31 ottobre 2018

HALLOWEEN IN A SUBURB - H.P. Lovecraft





Questa è notte più inquietante dell'anno... buoni incubi a tutti!


HALLOWEEN IN A SUBURB

Nel livido, triste chiarore lunare 
svettano bianchi i campanili, 
gli alberi si ricoprono d'argento 
e sui comignoli volano i vampiri. 
Guarda: le arpie del cielo profondo batton le ali, 
ridono ed osservano. 
Sul morto villaggio sotto la luna 
mai ha brillato il sole al tramonto: 
è emerso dal buio di ere perdute,
là dove scorrono fiumi di follia
lungo abissi di sogno senza fondo. 
Un vento gelido striscia fra i covoni 
sui campi splendenti di pallida luce 
e s'aggroviglia attorno alle lapidi nel cimitero 
dove i ghoul ricercano l'orrida preda per la loro fame. 
Neppure il soffio degli strani Dèi del mutamento 
giunti al passato a reclamare 
ciò che gli appartenne
può rendere quest'ora meno immota: 
una forza spettrale copre tutto, 
diffonde il sonno dal suo seggio antico 
e libera l'ignoto senza fine. 
Si estendono di nuovo la valle e la pianura 
che videro lune scordate ormai da tempo, 
ebbri danzano i mostri sotto i fiochi raggi, 
sorgendo dalle fauci del sepolcro 
per scuotere il mondo col terrore. 
Le cose che il mattino aspro rivela, 
l'orrore e la miseria di campi desolati irti di sassi 
si aggiungeranno un giorno a tutto il resto 
tramando con le ombre maledette. 
S'alzi pure nel buio il gemito dei lemuri, 
guglie rose di lebbra giungan fino al cielo...non cambia nulla: 
chè l'antico e il nuovo insieme 
son ravvolti nelle pieghe del costume destino, morte e orrore.
I Segugi del Tempo sono pronti le carni d'entrambi a dilaniare. 


Howard Phillips Lovecraft 

(Providence, 20 agosto1890 – Providence, 15 marzo 1937) 

Uno tra i maggiori scrittori di letteratura horror insieme ad Edgar Allan Poe 

24 ottobre 2018

MATTINO D' AUTUNNO - Federico Garcia Lorca



Una dolce e soleggiata giornata!

MATTINO D' AUTUNNO

Che dolcezza infantile
nella mattinata tranquilla!
C’è il sole tra le foglie gialle
e i ragni tendono fra i rami
le loro strade di seta.

Federico Garcia Lorca

23 ottobre 2018

FOGLIE ACCARTOCCIATE - Rosa M.Di Falco


In autunno, non andare dai gioiellieri a vedere l’oro; vai nei parchi!
(Mehmet Murat ildan)

FOGLIE ACCARTOCCIATE

Con il volto bagnato dalla pioggia,
corro incontro al vento,
laddove tutto è velato.
Emozioni di minuscole gocce
scivolano lentamente
su un’anima rorida di affanni …
Pioggia che batte…
Il suo tintinnio monotono,
sull’asfalto scivoloso,
canta una nenia…
Anima graffiata
da un barlume di tetri fantasmi…
Nello scrigno…
foglie accartocciate…

(Rosa Maria Di Falco)

SERA D'AUTUNNO - F.G.Lorca


Una buona serata autunnale!
SERA D' AUTUNNO

La sera
si vestì di freddo.
Dietro i vetri appannati
tutti i bambini
vedono tramutarsi in uccelli
un albero giallo.
La sera è distesa
lungo il fiume. 
Un rossore di mela
trema sui tetti.

Federico Garcia Lorca

22 ottobre 2018

ALBERO AUTUNNALE - J. Guillen Orfeo


“Perché io?” sembra dire cadendo la prima foglia che un albero abbandona nell’autunno.
(Grégoire Lacroix)

ALBERO AUTUNNALE

Già matura
la foglia pel sereno suo distacco
discende
nel cielo sempre verde dello stagno.
Nel calmo
languore della fine, l'autunno s'immedesima.
Dolcissima
la foglia s'abbandona al puro gelo.
Sott'acqua
con incessanti foglie va l'albero al suo dio.

