23 dicembre 2020

NATALE - Ignazio Silone



 NATALE


Vi era in Abruzzo qualche antica usanza natalizia di cui non conoscevo l'origine.
Quando, dopo la messa di mezzanotte, si tornava a casa, nostro padre lasciava socchiusa la porta d'ingresso. La mamma ci spiegava che, da mezzanotte, la Santa Famiglia vagava per il mondo per sfuggire ai terribili soldati di Erode che avevano l'ordine di uccidere il Bambin Gesù.
Bisognava dunque che, in caso di pericolo, la Santa Famiglia potesse, senza perdere tempo, rifugiarsi nella casa più vicina. Per questo la porta doveva rimanere aperta, il camino acceso tutta la notte e la tavola apparecchiata, con buone provviste.
La nostra notte di Natale trascorreva di conseguenza nell'insonnia e nell'ascolto più ansioso.
Il minimo rumore ci faceva trasalire. Non era necessaria una grande sensibilità per commuoversi all'idea che Maria e Giuseppe col Neonato stessero per rifugiarsi in casa nostra.
 Se ne riceveva un'impressione che probabilmente avrebbe lasciato una traccia per tutto il resto della vita.

Ignazio Silone

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