BEFANA
Brutta gobba e vecchierella
brilla in ciel come una stella,
in su la scopa sfilacciata
lisa curva e consumata.
Del suo naso si fan beffa,
ruga grinza e assai barbuta,
con addosso un po' di stoffa,
rammendata e mal cucita.
Un gran sacco rattoppato
giallo cenere di juta,
vien di notte il 6 gennaio,
è una vecchia conosciuta.
Porta doni ai bimbi buoni,
pochi poveri ma veri,
ma qualcosa ai meno bravi
dà comunque volentieri.
Se carbone hai ricevuto,
se sei stato biricchino,
prova pure a dargli un morso,
sentirai che buon dolcino.
Mette tutto nella calza
che tu appenderai al camino,
non importa di che stoffa
ma più è grande e meglio è.
Corri a letto presto presto,
guai a te se poi ti alzi,
per vedere di nascosto
quando viene e se ne và.
Verrà quì l'anno venturo,
fino a che ci crederete,
dal più splendido dei sogni
o non si farà veder più.
Se provate ad aspettarla,
curiosando se c'è o no,
non potrete mai vederla
e non tornerà mai più.
Questa la sua volontà,
che non siate biricchini,
con la mamma ed il papà
lei e tutti i suoi bambini.
Siate ricchi o poverelli,
un po' brutti o molto belli,
con la calza anche bucata,
di cotone seta o lana,
hai capito o già lo sai,
di che vecchia sto parlando,
ch'è più buona di una fata,
già... la chiamano... BEFANA.
Tiziano Romeo
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