2 novembre 2018

EL DIA DE LOS MUERTOS IN MESSICO


EL DIA DE LOS MUERTOS IN MESSICO

Il Giorno dei Morti, in spagnolo Día de Muertos, in Messico non si va nei cimiteri per piangere, ma si fa grande festa e si celebra la vita.
Secondo la tradizione messicana, infatti, i morti tornano a trovare parenti e amici tra il 1° e il 2 novembre e tutti si preparano ad accoglierli indossando variopinti vestiti e maschere.
La festa viene celebrata con musica, bevande e cibi tradizionali dai colori vivi, combinati a numerose rappresentazioni caricaturali della morte.


Già verso la fine di ottobre negozi, pasticcerie, piazze e mercati di tutto il Messico si riempiono di calaveras, ovvero dolci e pane a forma di teschio di ogni dimensione, ornati di fiori e frutta di zucchero dai colori pastello.
Los novios, cioè i fidanzati, si giurano eterno amore davanti a bare di zucchero contenenti   piccoli scheletri che portano il nome dell'amato o dell’amata.





Nei paesi e nelle città vengono allestiti altari e composizioni di scheletri di cartapesta rappresentati nelle situazioni normali della vita, cioè mentre suonano, ballano, dormono, mangiano, scherzano.
La morte, detta anche "La Pelona", è presente infatti in ogni momento dell'esistenza, nelle canzoni e nelle poesie: il messicano anche sulla morte ha battute mordaci, si burla di lei, ironizza, la corteggia, la nomina "allegramente" e, soprattutto, la accetta.
Per le strade sfilano le “Catrina”, personaggio inventato dal caricaturista José Guadalupe Posada intorno al 1913.
La Catrina, che rappresenta la morte, vestita in modo elegante e con un grande e vistoso capello, ha anche un corrispettivo maschile, El Catrin, e spesso li si vede passeggiare insieme sottobraccio.

 
La Catrina - dipinto di Diego Rivera

L'apice della festa è raggiunto nella notte tra l'1 e il 2 novembre in molti cimiteri che, agghindati di "cempasùchil", i fiori arancioni di stagione, si trasformano in un allegro palcoscenico dove si esibiscono allegre orchestrine e si balla e si canta.



Sulle tombe dei cari estinti non si portano solamente fiori, ma soprattutto frutta, dolci e bottiglie di tequila o cerveza.
In pratica si cerca di riprodurre tutto ciò che in vita piaceva fare ai defunti.
Per questa conciliazione unica tra la vita e la morte, il Dia de los muertos si è guadagnato il titolo di Capolavoro del Patrimonio Orale e Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO.




ATTACCAMENTI

La morte viene a mangiare quello che le piaceva,
e vuole anche bere quello che  in vita la inebriava.
Quando qualcosa piace non finisce
 i morti ce lo confermano,
 perché ritornando riaffermano
che l'anima nel corpo stava.

©Julie Sopetrán


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