Il plumbago o piombaggine è un nome molto prosaico che evoca tinte
grigie, che poco si addice ai suoi fiori che sono invece di una intensa
tonalità azzurra.
Forse proprio per questo è chiamato anche gelsomino azzurro, anche
se con i gelsomini non ha nulla a che fare.
E' invece chiamato plumbago probabilmente perché anticamente si
credeva che avesse poteri curativi contro l’avvelenamento da piombo, in latino “plumbu”.
Anche se viene descritta come una pianta resistente ai rigori
invernali, io proprio non riesco a farla sopravvivere al freddo, ma piacendomi
tantissimo e sperando prima o poi di averne un'enorme cascata, ogni primavera
la ripianto speranzosa... mal che vada avrò un bel cespuglio almeno per qualche
mese!
LA CESTA DELLA
VERANDA
Nella mezza stagione che ritorna,
nell’autunno come in primavera,
fiorisce il plumbago.
Dai tondi vasi bruni di terracotta spande la sua essenza.
La veranda paterna ne è colma.
L’ordine di quel luogo è interrotto al passare di mia nonna.
Una sigaretta sottile e il profumo di blu si confonde col fumo,
come d’autunno la nebbia, sempre in quella veranda.
Tra le pieghe della gonna di lana come le tende, a quadri,
si celano i fiori del plumbago raccolti inconsapevolmente.
Ecco io ricordo quei momenti e quell’odore
di blu e di fumo commisti
che il sole e l’aria pulita esaltavano
trapelando dalle vetrate socchiuse
nelle prime o ultime giornate serene delle mezze stagioni
ormai andate; perdute, come la casa paterna.
Demetrio de' Speri
11 Ottobre 2013
Valerio Borzieri Di Stresa - Plumbago vaso rosso
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