Doveroso, soprattutto oggi, commemorare un grande Uomo, che spese la vita per rendere migliore la vita di altri uomini e per rendere il mondo un posto migliore: dobbiamo solo chinare il capo e ringraziarlo...
"Abbiamo conquistato il cielo come gli uccelli
e il mare come i pesci,
ma dobbiamo imparare di nuovo
il semplice gesto di camminare sulla terra come fratelli."
e il mare come i pesci,
ma dobbiamo imparare di nuovo
il semplice gesto di camminare sulla terra come fratelli."
MARTIN
LUTHER KING
Martin
Luther King jr. nasceva il 15 gennaio 1929 ad Atlanta (Georgia),
nel Profondo sud degli States, figlio di un predicatore della chiesa battista e
di una maestra,a sua volta pastore battista, leader della protesta
nera e capo spirituale di una comunità oppressa.Uomo
impegnato nella difesa dei diritti civili è stato "il più
giovane Premio Nobel per la pace della storia",
riconoscimento conferitogli nel 1964 all'età
di soli trentacinque anni.
Il 4
aprile del 1968 veniva ucciso , a neanche 40 anni.
Unanimemente riconosciuto apostolo instancabile della
resistenza non violenta, eroe e paladino dei reietti e degli emarginati,
"redentore dalla faccia nera", Martin Luther King si è sempre esposto
in prima linea affinché fosse abbattuta ogni sorta di pregiudizio etnico.
Fin dall'infanzia Martin Luther King deve subire i traumi dei
bambini che scoprono di essere diversi e discriminati in una società razzista.
Ha cinque anni quando la madre di alcuni suoi compagni
bianchi, proibisce loro di giocare col piccolo Martin, perché «negro».
A otto anni apprende dal padre con dolore la tragica fine
della sua prediletta cantante Bessie Smith,
celebre interprete di spirituals, canti di fede e di speranza degli schiavi
delle piantagioni del Sud: ferita in uno scontro automobilistico, muore
dissanguata perché rifiutata dagli ospedali per bianchi di Atlanta.
Ancora impreparato a reagire, queste ed altre esperienze
amare gli rimangono scolpite per sempre nell'animo.
La discriminazione che Martin Luther King deve subire e
che vede colpire la sua gente gli consiglia gli studi di giurisprudenza; entra
nel Morehouse College di
Atlanta (università per soli neri), ma, dopo qualche anno passa agli studi di
teologia.
Nel 1952, a 22 anni, tiene la sua prima
predicazione nella chiesa battista di Atlanta.
Martin Luther King è affascinato dalla figura di Gandhi, dal quale apprende i principi della lotta non-violenta.
Nel 1953 si
laurea in filosofia a
Boston e nel 1954 si
trasferisce con la moglie Coretta Scott a Montgomery, Alabama, per svolgervi il ministero di pastore della
chiesa battista.
La scintilla che dà inizio al Movimento
per i Diritti Civili scocca a Montgomery, apparentemente per un banale
incidente.
Sugli autobus della città le prime tre file di posti sono
riservate ai bianchi, le altre possono essere occupate da neri, solo se non ci
sono bianchi in piedi.
Il pomeriggio del 10 dicembre 1955 un'impiegata
nera, Rosa Parks, seduta
dietro i posti riservati ai bianchi, rifiuta di alzarsi e cedere il posto
quando salgono alcuni viaggiatori bianchi: viene arrestata e portata in
carcere.
La notizia si diffonde rapidamente, gli esponenti e
i pastori della comunità nera s'incontrano e decidono subito di boicottare i
mezzi pubblici di trasporto: propongono ai neri di non prendere più l'autobus e
di recarsi al lavoro a piedi o con altro mezzo.
L'esito appare incerto, perché altre volte simili
iniziative non avevano avuto successo; intanto Martin Luther King è votato
all'unanimità capo del movimento.
Il boicottaggio è totale fino al dicembre dell'anno
successivo: 382 giorni, dura la lotta tutt'altro che facile, ma il movimento
ottiene la sua prima vittoria con l'abolizione della segregazione sui mezzi
pubblici di trasporto.
La compagnia degli autobus intanto ha perso 40 milioni di
dollari e ciò causa la reazione dei bianchi.
Martin Luther King diviene il bersaglio di minacce d'ogni
genere e viene arrestato.
