20 novembre 2018

LA MADONNINA DI ROBERTO FERRUZZI



LA MADONNINA DI ROBERTO FERRUZZI

Tutti conosciamo e molti magari avranno pure in casa una riproduzione di questa dolcissima giovinetta dal capo coperto, che stringe al petto un bambino addormentato.
 Quella che noi conosciamo come “Madonnina” è, infatti, l’opera definita “sacra" più riprodotta al mondo e non solo su tela, ma anche su cartoline postali, santini, francobolli e oggetti vari.
Eppure, nonostante la sua vasta popolarità, pochi conoscono il nome del pittore che la immortalò nel 1897 e la singolare storia che si cela dietro.

 Il dipinto, raro caso in cui la fama dell'opera supera quella dell'autore, è conosciuto con diversi nomi: Madonnina, Madonna con bambino, Madonna del Riposo, Madonna delle Vie, Madonna della Tenerezza, Madonnella e perfino Zingarella.


 L'autore del quadro originale, un olio su tela, è Roberto Ferruzzi, nato il 16 dicembre 1853 a Sebenico in Dalmazia (attuale Croazia) da genitori italiani.
Il Ferruzzi, dopo gli studi classici a Venezia, all’epoca considerata capitale della cultura, per seguire la carriera paterna si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Padova, il padre era stato infatti un illustre avvocato morto prematuramente quando Roberto era ancora piccolo.
Mentre seguiva i corsi universitari, contemporaneamente Ferruzzi studiò disegno e pittura, interessandosi anche alla musica.
Nel 1879 si stabilì a Luvigliano di Torreglia (Padova), sui Colli Euganei, creando attorno a sé un raffinato cenacolo culturale, frequentato dai più famosi artisti dell'epoca, tra cui il musicista Cesare Pollini, suo caro amico.

Roberto Ferruzzi
(Sebenico, 16 dicembre 1853-Venezia , 16 febbraio 1934)

Gli incontri si tenevano principalmente in Villa Zanon-Rasi, dove dimorava il Pollini, posta in prossimità di Villa dei Vescovi, all’epoca affittata dalla famiglia Ferruzzi.
 A tal proposito illuminante è la testimonianza di Mariska Ferruzzi, figlia del pittore: "L’amicizia di mio padre per il Maestro Cesare Pollini, fraternamente ricambiata, cominciò tra il 1897 e il 1898 e nell’antica villa Zanon-Rasi ebbero inizio le serate, i pomeriggi e le mattinate musicali, con le sue impareggiabili interpretazioni dei capolavori di musica classica."
È a Luvigliano che Ferruzzi dipinge le sue opere migliori e scrive anche il libro "L’individualità nell’arte. Pensieri e note", Padova 1900.

Ferruzzi Morì il 16 febbraio 1934 a Venezia e ora riposa, insieme all'amatissima moglie Esther Sorgato e alla figlia Mariska, nel piccolo cimitero di Luvigliano.


 Villa dei Vescovi , in località Luvigliano, comune di Torreglia 



Modella ispiratrice del quadro fu una giovinetta di Luvigliano, Angelina Cian, seconda di 15 figli, che fu notata in strada dal Ferruzzi mentre teneva in braccio il fratellino Giovanni, di pochi mesi.
Come era costume di allora, nelle famiglie numerose, le bambine più grandicelle dovevano aiutare in famiglia ed occuparsi dei fratellini più piccoli.
Il pittore rimase così colpito dalla dolce scena e dalla bellezza della fanciulla che pregò la giovinetta di fargli da modella, naturalmente dietro compenso.

Angelina Cian aveva solo 11 anni e poiché all’epoca fare da modella a un pittore era considerato alquanto sconveniente, i genitori invitarono la figlia a non raccontare ad alcuno quanto accaduto.

Bambina che prega - Roberto Ferruzzi
( Pushkin Museum of Fine Arts, Mosca )

Il destino non fu benevolo con Angelina Cian, che trasferitasi in seguito da Luvigliano a Venezia, sposò Antonio Bovo e con lui sbarcò in America intorno al 1906, stabilendosi ad Oakland in California.
La coppia ebbe 10 figli, ma nel 1929 la famiglia fu colpita dalla scomparsa prematura di Antonio Bovo, che aveva 42 anni.
Furono tempi angoscianti per la vedova Angelina che non riuscì ad affrontare le grosse difficoltà e cedette alla disperazione, tanto che fu internata in un manicomio nel quale rimase fino alla sua morte avvenuta nel 1972.
Angelina moriva senza aver rivelato a nessuno, neanche ai suoi figli, di essere stata la modella ispiratrice di Roberto Ferruzzi.

 Il segreto viene scoperto solo nel 1984 da sua figlia Mary, nel frattempo divenuta suora col nome di Suor Angela Maria Bovo.


La Mary era la settima dei 10 figli di Angelina Cian e Antonio Bovo.
 In seguito alla morte del padre e al crollo psichico della madre, con gli altri fratelli andò a finire in un istituto per orfani, perdendo i contatti coi parenti italiani.
 Fu suor Angela, sua guida spirituale, a spingerla a recarsi in Italia alla ricerca delle sue origini e dei suoi lontani parenti.
 A Venezia trovò ancora in vita due anziane zie, sorelle della mamma: zia Elisa di 88 anni e zia Giulia di 80.
Zia Giulia le fece visitare la casa di famiglia, quella in cui sua madre crebbe; in una stanza c’era un quadro, la riproduzione della Madonna del Ferruzzi: «Questa Madonna è tua madre» le dice l'anziana zia.
 «Lo so» rispose la suora, credendo si riferisse alla Madonna come Madre di tutti i credenti.
 Ma la zia si spiegò meglio e le raccontò la storia vera del quadro, rivelandole che quello era il volto della sua mamma da giovane.

Suor Angela Maria Bovo

 Con la "Madonnina", Ferruzzi vinse nel 1897 la seconda Biennale di Venezia, alla quale aveva partecipato con l'intento di rappresentare la Maternità, come originariamente il pittore chiamò l'opera.
Grazie alla straordinaria dolcezza espressiva, il dipinto ebbe subito un enorme successo.
 Il quadro fu acquistato per trentamila lire, cifra astronomica per l’epoca.
Più volte rivenduto, venne acquistato per ottantamila lire dai Fratelli Alinari, proprietari della nota casa Fotografica di Firenze, che lo misero in esposizione nei loro studi.
Quando decisero di rivenderlo, i fratelli Alinari si riservarono però i diritti di riproduzione di ogni tipo.
Le ultime notizie certe ce lo danno acquistato durante la Seconda Guerra Mondiale, da John George Alexander Leishman, mecenate e diplomatico, all'epoca ambasciatore in Svizzera, che comprò il quadro ma non i diritti d'autore.
Poi le sorti del quadro si tingono di giallo poiché se ne perdono le tracce.
Secondo un discendente del Ferruzzi, l'ambasciatore americano spedì il quadro in America, ma durante la traversata, la nave che lo trasportava affondò, alcuni sostengono a causa di una tempesta, altri per siluramento dei tedeschi, e la bella Madonnina finì in fondo al mare.
Secondo altri invece, il dipinto sarebbe arrivato negli anni '50 in   Pennsylvania e si troverebbe in una collezione privata, ma la sua collocazione è sconosciuta.



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