1 gennaio 2020

ODE AL PRIMO GIORNO DELL'ANNO - Pablo Neruda



"Gennaio, gennaio,
il primo giorno il più gaio,
fatto solo di speranza
chi ne ha tanta, vive abbastanza."
(Gianni Rodari)

ODE AL PRIMO GIORNO DELL'ANNO 

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte
con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte
lo andiamo a ricevere
come se fosse
un esploratore che scende da una stella.

Come il pane assomiglia
al pane di ieri,
come un anello a tutti gli anelli:i giorni  
sbattono le palpebre  
chiari, tintinnanti, fuggiaschi,  
e si appoggiano nella notte oscura. 

Vedo l'ultimo  
giorno   
di questo   
anno  
in una ferrovia, verso le piogge  
del distante arcipelago violetto,  
e l'uomo  
della macchina,  
complicata come un orologio del cielo,  
che china gli occhi  
all'infinito  
modello delle rotaie,   
alle brillanti manovelle,  
ai veloci vincoli del fuoco.

Oh conduttore di treni  
sboccati  
verso stazioni  
nere della notte.  
Questa fine dell'anno  
senza donna e senza figli,  
non è uguale a quello di ieri, a quello di domani?  

Dalle vie  
e dai sentieri  
il primo giorno, la prima aurora  
di un anno che comincia,   
ha lo stesso ossidato  
colore di treno di ferro:  
e salutano gli esseri della strada,   
le vacche, i villaggi,  
nel vapore dell'alba,   
senza sapere che si tratta   
della porta dell'anno,  
di un giorno scosso da campane,  
fiorito con piume e garofani.
    
La terra non lo sa: accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline
lo bagnerà con frecce
di trasparente pioggia
e poi lo avvolgerà
nell’ombra.

Eppure
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani
a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire,
a sperare.

Ti metteremo  
come una torta  
nella nostra vita,  
ti infiammeremo  
come un candelabro,  
ti berremo  
come un liquido topazio.  
Giorno dell'anno nuovo,  
giorno elettrico, fresco,  
tutte le foglie escono verdi  
dal tronco del tuo tempo.  
  
Incoronaci  
con acqua,  
con gelsomini aperti,  
con tutti gli aromi spiegati,  
sì,  
benché tu sia solo un giorno,  
un povero giorno umano,  
la tua aureola palpita  
su tanti cuori stanchi  
e sei,  
oh giorno nuovo,  
oh nuvola da venire,  
pane mai visto,  
torre permanente! 

Pablo Neruda


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