(J. Guillen Orfeo)

19 ottobre 2018

LA FOGLIA - A. V. Arnault - IMITAZIONE - G. Leopardi



"La foglia" è la poesia più nota di Antoine-Vincent Arnault, politico, poeta e drammaturgo francese.
Intrapresi gli studi di diritto, Arnault si appassionò comunque alla poesia, componendo eroidi, elegie e romanze, per due volte eletto all'Académie française.
Nominato segretario di gabinetto di Maria Teresa di Sardegna nel 1786, durante l’ultima fase della Rivoluzione francese, passata alla storia semplicemente come il "Terrore", fu costretto a rifugiarsi in Inghilterra e una volta rientrato il Francia subì un breve arresto.
Sin da prima del Consolato, Arnault strinse amicizia con Napoleone Bonaparte che lo incaricò, nel 1797, dell'organizzazione amministrativa delle Isole Ionie, occupate dalla Francia.
 Arnault accompagnò Napoleone nella Campagna d'Egitto, anche se dovette interrompere il viaggio a Malta.
 Nel 1799, Napoleone lo fece nominare membro dell'Institut e gli procurò un posto al ministero dell'Interno.
Essendo stato Ministro della Pubblica Istruzione ad interim durante i Cento giorni, Arnault venne condannato all'esilio all'epoca della Seconda Restaurazione e radiato dall'Académie nel 1816.
Richiamato in patria nel 1819, nel 1829 fu rieletto all'Académie, della quale divenne segretario perpetuo nel 1833.
Proprio l'occasione dell'esilio gli ispirò questa poesia, pubblicata nelle Fables del 1802 e in seguito tradotta da Giacomo Leopardi, con le personali modifiche.
Nel confronto tra le due poesie, si evidenzia come il poeta francese esprime principalmente il rammarico per la propria vicenda; il Leopardi, nella "povera foglia frale", vede invece la sorte di ogni uomo, che ignora il perché delle cose, ma conosce la propria condanna ad errare da un luogo all'altro, per poi trovare in fondo al proprio cammino, la morte che si prende tutto, anche la bellezza e la gloria, magistralmente simboleggiate dalla foglia di rosa e da quella di alloro.


LA FOGLIA

 Staccata dal fusto,
povera foglia secca,
dove vai tu? - Non lo so.
La tempesta ha spezzato la quercia
che solo era il mio sostegno.
Col suo soffio incostante
lo Zeffiro o l'Aquilone
da quel giorno mi spinge
dalla foresta alla pianura,
dalla montagna alla valle.
lo vado ove il vento mi mena
senza compatirmi o spaventarmi,
vado ove va ogni cosa,
ove va la foglia di rosa
e la foglia d'alloro.

Antoine-Vincent Arnault
(Parigi, 1º gennaio 1766 – Goderville, 16 settembre 1834)



IMITAZIONE

Lungi dal proprio ramo
Povera foglia frale
Dove vai tu?-dal faggio
Là dov’io nacqui,mi divise il vento
Esso, tornando a volo
Dal bosco alla campagna
Dalla valle mi porta alla montagna.
Seco perpetuamente
Vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro.
Vo dove ogni altra cosa,
Dove naturalmente
Va la foglia di rosa,
E la foglia d’alloro

 Giacomo Leopardi
(Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837)



DANZA DELL' ANIMA - Annabella Grassia


Assaporiamo gli irresistibili colori e i profumi dell' autunno...

DANZA DELL' ANIMA

Persa con lo sguardo scruto in un dipinto che è lì davanti a me...
chiudo gli occhi e sento il profumo di un autunno al tramonto
che mi guida nel bosco dell'anima
e persa... ritrova luce nei colori...
giallo arancio verde... nell'aria spinte da un vento fresco
si animano schiere di foglie quasi a danzare per me,
mi unisco a loro 
liberandomi da ogni pensiero,
mi abbandono sulle ali del vento 
e per un attimo rivivo la gioia ritrovata di un autunno dimenticato.

