Aquila che nel ciel spieghi solenne
il volo, a salutare il dì nascente,
fatte di luce sembran le tue penne,
come il pensier che sorge nella mente.
Regale e solitaria sulle alture
guardi la terra giù come straniera,
non son fatte per te le mie pianure,
della luce e dell’aria tu sei fiera.
Ti culli nell’azzurro sconfinato,
spazi con l’occhio nell’immensità
e l’aspre rupi, dov’hai nidificato
sono un rifugio quando il sol cadrà.
(Anonimo)
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