21 maggio 2019

FRIDA KAHLO


Frida Kahlo, all'anagrafe Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, nata a Coyoacán, un quartiere un po’ fuori dal centro di Città del Messico, il 6 luglio 1907 e quivi morta il 13 luglio 1954, è la più famosa pittrice messicana, diventata soprattutto negli ultimi anni una vera e propria icona con una popolarità analoga a quella di Che Guevara.
Figlia di Carl Wilhelm Kahlo, un fotografo tedesco, emigrato in Messico nel 1891 e di Matilde Calderón y González, una benestante messicana di origini spagnole e amerinde, fin da bambina Frida dimostra di avere un carattere forte, passionale, allergico a ogni convenzione sociale, unito ad un talento e a delle capacità fuori dalla norma.
Un vero e proprio spirito indomito, racchiuso però in un fragile corpo malaticcio.
Nata infatti con una spina bifida scambiata per  poliomielite, quindi non curata adeguatamente,  già da piccola zoppicava, fu però a 18 anni che un terribile incidente martoriò il suo corpo.


Frida Kalho -  La colonna rotta -1944

Frida infatti rimase terribilmente ferita quando l’autobus che da scuola la riportava a casa, scontrandosi con un tram si accartoccia contro un muro e un corrimano le trapassa il corpo, provocandole la rottura della colonna vertebrale in tre punti e gravi fratture alle gambe, alle costole, alla spalla e all’osso pelvico.
Per rimetterla in piedi furono necessarie 32 operazioni chirurgiche e  anni d’immobilità a letto, ingabbiata dentro un insopportabile busto, necessario però a tenerla insieme.
Per mimetizzare il busto e le menomazioni, Frida indossò tutta la sua vita i vestiti colorati e ampi che hanno creato il suo stile inconfondibile e imitatissimo.



Furono anni davvero interminabili e dolorosi, ma Frida coraggiosamente reagì leggendo tanti libri, molti sul movimento comunista, e iniziando a dipingere.
Questo spinse i genitori a fissarle uno specchio sul soffitto affinché potesse ritrarsi meglio: "Dipingo me stessa perché passo molto tempo da sola e sono il soggetto che conosco meglio" affermò.
Il primo lavoro fu un autoritratto, che la ragazza regalò ad Alejandro Gómez Arias, lo studente di diritto, giornalista e attivista politico nazional-socialista di cui Frida era a quei tempi innamorata.

Frida Kalho -  Autoritratto con collana di spine -1940

L’arte diventò così la sua ragione di vita e quando riuscì a rimettersi in piedi, convivendo tuttavia con dolori per il resto della sua vita, decise di farne anche una fonte di sostentamento.
Questa decisione la portò a sottoporre i suoi dipinti alla critica di Diego Rivera, il pittore comunista più famoso del Messico rivoluzionario e che rivoluzionò anche la vita di Frida.
Rivera rimase favorevolmente colpito non solo dallo stile pittorico, ma anche dal temperamento di Frida, tanto che decise non solo di prenderla sotto la sua tutela artistica, ma anche di introdurla nella scena politica e culturale messicana.


Frida divenne così un’attivista del Partito Comunista Messicano a cui si iscrisse nel 1928: "Sono nata con una rivoluzione. Diciamolo. È in quel fuoco che sono nata, pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il giorno. Il giorno era cocente. Mi ha infiammato per il resto della mia vita. Da bambina, crepitavo. Da adulta, ero una fiamma."
Da sempre infatti era interessata agli avvenimenti politici della sua terra, tanto che soleva dire di essere nata nel 1910, anno in cui ebbe inizio la rivoluzione messicana: lei aveva tre anni, ma nei suoi diari  scrive di ricordare la madre e le sorelle ospitare in casa i rivoluzionari, offrendo anche loro un pasto per saziare la fame.


