Alfredo Ciocca - Il gomitolo di lana, 2017
IL GOMITOLO DI LANA
Tanto tempo fa, si fece una gran festa alla corte del re per celebrare il suo compleanno.
Il re riceveva nel salone delle feste i doni e gli omaggi.
Erano tutti doni preziosi: armi cesellate, coppe d’argento, tessuti di broccato ricamato d’oro.
Il corteo dei donatori stava esaurendosi, quando apparve, zoppicando e appoggiandosi pesantemente ad un bastone, una vecchia contadina con i pesanti zoccoli di legno.
In silenzio trasse dalla gerla il suo umile dono e uno scoppio di risate beffarde accompagnò il gesto della donna, che depose ai piedi del trono un gomitolo di lana bianca, ricavato dalle due pecore che erano tutta la sua fortuna e filato nelle lunghe sere d’inverno.
Senza una parola, il re si inchinò dignitosamente, poi diede il segnale di incominciare la festa mentre l’anziana contadina riattraversava lentamente la sala, scorticata dalle occhiate di scherno dei cortigiani.
Riprese penosamente e molto lentamente il suo lungo cammino, di notte, per tornare alla sua baita.
Quando arrivò in vista della sua casa si fermò invasa dal panico : la baita era circondata dai soldati del re che stavano piantando dei picchetti su cui stendevano il filo di lana bianca.
"Mio Dio", pensò la povera donna con il cuore piccolo piccolo, "il re si è offeso per il mio dono... Le guardie mi arresteranno e mi porteranno in prigione...".
Quando la vide, il comandante delle guardie si inchinò cortesemente e disse: "Signora, per ordine del nostro buon re, tutta la terra che può essere circondata dal vostro filo di lana d’ora in poi vi appartiene".
Il perimetro della sua nuova proprietà corrispondeva esattamente alla lunghezza del suo gomitolo di lana.
La vecchina aveva ricevuto con la stessa misura con cui aveva donato.
Nella vita si riceve sempre con la stessa misura con cui si ha donato: se doniamo a piene mani, avremo le mani sempre colme!
Tutto il bene, dunque, che possiamo fare a qualunque essere umano, facciamolo subito.
Non rimandiamo a più tardi,né trascuriamolo poiché non passeremo nel mondo due volte.