Un
amore così incondizionato e disinteressato, forse solo un cane può donarcelo!
Così testimonia anche la dolcissima, reale storia
di Hachiko, che molti conosceranno soprattutto per merito del coinvolgente film
del 2009: "Hachiko - Il tuo migliore amico", diretto da Lasse
Hallström e con Richard Gere nelle vesti di Hidesaburō Ueno, il professore
universitario che, nel gennaio del 1924, adottò un cucciolo bianco di Akita Ino
e lo chiamò Hachi, in giapponese otto, perché era l'ottavo nato della
cucciolata e anche perché in Giappone il numero otto è beneaugurante, mentre
l'affisso vezzeggiativo "kō" fu aggiunto in seguito.
Il professor Ueno, docente all'Università imperiale di Tokyo, sviluppò in Giappone lo studio dell'agro-ingegneria del terreno arato e ogni giorno lavorativo si dirigeva alla stazione ferroviaria di Shibuya, dove viveva, per raggiungere l’università , sempre scortato dal suo fedele cane che, incredibilmente, tornava in stazione ogni pomeriggio a riprenderlo nell' orario in cui il treno riportava a casa il suo adorato padrone.
Il 21 maggio del 1925, purtroppo, il professore morì stroncato da un ictus, durante una lezione e per il povero cane iniziò così la lunga vana attesa.
Hidesaburō Ueno
( Tsu, 19 gennaio 1872 – Tokyo, 21 maggio 1925)
Hachiko, infatti, si recò alla stazione il giorno seguente e continuò nei giorni a seguire, sempre speranzoso di veder scendere dal convoglio l’uomo a cui era legato da profondo affetto.
Inizialmente, nessuno badò a quel docile cane che si appostava alla stazione, ma il suo persistere si fece notare dal capostazione e dai pendolari che abitualmente frequentavano la stazione e iniziarono ad accudirlo con premura.
Col tempo si seppe il motivo per cui Hachiko si recava alla stazione e la struggente storia si diffuse in tutto il Giappone, tanto che moltissime persone venivano da fuori solo per vedere e accarezzare l’eroica bestia che attendeva il rientro del suo padrone con qualsiasi condizione meteorologica, senza saltare un giorno.
Solo la sua morte, che avvenne a causa della filariasi l'otto marzo 1935, quindi dopo dieci lunghi anni, mise fine al rito quotidiano.
Hachiko
La morte di Hachiko, diventato ormai un simbolo di fedeltà canina, fu talmente sentita dall’intera popolazione giapponese, che la notizia fu riportata su tutte le prime pagine dei giornali e fu addirittura indetto un giorno di lutto nazionale in suo onore.
Nell’aprile del 1934, lo scultore Teru Ando, realizzò una scultura di bronzo con le sembianze di Hachiko che fu posta nella stazione di Shibuya, la statua fu però sciolta durante la Seconda Guerra Mondiale per la necessità di fondere il metallo per farne delle armi e poi rimpiazzata nel 1948 da una nuova statua commissionata al figlio dello scultore, Takeshi Ando.
Esiste anche una seconda scultura di Hachiko a Odate, luogo in cui il cane nacque.
Alcune ossa di Hachiko sono sepolte nel cimitero di Aoyama, con quelle del suo padrone, ma il resto del suo corpo, perfettamente imbalsamato, si trova presso il Museo Nazionale di Natura e Scienza della città di Shibuya..
La storia di Hachikō ha avuto lungamente eco anche nella letteratura, comparendo soprattutto in racconti per bambini.
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