27 gennaio 2021

DAVID OLERE- IL PITTORE DELL'OLOCAUSTO

Il cibo dei morti per i vivi - Autoritratto di David Olère


DAVID OLERE- IL PITTORE DELL'OLOCAUSTO


Tanti scampati all'Olocausto hanno descritto il terrificante vissuto nei campi di concentramento in libri o poesie, David Olère lo fece invece "fotografando" i suoi ricordi in raccapriccianti disegni e opere su tela raffigurando spesso anche se stesso, più simile a uno spettro che a un essere umano. I disegni realizzati tra il 1945 e il 1947 sono più di cinquanta e ispireranno le sue successive opere su tavola che nel 1976 donerà al Museo di Arte del Ghetto Fighters d'Israele.




David Olère nacque a Varsavia il 19 gennaio 1902 e studiò all’Accademia di Belle Arti; dopo aver vissuto e lavorato in Germania qualche anno, nel 1923 si trasferì a Parigi, dove lavorò come pubblicitario e costumista per la Paramount Pictures. Era un tranquillo uomo come tanti, sposato e con un figlio, quando il 20 febbraio 1943, Olère fu arrestato dalla polizia francese durante un rastrellamento di ebrei nella Seine-et-OiseIl 2 marzo 1943 giunse insieme a circa mille ebrei ad Auschwitz-Birkenau e fu selezionato insieme con altri diciotto per il lavoro, mentre il resto finisce gasato poco dopo l'arrivo.




Registrato come prigioniero 106144, lo assegnano al Sonderkommando, la squadra speciale di prigionieri costretta ad accompagnare quelli destinati alla morte e poi svestire, tagliare i capelli, estrarre i denti d’oro ai cadaveri, svuotare le camere a gas e cremare i corpi. I membri di quest’unità vivevano in settori dei campi, completamente separati dagli altri deportati e, normalmente, ricevevano un trattamento migliore come maggiori quantità di cibo, vestiti più pesanti e, probabilmente sopportare meglio l'orribile lavoro, anche alcolici.



Molti storici e deportati sopravvissuti criticarono il comportamento dei Sonderkommando, accusandoli di non aver rifiutato l'infame compito. Lo stesso Primo Levi, li definì "corvi neri del crematorio" anche se invitava, nello stesso tempo, a non essere lapidari nei giudizi perché bisognava immedesimarsi e comprendere che la scelta era, in pratica, tra una qualche speranza di vita o una morte resa certa dal rifiuto.



Verso la fine della prigionia, quando le guardie erano troppo preoccupate per le sorti della guerra e quindi la sorveglianza meno attenta, Olère iniziò a disegnare dettagliatamente quanto vedeva. Poiché le testimonianze fotografiche di quanto avveniva nei campi di concentramento, furono trovate solo successivamente negli archivi delle SS, i disegni  di Olère ebbero un valore documentario eccezionale, rivelandosi determinanti per capire soprattutto com’erano strutturati e come funzionavano i forni crematori e le camere a gas, venendo persino mostrati nei processi contro i nazisti come veri e propri atti di accusa .


Ritratto di Erich  Muhsfeldt, oberscharführer delle SS. responsabile alle camere a gas,  processato ad Auschwitz nel 1947 e giustiziato a Cracovia nel 1948, mediante impiccagione.



David Olère riuscì a salvarsi anche perché parlava sei lingue: polacco, russo, yiddish, francese, inglese e tedesco, utile quindi come interprete per tradurre le notizie trasmesse dalla BBC. Le SS apprezzavano anche la sua abilità come illustratore e da lui si facevano scrivere le lettere da spedire ai familiari con un'elegante calligrafia gotica e decorazioni floreali.





David Olère rimase ad Auschwitz fino al 19 gennaio del 1945 quando, a fronte dell’avanzata dell’Armata rossa, i nazisti ormai sconfitti decisero di ritirarsi trascinandosi dietro tutti i prigionieri ancora sani e intraprendendo una disperata "marcia della morte" che li condusse prima al campo di Mauthausen, poi ai sotto campi di Melk ed Ebensee da dove Olère tentò ben cinque la fuga. La salvezza infine giunse il 6 maggio 1945 con l'arrivo dell'esercito americano che liberò i campi.




Tornato a Parigi poté riabbracciare la moglie e il figlio, ma apprese anche che tutta la sua famiglia di origine era stata sterminata a Varsavia.
Condusse la sua attività di pittore e scultore, senza  mai smettere di testimoniare con la sua arte l'orrore visto e vissuto durante l'Olocausto.



Morì a Parigi il 21 agosto 1985, peraltro turbato dalle teorie negazioniste che iniziavano a diffondersi  in Europa e che, di conseguenza, mettevano anche in dubbio la veridicità dei suoi disegni.
  La sua testimonianza prosegue attraverso la moglie e il figlio che continuano a informare il mondo su quanto avvenuto ad Auschwitz tramite le sue scioccanti opere.

David Olère  - Autoritratto

Nessun commento:

POST PIU' POPOLARI

SANTA CHIARA D' ASSISI - 11 Agosto

SANTA CHIARA D' ASSISI "Per la grazia di Dio, l'anima dell'uomo fedele, che è la più degna di tutte le creature, è...