21 dicembre 2020

SOSPIRI ALL'INVERNO - Emilio Praga



Per chi aspettava sospirando l'inverno, eccolo arrivato! 


SOSPIRI ALL'INVERNO 


Stanco son io di splendidi 

cieli e fronzute piante; 

mi annoia lo spettacolo 

di una beltà costante; 

venga il dicembre, ed operi 

un cambiamento a vista: 

un grazie al macchinista 

dal petto esalerò. 


Venga il gennaio, il placido 

mese di pioggie e nevi, 

venga, ed io chiuda il guscio: 

oh giorni inerti e brevi, 

vetri appannati, e amabili 

grilli del focolare! 

Voglio l'uscio inchiodare, 

cantar l'inverno io vo'! 


Come cadenze tremule 

di cori in lontananza, 

belle, ridenti, tiepide, 

nella tranquilla stanza 

tornano le memorie 

del luglio e dell'aprile, 

a colorir lo stile 

del pallido pittor. 


E accosciata in un angolo 

al muro crepitante, 

sospirosa e pettegola 

come una vecchia amante, 

la stufa mi consiglia 

a non varcar la soglia, 

e alle dolcezze invoglia 

del solingo lavor. 


Quando la nebbia intorbida 

l'ampia campagna rasa, 

è pur dolce l'immagine 

delle donne di casa: 

le muse son, son gli angeli 

del domestico cielo 

cui della pioggia il velo 

imperla la beltà! 


Le gonne allor bisbigliano 

come selvette in maggio, 

e se il capo ti aggravano 

nuvole di passaggio, 

ascolta... erra uno strascico 

nella vicina stanza? 

Ascolta; e la speranza, 

la fede tornerà. 


Venga il febbraio: ho un piccolo 

vaso di sempre-vivi 

che i vezzi non invidiano 

dei fiorellini estivi; 

ho un uccellino in gabbia, 

un canerin gentile... 

febbraio, marzo, aprile... 

ecco l'estate ancor! 


L'estate ancor!...Fantastico 

mio cor di pellegrino, 

né avran cessato i cantici 

il bardo e il canerino: 

giacché siam quattro in gabbia, 

ed all'amor si beve, 

il mandorlo è una neve, 

la stalattite è un fior! 


 Emilio Praga  (Da "Penombre"1884)

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