«Dalla meta mai non toglier gli occhi».
Alessandro Manzoni
LA META
Si smemora la sera sulle alture.
È un altro giorno che muore
e una pace profonda ci tiene.
Sulla frontiera dei monti
il sole silenzioso s’immerge.
Bisbigliano i nidi nell’ombra.
Soltanto si odono i passi
ritmati di noi che discendiamo
dalle colline verso la città che si distende
brulicante di vicoli e strade,
dove luci infinite s’accendono
a contrastare la tenebra che avanza
minacciosa, per conquistare il mondo.
Duro è stato il cammino,
lunga l’attesa.
E sempre incombente il pericolo
del piede posato sul sasso
cedevole, della terra franante
sulla scarpata, dello sterpo
aguzzo, della vipera
che sbuca veloce dall’ombra
col suo morso assassino.
La meta è laggiù
che ognora più s’avvicina.
Grandeggia. Già la tocchiamo
col cuore che avvampa.
Rapidi verso di essa
muoviamo, mentre più lievi
si fanno i passi
e con i passi i pensieri.
Tra poco sarà pace, tra poco
cesseranno la fatica e l’arsura
degli erti sentieri.
S’accende in noi una nuova certezza,
una nuova speranza ci schiara.
Meno avara è la vita
che ci racchiude.
Meno ardui,
nell’ora che lenta si schiude,
ne avvertiamo i misteri.
Elio Andriuoli
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