Il 1º marzo del 2012, moriva
inaspettatamente Lucio Dalla, stroncato da un infarto a Montreaux, la cittadina
svizzera dove si era esibito in uno spettacolare concerto la sera precedente.
Nel giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni ,come ben sappiamo
soprattutto grazie al titolo di una delle sue canzoni più famose nacque il 4
Marzo 1943, gli venne dato
invece l'estremo saluto .
La funzione religiosa ebbe
luogo alle ore 14.30 a Bologna, nella Basilica
di San Petronio in Piazza
Grande, la piazza che
l'artista tanto amava...
...Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
sotto le stelle in Piazza Grande,
e se la vita non ha sogni io li ho e te li do.
E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande,
Lucio è volato oltre le nuvole, lasciandoci in eredità l'immenso
patrimonio delle sue canzoni che tante emozioni ci hanno regalato e
continueranno a regalarci ogni volta che le ascolteremo.
Gianni Morandi disse, senza riuscire a trattenere le lacrime: “Ho perso un amico. Ci
conoscevamo dal '63 e eravamo legati anche dal tifo per il Bologna oltre che
dalla passione per la musica. Tanti anni di amicizia ci legano. Sentire che ci
ha lasciato mi ha colpito, non riesco ancora a riprendermi. Mi manca
l'amico". Morandi racconta anche che Lucio è stato: "uno dei più
grandi, autore, cantante, musicista, jazzista, un uomo che parlava a tanta
gente e sapeva comunicare".
Andrea Mingardi: "Lo
conosco da cinquanta anni” - ha commentato il cantante – “Lucio diceva sempre
che la vita è il primo tempo, il secondo è da un’altra parte"…
Anche Adriano Celentano ha pubblicato un ricordo per Lucio: “Lucio, amico caro di tutti. Da oggi il mondo sarà più buio. Prego
e penso che poeti come te non dovrebbero mai morire.
Il distacco umano da
uomini e artisti grandi come sei stato e sei ,ci coglie sempre impreparati.
Ci mancherà tutto di
te.
Anche i momenti di
eroica fragilità che contribuivano a renderti sempre più grande. Ti volevo e ti
voglio bene. Ero catturato dalla tua magica grandezza e delicata generosa
umanità.
Ricordo quando mia
figlia venne da te per trascorrere qualche giorno speciale di vacanza… le
apristi la tua casa come un padre accoglie un figlio.
Parlavate di arte,
di musica, della vita… Mi raccontò di avere vissuto giorni meravigliosi, indimenticabili.
Indimenticabile come sei tu”.
Renzo Arbore: “Era un musicista
originale, di grande valore che ha inventato uno stile italiano e anche
napoletano. Per lui succederà quello che è successo con Gaber e De Andrè: le
sue opere migliori verranno studiate e apprezzate, si capisce che è nuova
letteratura e poesia”.
Roberto Vecchioni così lo ricorda: "Sono non solo
dispiaciuto, ma sconvolto perché ci legava non solo una grande amicizia ma
soprattutto una unità di intenti: quella di cantare l'umanità cosi com'è, ma
soprattutto di amarla. Lucio era un maestro in questo, raccontava l'umanità
tutta senza distinzioni di colori, di pelle, di età. Era un maestro, un
antesignano, un pioniere. Ecco, lo ricordo così: Lucio era un pioniere dell'affettività
totale".
Il regista bolognese Pupi Avati prova a smorzare con un po' di ironia il dolore per la perdita di
un amico vero: "Lucio aveva 16 anni e io 21 e suonavamo lo
stesso strumento solo che lui lo suonava molto meglio di me. Se ho smesso di
fare il jazzista e mi sono messo a fare cinema è stata anche colpa sua. Provai invidia
nei suoi confronti, ironicamente posso dire che mi rovinò alcuni degli anni
della mia vita. A Barcellona pensai anche di spingerlo giù dalla Sagrada
Familia. Dalla era l'amico definitivo, da anziani ci dicevamo cose di intimità
assoluta anche se, forte del suo ottimismo, lui continuava a guardare al
futuro. Lui ha musicato gli ultimi due miei film. Era nato con la vocazione per
la musica, qualsiasi cosa toccasse diventava musica. Io l'ho riscoperto nel
tempo e questa è la peculiarità di Lucio che farà si che le sue canzoni non
saranno mai dimenticate".
Sulla lapide del cantautore, che riposa nel Cimitero Monumentale della Certosa di Bologna, sono cesellate le parole tratte dall’ultima strofa della sua canzone "Cara", tratta dall’album "Dalla" e pubblicato nel 1980...
"Buonanotte, anima mia, adesso spengo la luce e così sia".
Nessun commento:
Posta un commento