Annabella Grassia

17 ottobre 2018

NATURA AUTUNNALE - Marino Moretti


 
Non sembrano proprio dei fiori, questi bianchi funghi che ho scorto stamattina in un vaso di gelsomino ?
Non ne avevo mai visti di così belli e mi hanno fatto ricordare una poesia molto carina, di Marino Moretti, studiata alle elementari...

NATURA AUTUNNALE

Il cielo ride un suo riso turchino
benché senta l'inverno ormai vicino.
Il bosco scherza con le foglie gialle
benché l'inverno senta ormai alle spalle.
Ciancia il ruscel col rispecchiato cielo,
benché senta nell'onda il primo gelo.
é sorto a piè di un pioppo ossuto e lungo
un fiore strano,un fiore a ombrello,un fungo.

Marino Moretti



MATTINO D' AUTUNNO - Fabrizio Bragante


Nonostante la pioggia, speriamo sia un buon giorno!

MATTINO D' AUTUNNO

Piove in questo mattino d’autunno
pigro ad aprire gli occhi
sulla pallida luce che screzia l’orizzonte
di un timido e fuggevole grigiore
mentre le gocce sui vetri confondono il mondo
ed allungano i contorni delle cose
come ombre stiracchiate sui muri
dalle ultime luci sul far dell sera

I pensieri scorrono copiosi come rivoli d’acqua
ai margini delle strade affollate di gente nervosa
ed affamata di tempo da immolare
sull’altare del fretta.
Non mi muoverò di casa oggi
ascolterò la silenziosa sinfonia dei minuti
che passano portando con sé
minuscole briciole dell mia vita.

(Da ” Un Ponte di parole ” )
Fabrizio Bragante

15 ottobre 2018

O NOTTE - Giuseppe Ungaretti


  Una dolce notte con un'ermetica poesia di un illustre poeta...

O NOTTE

Dall'ampia ansia dell'alba
Svelata alberatura.

Dolorosi risvegli.

Foglie, sorelle foglie,
Vi ascolto nel lamento.

Autunni,
Moribonde dolcezze.

O gioventù,
Passata è appena l'ora del distacco.

Cieli alti della gioventù,
Libero slancio.

E già sono deserto.

Preso in questa curva malinconia.

Ma la notte sperde le lontananze.

Oceanici silenzi,
Astrali nidi d'illusione,

O notte.

Giuseppe Ungaretti

FOGLIE D' AUTUNNO - Ugo Mastrogiovanni



Le foglie che cadono non ci dicono addio, ma semplicemente arrivederci!

"La libertà della foglia che abbandona il ramo è la responsabilità di tornare ogni primavera"
(Fabrizio Caramagna)

FOGLIE D' AUTUNNO

Quanto dolore
nella foglia che perde il suo colore
e che tremore quando turbina e cade con il vento
negli avanzi d’autunno.
Dal tiglio spento
che riconosce a stento la sua ombra
nel pallore vespertino
comincia il suo cammino
e senza meta scende.
Ruzzola, volteggia,
s’arrotola, plana
tende a fermarsi,
risale, danza, sosta,
sembra si volti,
vien giù.
Il nido piange il merlo
senza protezione
fino all’altra stagione.
Anche la gazza spaurita
rende smarrita commiato alle sue foglie
che raccoglie il vento e porta via.
Pallide, contorte, ballerine
alcune sole, altre vicine,
smarrite, sembra si voltino
quasi volesser salutare
e dirci: aspettateci
sapremo ritornare.

