27 gennaio 2021

EDITH STEIN- SANTA TERESA BENEDETTA DELLA CROCE

 


Tra le tante vittime della Shoah si contano numerosi religiosi di fede cattolica e Edith Stein, monaca cristiana, filosofa e mistica tedesca dell'Ordine delle Carmelitane Scalze, altrimenti conosciuta come Teresa Benedetta della Croce, figura tra queste.

Nata a Breslavia, capitale storica della Slesia il 12 ottobre 1891, da una famiglia ebrea di ceppo tedesco e cresciuta seguendo i valori della religione israelitica, ma durante l'adolescenza diventò, atea, come lei stessa spiegò: "dall’età di tredici anni fui atea perché non riuscivo a credere nell’esistenza di Dio."


Studia filosofia a Gottinga, diventando prima discepola e poi assistente del celebre filosofo Edmund Husserl, il fondatore della scuola fenomenologica. 
Fu tra le pochissime donne del suo tempo che poté studiare e insegnare brillantemente filosofia, inoltrandosi nei sentieri di una ricerca esistenziale e quando nel 1917 si laureò, aveva già al suo attivo una serie di studi importanti che le avrebbero aperto le porte della carriera accademica.
In questi anni si dedicò anche all'attività politico-sociale, impegnandosi nel Partito Democratico Tedesco a favore del diritto di voto alle donne e al ruolo nella società della donna che lavora.
Protesa però in una ricerca incessante e radicale della verità, impegnata nella soluzione dei grandi problemi della vita, non poteva non imbattersi nella verità di Dio che tramite Gesù sacrifica tutto per gli uomini, senza fermarsi neppure di fronte al suo dolore e alla sua morte.
Il pensiero di Dio, cominciò a insinuarsi con forza crescente nella sua vita, alimentato anche da alcuni avvenimenti, come la morte durante la prima guerra mondiale di uno stimato professore che causò grande dolore ai suoi conoscenti, ma soprattutto per la moglie, la quale anziché crollare sotto il peso del dramma, reagì trovando in Dio la forza di iniziare una nuova vita.
Edith ne fu profondamente colpita e ricordando l'episodio scrisse: “Fu il mio primo incontro con la croce e con la forza che essa comunica in chi la porta”.



La ricerca della verità la condusse verso la verità di Dio e nel 1921 il cammino di avvicinamento giungeva alla conclusione quando , ospite di un’amica, Edith scelse a caso un libro tra i molti di cui era fornita la biblioteca e si trovò tra le mani la voluminosa autobiografia di santa Teresa d’Ávila.
Santa Teresa aveva sintetizzato in un motto la sua fede: "Dio basta" e la Stein leggendolo si disse : "questa è la verità", e lo fece suo.
Nel 1921 si convertì al cattolicesimo, ricevendo il Battesimo nel 1922 anche se la sua scelta di diventare cattolica la mise in contrasto con la madre, che era molto legata alla religione ebraica.
Dopo la conversione, Edith continuò a insegnare in vari collegi religiosi, ma il regime nazista aveva già cominciato a discriminare gli ebrei, costringendoli a lasciare insegnamento.
Il 12 aprile 1933, alcune settimane dopo l'insediamento di Hitler al cancellierato, Edith Stein scrisse a Roma per chiedere a papa Pio XI e al suo segretario di stato - il cardinale Pacelli, già nunzio apostolico in Germania e futuro papa Pio XII - di non tacere più e di denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei.
La Stein, non potendo più insegnare, decise di dedicarsi alla vita contemplativa e realizzando un desiderio che da tempo portava nel cuore, entrò nel monastero carmelitano a Colonia prendendo il nome di Teresa Benedetta della Croce.
Il Carmelo è una grande scuola di umiltà ed Edith dovette dedicarsi come le altre sorelle alle faccende domestiche, adeguandosi alle esigenze della vita comune con gioia, per seguire Gesù anche nelle quotidiane umili cose.
Nel monastero scrisse il suo libro metafisico "Essere finito ed Essere eterno", con l'obiettivo di conciliare le filosofie di Tommaso d'Aquino e di Husserl.
L’odio contro gli ebrei intanto aumentava e la presenza di Edith nel Carmelo di Colonia, pur sempre ebrea nonostante la conversione al cristianesimo, costituiva un pericolo per le sue consorelle.
Si trasferì allora in Olanda, nel Carmelo di Echt, dove si dedicò allo studio della figura e dell’opera di san Giovanni della Croce grande riformatore, assieme a santa Teresa d’Ávila, della vita carmelitana, scrivendo "La scienza della croce. Studio su Giovanni della Croce".
Nel 1940 i tedeschi invasero anche l’Olanda, e Edith dovette appuntare sull’abito monastico la stella gialla che la segnalava come ebrea.
"Sono contenta di tutto" - scriveva- "solo se si è costretti a portare la croce in tutto il suo peso, si può conquistare la saggezza della croce".

Il 2 agosto 1942 Edith e sua sorella Rosa, pure lei convertita, furono prelevate e deportate nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove furono uccise nelle camere a gas il 9 agosto 1942 e poi cremate.
Un ebreo scampato allo sterminio, testimone delle ultime ore di Edith, descrisse la sua serenità e il prodigarsi per gli altri nel lager, soprattutto delle donne prede dello sconforto e della disperazione. "Vivendo nel lager in un continuo atteggiamento di disponibilità e di servizio – scrisse il testimone – rivelò il suo grande amore per il prossimo".
Edith Stein fu proclamata, da Papa Giovanni Paolo II, beata nel duomo di Colonia l’1 maggio 1987 e santa l’ 11 ottobre 1998 nella basilica di San Pietro in Vaticano.  
L'anno successivo fu dichiarata compatrona d’Europa, con Santa Brigida di Svezia e Santa Caterina da Siena.
La Chiesa la ricorda il 9 agosto.



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