Buonanotte
con una poesia di Vladímir Vladímirovič Majakóvskij, uno dei cantori della
rivoluzione russa d'ottobre e maggior interprete della cultura post-rivoluzionaria.
Poeta,
scrittore, drammaturgo, regista teatrale, attore, pittore, e giornalista, Majakóvskij
aveva da giovane aderito alla fazione bolscevica e venne per tre volte
arrestato e poi rilasciato dalla polizia zarista.
Inizialmente
fu entusiasta degli esiti della rivoluzione e mise la sua arte, così piena di
pathos, al servizio della rivoluzione bolscevica, sostenendo la necessità d'una
propaganda che attraverso la poesia divenisse espressione immediata della
rivoluzione.
Allo
scopo organizzò discussioni e letture di versi nelle fabbriche e nelle officine,
ma o suoi tentativi trovarono opposizioni e censure da parte prima del regime
zarista e poi della dittatura staliniana.
Majakovskij
muore a 37 anni il 14 aprile del 1930, sparandosi un colpo di pistola al cuore.
La tragica decisione fu probabilmente indotta
dalle disillusioni politiche e dai violenti attriti con il partito, a cui si
unirono anche alcune delusioni amorose, ma non tutti son convinti che si sia
trattato davvero di suicidio, arrivando a sospettare che sia stato simulato dai
suoi nemici politici.
ASCOLTATE!
Se accendono le stelle,
vuol dire forse che a qualcuno servono,
che qualcuno desidera che esse siano,
che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi?
E, forzando
le bufere di polvere del meriggio,
si spinge fino a Dio,
teme d’essere in ritardo,
piange,
gli bacia la mano nodosa,
implora
– ha bisogno di una stella! –
giura
che non può sopportare questo martirio senza stelle!
E poi
cammina inquieto,
fa finta d’esser calmo.
Dice a qualcuno:
“Allora, adesso, stai meglio?
Non hai paura?
No?!”.
Ascoltate!
Se accendono
le stelle,
vuol dire forse che a qualcuno servono,
che è indispensabile
che ogni sera
sopra i tetti
risplenda almeno una stella?
Vladímir Vladímirovič Majakóvskij
Nessun commento:
Posta un commento