Frida Kalho - Il cervo ferito -1946

Diego Rivera era un uomo alto, imponente e in sovrappeso che veste trasandato, ma  grazie al temperamento geniale, irruento e appassionato riesce a  conquistare molte donne e anche bellissime.
Anche la giovane Frida cede al suo fascino e nel 1929 lo  sposa, nonostante Diego abbia 21 anni più di lei , sia già al terzo matrimonio e soprattutto abbia fama di uomo infedele.
 Il loro infatti non  sarà mai un rapporto facile e lei stessa dirà: Ho subito due gravi incidenti nella mia vita… il primo è stato quando un tram mi ha travolto e il secondo è stato Diego Rivera.



Anche in questo caso Frida non subì passivamente e alla fine i tradimenti fra i due furono numerosi e reciproci.
 Anche Frida infatti collezionò molti amanti di ambo i sessi, tra cui  il rivoluzionario russo Lev Trotsky ,il poeta André Breton e  Aleksandra Michajlovna Kollontaj, una rivoluzionaria russa di orientamento marxista e femminista, la prima donna nella storia ad aver ricoperto l'incarico di ministra e ambasciatrice.
La Kahlo tuttavia pativa molto per i tradimenti del marito, suo grande amore: le crisi con Rivera talvolta la allontanavano da lui, ma ciò non le impedivano comunque di scrivergli appassionata:Più mi tradisci, più io ti amo”.

Frieda Kahlo e Diego Rivera, 1931

Arrivò però il tradimento peggiore, quello che proprio non tollerò, spingendola a chiedere il divorzio quando scoprì che Diego la tradiva con Cristina, la sorella minore di Frida.
Diego tuttavia non riusciva a stare lontano da Frida, tornò da lei un anno dopo e la convinse a  risposarlo a San Francisco, era il 1940.
Con gli anni le  condizioni di salute di Frida, che le avevano anche impedito di vivere la gioia della maternità,continuavano a peggiorare e pochi anni prima di morire  le venne amputata la gamba destra, ormai in cancrena.
Morì di embolia polmonare a 47 anni il 13 luglio 1954  mella sua casa di Coyoacán, dove sono conservate le sue ceneri.



Frida infatti trascorse gli ultimi anni di vita nella sua “Casa Azul”, la “Casa Azzurra” dove era cresciuta e dove si era trasferita con Diego: una casa semplice, ma meravigliosa, con muri colorati e assolati, che sembrano aver assorbito la forza interiore  della sua proprietaria.
 Rimasta da allora intatta per volere di Diego Rivera che la lasciò poi in eredità al Messico,  oggi la Casa Azul è sede del Museo Frida Kahlo e meta ogni anno di migliaia e migliaia di visitatori.
Le ultime parole che scrisse nel diario furono: "Spero che l'uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più".



Della sua arte diceva:"Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni. "
Tra le sue tele spiccano colori vivaci e ricorrenti autoritratti, dipinti che parlano del mondo interiore della pittrice messicana, attraverso una materia simbolica di difficile interpretazione.

Frida Kalho -  Autoritratto -1944

Sono 55 gli autoritratti che Frida Kahlo dipinse durante la sua vita e tra questi uno dei più famosi è
" Le due Frida", dipinto legato al periodo della separazione da Rivera nel 1939; proprio in quell’anno, infatti, al ritorno da un viaggio in Europa si era separata da Rivera.
Frida si ritrae in doppia veste: da un lato c’è una Frida con abiti europei, mentre l'altra Frida indossa un abito messicano, nello stile adottato durante il periodo del matrimonio con Rivera.
Quest’ultimo compare nel quadro dipinto nel medaglione che Frida vestita alla messicana ha in mano.
 Dal medaglione parte poi la vena che si collega ai cuori delle due Frida, uno dei quali sanguinanti, chiaro riferimento al dolore causatole dall'uomo.


Frida Kalho -  Le due Frida -1939


Altro quadro famosissimo è "Autoritratto con collana di spine e colibrì”, terminato ad un anno dal divorzio da Diego Rivera e che con ogni probabilità rappresenta lo stato emotivo della pittrice in quel periodo. Frida si dipinge infatti con una collana di spine che la fa sanguinare, ma nonostante questo la sua espressione è stoica, come disse lei stessa: “in fin dei conti, possiamo sopportare molto di più di quello che pensiamo”. Nel quadro Frida dipinge anche una scimmia, un animale spesso presente come animale domestico nella vita sua e di Diego, forse come surrogato dei figli che la coppia non poteva avere.


