Buona Pasquetta o, come preferiva dire Papa Giovanni Paolo II, buon lunedì dell' Angelo...
LUNEDI' DELL'ANGELO
"Oggi siamo nella seconda giornata dell'Ottava di Pasqua.
Ieri è stata la solennità di Pasqua, oggi è il lunedì di Pasqua. In Italia c'è
la bella tradizione di chiamare questa giornata "Pasquetta", ma io
non voglio parlare di "Pasquetta".
C'è
anche un altro nome per indicare questo giorno: il giorno, o la festa
"dell'Angelo". E' questa una tradizione molto bella che corrisponde
profondamente alle fonti bibliche sulla Risurrezione. Ci ricordiamo della
narrazione dei Vangeli Sinottici, quando le donne vanno al Sepolcro e lo
trovano aperto. Esse temevano di non poter entrare perché la tomba era chiusa
da una grande pietra. Invece è aperta e, dall'interno, sentono le parole:
"Gesù Nazareno non è qui".
Per la
prima volta vengono pronunciate le parole: "E' risorto". Gli
evangelisti ci dicono che queste parole sono state pronunciate dagli Angeli. Vi
è un profondo significato in questa presenza angelica e in questa proclamazione
angelica: come per annunciare l'Incarnazione del Verbo, Figlio di Dio, non poteva
essere che un Angelo, Gabriele, così anche per esprimere per la prima volta le
parole "è risorto", la Risurrezione, non era sufficiente un soggetto
umano, non era sufficiente una parola umana. Ci voleva un essere superiore,
perché per l'essere umano questa verità e le parole che comunicano la verità,
"è risorto", questa verità stessa è così sconvolgente, talmente
incredibile, che forse nessun uomo avrebbe osato pronunciarla.
Dopo
questo primo annuncio si comincia a ripetere: "il Signore è risorto e si è
rivelato a Pietro, a Simone", ma il primo annuncio richiedeva
un'intelligenza superiore a quella umana. Così questa festa dell'Angelo, almeno
io la intendo in questo modo, è un completamento dell'Ottava pasquale. Nelle
letture bibliche, nei brani dei Vangeli si legge sempre di questi Angeli, ma la
festa italiana sottolinea il momento di questa presenza angelica, non solo la
sottolinea, ma spiega anche il perché di questo momento della Risurrezione. Al
di sopra dell'umana costatazione che il sepolcro era vuoto, ci voleva un'altra,
sovrumana costatazione: "E' risorto".
Giovanni Paolo II, Lunedì dell'Angelo, 1° aprile 1991
© Copyright - Libreria Editrice Vaticana
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