25 APRILE FESTA DELLA LIBERAZIONE
Il 25 aprile 1945 il CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale dell'Alta Italia), presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valianialle, alle 8 del mattino via radio proclamò ufficialmente l'insurrezione, la presa di tutti i poteri e la condanna a morte per i gerarchi fascisti, tra cui Mussolini, che sarebbe stato catturato e fucilato tre giorni dopo.
Torino e Milano
furono liberate quel giorno, ma entro pochi giorni tutta l'Italia finalmente
usciva fuori dalla seconda guerra mondiale, da un ventennio fascista
e dall'occupazione della Germania nazista iniziata nel 1943.
La possiamo immaginare
l'esultanza generale?
A celebrazione della
totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 fu dichiarato
festa nazionale.
La ricorrenza fu poi
celebrata anche negli anni successivi, diventando festa ufficiale nel 1949 e da
allora, ogni 25 Aprile, in molte città italiane si organizzano parate militari,
cortei e manifestazioni in memoria di coloro i quali ci hanno reso un popolo
libero!
25 APRILE
Ecco, la guerra è finita.
Si è fatto silenzio sull’Europa.
E sui mari intorno ricominciano di notte a navigare i lumi.
Dal letto dove sono disteso posso finalmente guardare le stelle.
Come siamo felici.
A metà del pranzo la mamma
si è messa improvvisamente a piangere per la gioia,
nessuno era più capace di andare avanti a parlare.
Che da stasera la gente ricominci a essere buona?
Spari di gioia per le vie, finestre accese a sterminio,
tutti sono diventati pazzi, ridono, si abbracciano,
i più duri tipi dicono strane parole dimenticate.
Felicità su tutto il mondo è pace!
Infatti quante cose orribili passate per sempre.
Non udremo più misteriosi schianti nella notte
che gelano il sangue e al rombo ansimante dei motori
le case non saranno mai più cosi ‘ immobili e nere.
Non arriveranno più
piccoli biglietti colorati con sentenze fatali,
Non più al davanzale per ore, mesi, anni,
aspettando lui che ritorni.
Non più le Moire
lanciate sul mondo a prendere uno
qua uno là senza preavviso,
e sentirle perennemente nell'aria,
notte e dì, capricciose tiranne.
Non più, non più, ecco tutto;
Dio come siamo felici!
Dino Buzzati
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