Frida Kalho -  Autoritratto con collana di spine e colibrì -1940

Oltre a dipingere, Frida  Kahlo  sapeva anche  trasformare in parole le sue emozioni, come testimoniano i numerosi scritti che ci ha lasciato.
 A Diego indirizzò una lettera, mai spedita, carica di dolorosa passione: "La mia notte è senza luna. La mia notte ha grandi occhi che guardano fissi una luce grigia che filtra dalle finestre. La mia notte piange e il cuscino diventa umido e freddo. La mia notte è lunga e sembra tesa verso una fine incerta. La mia notte mi precipita nella tua assenza. Ti cerco, cerco il tuo corpo immenso vicino al mio, il tuo respiro, il tuo odore. La mia notte mi risponde: vuoto; la mia notte mi dà freddo e solitudine. Cerco un punto di contatto: la tua pelle.
 Dove sei? Dove sei? Mi giro da tutte le parti, il cuscino umido, la mia guancia vi si appiccica, i capelli bagnati contro le tempie. Non è possibile che tu non sia qui. La mia mente vaga, i miei pensieri vanno, vengono e si affollano, il mio corpo non può comprendere. Il mio corpo ti vorrebbe. Il mio corpo, quest’area mutilata, vorrebbe per un attimo dimenticarsi nel tuo calore, il mio corpo reclama qualche ora di serenità. La mia notte è un cuore ridotto a uno straccio."

Frida Kahlo - Diego in my mind - 1943

Le lettere però più struggenti le scrisse a un amore segreto: “Da quando mi sono innamorata di te, ogni cosa si è trasformata ed è talmente piena di bellezza… L’amore è come un profumo, come una corrente, come la pioggia. Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo” ... e ancora: "Sento di averti amato sempre, prima che tu nascessi, prima che tu fossi concepito. Vorrei darti i colori più belli e, per vederti dal basso, vorrei essere l’ombra delle tue scarpe che si allunga sul terreno sul quale camini".
Queste parole erano indirizzate a Josè Bartoli, un illustratore catalano, reduce dai combattimenti della guerra civile spagnola e appena fuggito da un campo di concentramento nazista.

La pittrice messicana conobbe José Bartoli a New York nell’agosto del 1946, mentre era ricoverata per l’ennesimo intervento alla spina dorsale e la loro storia segreta durò fino al 1949.


Durante questo periodo Frida gli scrisse circa 25 lettere d'amore, firmandosi Mara, come José amava chiamarla dal diminutivo di maravillosa, cioè meravigliosa: "Il mio Bartoli ... non so come scrivere lettere d'amore. Ma volevo dirti che tutto il mio essere si è aperto per te. Da quando mi sono innamorato di te tutto è trasformato ed è pieno di bellezza .... Love è come un aroma, come una corrente, come la pioggia. Sai, mio ​​cielo, piove su di me e io, come la Terra, ti accolgo. Mara " - Frida Kahlo, ottobre 1946


Tra i tanti scritti ce n'è però uno e paradossalmente forse il più famoso, che però non ha scritto Frida Kahlo, ma glielo hanno attribuito: mi riferisco a "Ti meriti un amore", di cui è giusto dire che la vera autrice  è Estefanía Mitre, una giovane artista che con la celebre pittrice condivide la nazionalità.

TI MERITI UN AMORE

Ti meriti un amore che ti voglia spettinata,
 con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta, 
con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire.
 Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura,
 in grado di mangiarsi il mondo quando cammina accanto a te,
 che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la sua pelle.
 Ti meriti un amore che voglia ballare con te,
 che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi,
 che non si annoi mai di leggere le tue espressioni.
 Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti,
 che ti appoggi quando fai la ridicola,
 che rispetti il tuo essere libera,
 che ti accompagni nel tuo volo, 
che non abbia paura di cadere.
 Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie
 che ti porti il sogno, il caffè e la poesia.

Estefanía Mitre




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