Ugo Mastrogiovanni

3 ottobre 2018

ODE ALLA MELA - Pablo Neruda


A voi una croccante mela, che oltre a essere uno dei frutti più gustosi fa notoriamente bene, affermato dal detto popolare “Una mela al giorno leva il medico di torno”.
 La mela è infatti costituita per circa l'85% del suo peso da acqua, contiene pochissime proteine e i grassi sono quasi assenti, mentre la restante parte è costituita soprattutto da carboidrati e da Vitamine come la B1, che combatte inappetenza, stanchezza e nervosismo e la B2 che facilita la digestione, protegge le mucose della bocca e dell’intestino e rinforza capelli e unghie.
La mela è ben tollerata dai diabetici perché ha pochi zuccheri e contiene circa il 2% di fibre tra cui la pectina.
Ottimi motivi per non farle mancare nella nostra alimentazione!

ODE ALLA MELA 

Te, mela,
voglio
celebrare
riempiendomi
la bocca
col tuo nome,
mangiandoti.
Sei sempre
nuova come niente altro,
sempre
appena caduta
dal Paradiso:
piena
e pura
guancia arrossata
dell’aurora!

Quanto difficili
sono
paragonati
a te
i frutti della terra,
le uve cellulari,
i manghi
tenebrosi,
le prugne
ossute, i fichi
sottomarini:
tu sei pura manteca,
pane fragrante,
cacio vegetale.

Quando addentiamo
la tua rotonda innocenza
torniamo per un istante
ad essere
creature appena create :
abbiamo ancora qualcosa della mela.

Io voglio
un’abbondanza totale,
la moltiplicazione
della tua famiglia,
voglio una città,
una repubblica,
un fiume Mississippi
di mele,
e alle sue rive
voglio vedere
tutta
la popolazione
del mondo
unita, riunita,
nell’atto più semplice che ci sia:
mordere una mela.

Pablo Neruda

CHI RICORDA - Nelson Sabbagh


Moderni Romeo e Giulietta...molto meno romantici degli originali, anzi direi proprio che al romanticismo hanno fatto il funerale!
 
CHI RICORDA...

Chi ricorda la bellezza della finestra 
e il calore delle dita che sono state scambiate 
per la tastiera fredda e inodore del cellulare? 

chi ricorda la bellezza della finestra 
e il calore e la luminosità dello sguardo, 
sostituito lo schermo che non vede nulla ? 

Ah ... mi mancano i romanzi che vivono dentro i libri 
che non ho mai dimenticato 
e che non potrò mai vivere !

Nelson Sabbagh

2 ottobre 2018

L'INVERNO A LLANES - Martín López-Vega


Auguri a tutti i dolci nonnini, soprattutto quelli che l'età ha reso fragili e che ora, dopo aver dato tanto, son loro ad aver bisogno di premurose cure e affetto smisurato...

"Marciapiedi pericolosi
ma quest'anno affronterò il ghiaccio con il bastone del nonno"
Seamus Heaney

L'INVERNO A LLANES

Mio nonno mi aveva parlato di queste cose: l'inverno
non è neve, così strano nelle città della costa;
l'inverno non si sente come la pioggia
ottieni le ossa, è sensazione
penetrare attraverso le mille cicatrici dell'anima,
molto lentamente, inevitabilmente. È sentimento
il freddo non nelle gambe quando si torna a casa,
ma nella punta delle dita
per ogni tocco non ricordato. effettivamente
mio nonno non mi ha mai detto queste cose; o almeno
non mi ha detto chiaramente, mi ha lasciato leggere
nella stanchezza dei tuoi occhi, o forse
Li ho letti di nascosto mentre li rileggeva
scritto in modo indelebile, acuto, con lettere di sale
nella carne viva del suo stesso cuore. Quel dolore
allora per me era incomprensibile, così vecchio.
Oggi l'inverno bussa alla mia porta, non molto forte,
perché non è necessario, perché so che non ho
altro rimedio che lasciarlo entrare, ricordai
quegli occhi; il suo modo di camminare, così veloce,
non arrivando prima, non fuggendo, consapevolmente
che accettare tardi la sconfitta non lo attenua.

Oggi le strade si aprono davanti a me
più scivoloso del solito,
congelato dai vecchi dubbi,
Esco allo stesso modo in strada,
Rassegnato, ma privo di paure,
di fronte al ghiaccio con il bastone di mio nonno.

 Martín López-Vega

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