Buonasera con un sonetto di Ugo Foscolo costruito sull’analogia sera-morte, intesa non nel senso drammatico tipico del Romanticismo, ma come simbolo di quieta serenità e di riposo dalle passioni...
ALLA SERA
Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’immago a me sì cara vieni
O Sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all’universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
E mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Ugo Foscolo
Nessun commento:
Posta un commento