Arlecchino e Colombina - Frank Xvier Leyendecker
(1876-1924)
Tutti
gli volevano bene perché era gentile e buono con grandi e piccini.
La sua
era una famiglia poverissima e vivevano in una casupola che si trovava lungo la
strada che portava sui monti, umile ma pulita e ordinata.
Nonostante
fossero così poveri, erano felici perché si accontentavano di quello che
avevano.
I
giorni di Carnevale si avvicinavano e in paese tutti parlavano della festa che
si sarebbe tenuta di lì a poco. I
bambini parlavano con entusiasmo degli abiti e delle maschere che avrebbero
indossato.
Colombina,
una graziosa bambina che proveniva da Venezia chiese ad Arlecchino, che stava
zitto zitto in un cantuccio: “Tu, Arlecchino, che cosa metterai per la festa?”
“lo???…
Indosserò quello che indosso ora, ma verrò a vedere le vostre maschere e mi
divertirò lo stesso”.
Sapeva,
infatti, che non avevano danaro da scialacquare per un vestito nuovo.
I
compagni di scuola rimasero molto dispiaciuti e parlarono fra loro a bassa voce
su come procurare un vestito anche ad Arlecchino.
Così il
giorno dopo tutti portarono i pezzi di stoffa avanzati dai loro costumi colorati,
chiesti alle loro mamme.
Aimè…
s’accorsero però che i pezzetti erano tutti di diversi colori,
non ci avevano pensato e rimasero rattristati. Come
fare? Non volevano che Arlecchino fosse senza vestito per la festa.
-Non temete!
- disse Arlecchino. -La mia mamma è così brava che saprà farmi lo stesso un bel
vestitino, vedrete! E io sarò contento che sia di tanti colori, perché ogni
colore mi ricorderà un amico.
Tornato
a casa mostrò alla sua mamma tutti quei ritagli e lei lo rassicurò con un bel
sorriso.
Arlecchino
aveva fiducia che la sua mamma gli avrebbe fatto qualcosa di bello. E così fu.
Durante
la notte, alla luce di una candela, mentre Arlecchino dormiva, la mamma inforcò
gli occhiali che usava per cucire e iniziò a lavorare.
Cucì e
rammendò per ore e la mattina dopo Arlecchino trovò sul letto un bellissimo e
coloratissimo vestito ricavato da tutte le quelle pezze.
Arlecchino ringraziò la mamma
riempendola di baci e, indossato l’abito, uscì per le vie saltando e cantando
felice e orgoglioso.
A scuola, tutti rimasero colpiti per l’originalità e
l'allegria dell'abito di Arlecchino e, durante la festa, tra tutte le maschere
presenti, fu proprio il suo vestito quello più acclamato.
A tutti
i bambini quell’ abito
sembrò ancor più bello perché
ognuno di loro aveva contribuito a creare una meraviglia e soprattutto a
rendere felice Arlecchino.
Per
Arlecchino fu infatti un giorno fantastico che mai avrebbe dimenticato e il suo
vestito divenne il simbolo dell’amicizia e della bontà dei bambini e anche della
solidarietà delle loro mamme.
Arlecchino e il pagliaccio con maschera- Rafael Zabaleta (1942)
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