Il 30 giugno 1956,
mentre si trova fuori fra la sua gente, un attentato dinamitardo gli distrugge la casa; la moglie e la figlia Yoki sono
dentro, ma restano fortunatamente illese.
Martin Luther King è ormai il simbolo della "rivoluzione
nera".
Partecipa a manifestazioni di massa e a raduni, viene
spesso arrestato, ma ogni volta si rafforza il suo impegno per la giustizia, si
rinvigorisce la sua fede in Dio e nella Sua guida.
Il suo coraggio di lottare e la sua certezza di vincere si
comunicano ad altri esponenti del movimento e alla sua gente e così il
movimento si estende ben presto a tutti gli Stati Uniti.
Il pellegrinaggio di preghiera a Washington del 17
maggio 1957 per il pieno
diritto di voto ai neri è una delle manifestazioni più importanti.
Nel 1963, centenario del proclama di Lincoln per l'affrancamento degli schiavi, la battaglia non
violenta dilaga in più di 800 città.
A Birmingham la
polizia si scaglia con ferocia sui dimostranti che cantano "We
shall overcome", sguinzaglia
i cani e aziona gli idranti contro un corteo inerme di ragazzi.
Sotto la pressione dell'opinione pubblica inorridita, il
Governo dichiara illegale la segregazione nei negozi e nei luoghi pubblici e
decreta l'assunzione al lavoro per bianchi e neri su basi egualitarie.
Nuovamente arrestato, Martin Luther King scrive in cella
d'isolamento una lettera rimasta famosa:
«E facile dire: "aspettate". Ma quando avete visto una plebaglia inferocita linciare a volontà le vostre madri e i vostri padri... e i poliziotti pieni d'odio maledetto colpire e perfino uccidere impunemente i vostri fratelli e le vostre sorelle... quando sentite la vostra lingua torcersi se cercate di spiegare alla vostra bambina di sei anni perché non può andare al luna- park, e vedete spuntarle le lacrime quando sente che è chiuso ai bambini neri... quando vi perseguita notte e giorno il fatto di essere nero, non sapendo mai che cosa vi può accadere; allora voi comprendete perché per noi è tanto difficile aspettare».
Il 28 agosto 1963 arriva
a Washington la marcia
dei 250 mila per chiedere l'approvazione della legge sulla parità dei
diritti civili tra bianchi e neri.
Le telecamere di tutto il mondo sono puntate sulla marea
di bianchi e di neri che cantano e pregano intorno al Lincoln
Memorial , riprendendo quello che è stato definito il discorso
profetico di Martin Luther King.
La frase “I have a dream” (io
ho un sogno) è parte della storia ormai.
HO UN SOGNO
... «Il cammino è pieno di asprezze, ma nonostante le
fatiche e le umiliazioni, ho ancora un sogno.
Sogno che sulle rosse colline della Georgia i figli degli
antichi schiavi e degli schiavisti possano sedere insieme al tavolo della
fratellanza.
Sogno che lo Stato del Mississipi, rigonfio d'oppressione
e di brutalità, sia trasformato in terra di libertà e di giustizia.
Sogno che un giorno l'Alabama sia trasformato in uno Stato
dove bambine e bambini neri potranno dare la mano a bambine e bambini bianchi,
e camminare insieme come fratelli e sorelle...
Con questa fede torno nel Sud.
Con questa fede staccheremo alla montagna dell'angoscia
una scheggia di speranza.
Con questa fede potremo lavorare insieme, pregare insieme,
lottare insieme, andare in prigione insieme, sapendo che un giorno saremo
liberi.
Quando ciò avverrà, tutti i figli di Dio, bianchi e neri,
ebrei e pagani, evangelici e cattolici, potranno giungere le mani e cantare
l'antico inno degli schiavi: "Finalmente liberi! Finalmente liberi! Gran
Dio onnipotente, siamo finalmente liberi!"»…
La legge per i diritti civili viene approvata il 10 febbraio 1964.
Quella marcia pacifista e la figura di Martin Luther King
hanno risonanza in tutto il mondo e le sue predicazioni e i suoi scritti
vengono tradotti e letti in molti Paesi.
Il 14 ottobre lo raggiunge un telegramma da Stoccolma: «Il
premio Nobel per la pace è stato assegnato a Martin Luther King per aver
fermamente e continuamente sostenuto il principio della non-violenza nella
lotta razziale nel suo Paese».
La moglie Coretta piange di gioia davanti ai giornalisti, annunciando:
«...valeva la pena di soffrire tanto.»
