starmi vicino per giungere al Cielo, perchè io l’ho detto: "chi vuole venire dietro a me prenda la sua croce ogni giorno e mi segua…Ma ho detto anche: "Il mio giogo è soave e il mio peso è leggero".
L’uomo con le croci riprese silenzioso il cammino della vita; fece ogni sforzo per correggersi dei suoi vizi e si diede con ogni premura a conoscere, amare e servire Dio.
Le croci più pesanti e più grosse caddero, una dopo l’altra dalle sue spalle e gli rimase soltanto quella di Gesù. Questa se la tenne stretta al cuore fino all’ultimo giorno della sua vita, e quando arrivò al termine del viaggio, quella croce gli servì da chiave per aprire la porta del Paradiso.

Giovanni Francile




LA COLOMBA - Giacinto Verdaguer


Una candida colomba con il tradizionale  ramoscello d'ulivo per augurarvi una domenica delle palme di pace e amore!

LA COLOMBA

Il diluvio universale
d'un funereo manto nero
ricopriva il mondo intero,
preda stolta del suo male.
L'uomo, triste, sotto il peso
si piegava del suo errore,
quando un subito chiarore
lo ferì, vivo, inatteso...
Dalla bruma tenebrosa
la colomba gaudiosa.

Colomba candida,
che il mondo aspetta,
il ramoscello d'ulivo affretta.

Un diluvio d'altri mali
è sudario ora della terra,
poichè gli uomini mortali
si scatenano la guerra,
e l'amore, il dolce amore,
han costretto ad andar via,
per dar luogo, oh folle errore !
all'orror dell'anarchia.
Sopra ai tumuli la pace
tace e piange, piange e tace.

Colomba candida,
che il mondo aspetta,
il ramoscello d'ulivo affretta.

Giacinto Verdaguer 

5 aprile 2017

LA FINESTRA DELLE MERAVIGLIE - Giovanna Faro


Buonanotte con un sognante plumbago, l' azzurro  fiore che simboleggia l'intesa e la complicità...

LA FINESTRA DELLE MERAVIGLIE


Narrano fiabe
di laghi incantati
i chiaroscuri leggeri
tra i petali lievi,
d'incontaminata azzurrità
delle plumbago sognanti.
E la luna
tra le nuvole pensosa
sulla tenda disegna
magiche trine
di ombre fluttuanti:
fuggitivi attimi
rubati al destino.

Lascito Incommensurabile
Generando azioni
avranno
tra le dita le ere dei tuoi occhi
peonie turchesi
gelsomini azzurri
incommensurabili spazi
da cui trarre carne viva
per generazioni e generazioni
afrodisiaci soli
chiari di luna
lascia
a loro
splendori
d'anima
miniature di cieli
in eredità d'amore

Giovanna Faro

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