25 novembre 2020

NELLO SGUARDO È GIÀ LA VIOLENZA - Gian Piero Stefanoni


 NELLO SGUARDO È GIÀ LA VIOLENZA



alle mie nipoti, alle mie piccole donne



“Dallo sguardo ho imparato

che le regole non sono le stesse:

subito, insieme alla paura e alla colpa,

per ciò che è possibile e non è possibile fare

per noi cui proprio a partire da questo

è chiesto di più nel silenzio e nella repulsa.




Così con quello sguardo anch’io ho imparato

a trattarmi- ed è questa, la seconda,

l'offesa più duratura - ad entrare

e ad uscire nell’imposizione di un mondo

che misura ancora per fiocchi, la cui impotenza

si sconta, si struttura però sulla forza

che solo il nostro trasporto sa dare”.




Questo ieri mia moglie mi ha detto

a proposito di questa poesia.




E so che è vero, che da qui ha inizio

il cammino all'indietro quando i conti non tornano

e che può farci padroni - se dell’amore vediamo il recinto

nel consumo di un confuso possesso.




Scudo- o menzogna del ruolo,

che forse sopravvive un po’ in tutti gli uomini-

e dietro cui più d’uno è pronto a colpire

quando del femminile l’immagine poi non risponde.




Così, penso che una vera risposta

da qui deve partire: dallo sguardo

che piuttosto a sé l’uomo deve volgere

nella comprensione di ciò che in lui accade

affermandolo nell’incontro e nel desiderio;

nel mattone che lo può costruire o costringere

in quella chiusa da cui indietro-e questo piangiamo-

spesso da solo non torna.




Percorso però che insieme si compie-

al riconoscimento e al rispetto anche le donne

educandoci: le nuove madri finalmente

rompendo quel silenzio che da adulto

il proprio figlio può armare.


Gian Piero Stefanoni

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