Marcos Ana, pseudonimo di Fernando Macarro Castillo (Alconada, 20
gennaio 1920 - Madrid, 24 novembre 2016) è il poeta spagnolo che ha illustrato
a tutto il mondo la spietatezza del fascismo spagnolo (che uccise e torturò
migliaia di persone) e la disumanità delle carceri franchiste con tanto di celle di
tortura.
Imprigionato nel 1938, a 18 anni, e scampato a due condanne a morte,
trascorse in diverse prigioni 23 anni per motivi politici: “Due volte venne la morte,
e due volte si dimostrò pentita. Dicono che andò via offesa perché non poté
farmi abbassare la fronte. Per questo mi lasciò la vita!”.
Durante quei bui e disperati anni di prigionia, l'unico appiglio fu la poesia.
In cella compose poesie che furono imparate a memoria dai suoi
compagni di prigionia i quali, una volta liberati, le divulgarono.
Le poesie commossero e inorridirono il mondo e i più grandi poeti e
artisti dell'epoca, tra cui Pablo Picasso, Pablo Neruda e Rafael Alberti se ne
fecero promotori.
Liberato nel 1961 per
interessamento anche di Amnesty International, visse da esiliato a Parigi, ma rientrò
nella sua Spagna alla morte del Caudillo Francisco Franco nel 1976.
Assolutamente da leggere la struggente autobiografia “Ditemi com'è un
albero.”
LA MIA CASA E IL MIO CUORE
(SOGNO DI LIBERTA')
Se un giorno tornerò alla vita
la mia casa non avrà chiavi:
sempre aperta, come il mare,
il sole e l'aria.
Che entrino la notte e il giorno,
la pioggia azzurra, la sera,
il pane rosso dell'aurora;
la luna, mia dolce amante.
Che l'amicizia non trattenga
il passo sulla soglia,
né la rondine il volo,
né l'amore le labbra. Nessuno.
La mia casa e il mio cuore
mai chiusi: che passino
gli uccelli, gli amici,
e il sole e l'aria.
Marcos Ana)
(da 'Ditemi com'è un albero')
DITEMI COM' E' UN ALBERO
Ditemi com’è un albero.
Ditemi il canto del fiume
quando si copre di uccelli.
Parlatemi del mare. Parlatemi
del vasto odore della campagna.
Delle stelle. Dell’aria.
Recitatemi un orizzonte
senza serratura né chiavi
come la capanna di un povero.
Ditemi com’è il bacio
di una donna. Datemi il nome
dell’amore: non lo ricordo.
Le notti si profumano ancora
di innamorati con fremiti
di passione sotto la luna?
O resta solo questa fossa,
la luce di una serratura
e la canzone delle mie lapidi?
Ventidue anni… Già dimentico
la dimensione delle cose,
il loro colore, il loro profumo…. Scrivo
a tentoni: "il mare", "la campagna"…
Dico "bosco" e ho perduto
la geometria dell'albero.
Parlo, per parlare, di argomenti
che gli anni mi hanno cancellato.
(non posso continuare, sento
i passi della guardia)
Marcos Ana
(da 'Ditemi com'è un albero')
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