A Martin servirà per continuare gli sforzi nella lotta per
l'uguaglianza dei neri e i 34 milioni del premio vengono messi a disposizione
della causa nella quale crede con tutto il cuore.
"Non
ho paura delle parole dei violenti, ma del silenzio degli onesti."
Tra mille difficoltà e molti oppositori, Martin Luther
King corre da una parte all'altra degli Stati Uniti a premere per le riforme
richieste e il movimento si allarga alla lotta contro la povertà e contro il
coinvolgimento degli USA nella guerra del Vietnam.
Nel marzo 1968 sta
preparando "ll pellegrinaggio della miseria nazionale": poveri di ogni razza muoveranno contemporaneamente da
tutte le parti degli Stati Uniti verso Washington, con bambini e stracci sulle
loro carrette.
Il 27 marzo a Memphis, Tennessee, 6
mila neri escono da una chiesa evangelica attraversano in corteo la città per
solidarietà con 1.700 spazzini neri in sciopero.
Martin Luther King è in testa al corteo quando,
all'improvviso, alcuni giovani ne escono per spaccare vetrine e saccheggiare
negozi.
Il 4 aprile 1968 Martin
Luther King si recò nuovamente a Memphis per partecipare a una marcia a favore
degli spazzini della città (bianchi e neri), che erano in sciopero.
Mentre s'intratteneva a parlare con i suoi collaboratori,
sulla veranda dell’Hotel Lorraine, dall'edificio di fronte furono sparati alcuni colpi di
fucile: King cadde riverso sulla ringhiera, morendo pochi minuti dopo.
Solo il giorno prima aveva detto: «vivere
a lungo ha i suoi aspetti positivi. Ma la cosa non m'interessa. Voglio solo
fare la volontà di Dio»
Approfittando dei momenti di panico che seguirono,
l'assassino si allontanò indisturbato.
Erano le ore diciannove del
4 aprile.
I funerali, ai quali parteciparono migliaia di
persone d'ogni ceto e razza, si svolsero pochi giorni dopo ad Atlanta, sua città natale.
Durante il rito, celebrato dal vecchio padre di Martin
Luther King, risuonano nel silenzio della chiesa battista di Ebenezer le parole
di una sua predicazione registrate su nastro:
"Se qualcuno di voi sarà qui nel giorno della mia
morte, sappia che non voglio un grande funerale. E se incaricherete qualcuno di
pronunciare un'orazione funebre, raccomandategli che non sia troppo lunga.
Ditegli di non parlare del mio premio Nobel, perché non ha importanza... Dica
che una voce gridò nel deserto per la giustizia. Dica che ho tentato di
spendere la mia vita per vestire gl'ignudi, per nutrire gli affamati, che ho
tentato di amare e servire l'umanità"
James Earl Ray, la persona accusata di averlo ucciso, fu arrestato a Londra circa due mesi dopo. Fu processato e condannato a novantanove anni di reclusione, ma riuscì a evadere dopo pochi anni. Catturato e arrestato nuovamente, rivelò di non essere stato lui a uccidere Martin Luther King, ma di conoscere il nome dell'esecutore.
Purtroppo
non poté mai rivelare quel nome perché fu ucciso a coltellate nella sua cella
la notte stessa.
Ancora
oggi il mistero, su chi e perché uccise l'indimenticabile leader nero, rimane
insoluto.
Il 2 agosto del 1983 la U.S.
House of Representatives fece la proposta di istituire una giornata
di festa nazionale da
dedicare al Reverendo Martin Luther King, Jr.Sulla proposta nacquero delle discussioni ma passò
con 338 voti a favore e 90 contro.
Da allora ogni
anno in
tutti gli stati Uniti, il terzo lunedì di gennaio, le scuole, gli uffici federali, le
poste e tutte le banche restano chiusi per celebrare la nascita, la vita e i
sogni di Martin Luther King.
E' il momento per tutta la nazione di ricordare le
ingiustizie per le quale Dr. King ha combattuto, il momento di ricordare la sua
lotta per la libertà, l'uguaglianza e la dignità di tutte le razze e di tutte
le persone.
"Se non riusciremo a vivere come fratelli
moriremo
tutti come stolti. "
A Martin Luther King sono oggi dedicate molte vie, piazze,
poesie e canzoni, non ultima la famosissima "Pride - In the name of love" degli U2
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