Nello "Zibaldone dei pensieri", una sorta di diario personale, che Giacomo Leopardi
scrisse che tra il 1817 e il 1832, per un totale di ben 4526 pagine, troviamo
scritto che:
"il
piacere è sempre o passato o futuro, non mai presente, e che quindi non v’ha
momento alcuno di piacer vero, benché possa parere."
Bene,
allora cogliamo l’ammonimento e cerchiamo di godere ora, presenti a noi stessi,
questo sabato, che troppo presto la lieta donzella si trasformerà in una
vecchina che, sospirando, rievoca la gioventù, rendendosi conto di non aver
assaporato affatto la lieta stagione, perché ha pensato sempre e solo alle
gioie passate o quelle future, dimenticandosi però di concentrarsi e quindi
vivere il presente...e buon
sabato!
IL
SABATO DEL VILLAGGIO
La
donzelletta vien dalla campagna,
In
sul calar del sole,
Col
suo fascio dell'erba; e reca in mano
Un
mazzolin di rose e di viole,
Onde,
siccome suole,
Ornare
ella si appresta
Dimani,
al dì di festa, il petto e il crine.
Siede
con le vicine
Su
la scala a filar la vecchierella,
Incontro
là dove si perde il giorno;
E
novellando vien del suo buon tempo,
Quando
ai dì della festa ella si ornava,
Ed
ancor sana e snella
Solea
danzar la sera intra di quei
Ch'ebbe
compagni dell'età più bella.
Già
tutta l'aria imbruna,
Torna
azzurro il sereno, e tornan l'ombre
Giù
da' colli e da' tetti,
Al
biancheggiar della recente luna.
Or
la squilla dà segno
Della
festa che viene;
Ed
a quel suon diresti
Che
il cor si riconforta.
I
fanciulli gridando
Su
la piazzuola in frotta,
E
qua e là saltando,
Fanno
un lieto romore:
E
intanto riede alla sua parca mensa,
Fischiando,
il zappatore,
E
seco pensa al dì del suo riposo.
Poi
quando intorno è spenta ogni altra face,
E
tutto l'altro tace,
Odi
il martel picchiare, odi la sega
Del
legnaiuol, che veglia
Nella
chiusa bottega alla lucerna,
E
s'affretta, e s'adopra
Di
fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.
Questo
di sette è il più gradito giorno,
Pien
di speme e di gioia:
Diman
tristezza e noia
Recheran
l'ore, ed al travaglio usato
Ciascuno
in suo pensier farà ritorno.
Garzoncello
scherzoso,
Cotesta
età fiorita
E'
come un giorno d'allegrezza pieno,
Giorno
chiaro, sereno,
Che
precorre alla festa di tua vita.
Godi,
fanciullo mio; stato soave,
Stagion
lieta è cotesta.
Altro
dirti non vo'; ma la tua festa
(XXV de I Canti di Giacomo Leopardi)
Nessun commento:
Posta un commento