Dopo la partenza di Constance Dowling, Pavese
cade in profonda depressione e non lo risolleva neanche la soddisfazione di
vincere il Premio Strega nel giugno del 1950 per "La bella estate".
Constance ritorna qualche mese dopo, ma
solo per qualche giorno e per Pavese si ripete il trauma dell’abbandono, che a
questo punto non è più solo di Constance, ma della vita e del mondo intero.
Il 16 agosto 1950 Cesare Pavese
annota sempre suo diario: “ Cara, forse tu sei la migliore, quella vera. Ma non
ho più il tempo di dirtelo, di fartelo sapere, e poi, anche se potessi, resta
la prova, la prova del fallimento.”
L'ultima pagina del suo diario dice:
«Tutto fa schifo... Non scriverò più».
Il 27 agosto 1950, a Torino in una
stanza dell'hotel Roma in Piazza Carlo Felice, Cesare Pavese pone fine alle sue
sofferenze con svariate bustine di sonnifero.
Sul comodino un suo libro: "I
dialoghi con Leucò", dove sulla prima pagina ha scritto :"Perdono tutti e
a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi".
Nei cassetti dello scrittoio furono poi trovate le sue ultime poesie, tra cui "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", dedicata proprio all'attrice.
Pochi giorni dopo
si svolsero i funerali civili, senza commemorazioni religiose perché morto suicida,
oltre che ateo.
VERRA' LA MORTE E AVRA' I TUOI OCCHI
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Cosí li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla.
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
22 marzo '50
Cesare Pavese
Per quanto riguarda la Dowling, tornata a Hollywood, nel 1954 ebbe
una parte in “Attacco alla base spaziale U.S.”, diretto dal regista Herbert L.
Strock, che fu anche il suo ultimo film.
Nel 1955 sposò il produttore
cinematografico Ivan Tors e si ritirò dalle scene.
Morì a Los Angeles il 28 ottobre 1969 e la
versione ufficiale della causa della morte parla di un attacco cardiaco, ma c’è
chi riporta anche la testimonianza del nipote su un suicidio con sonniferi… proprio
come aveva scelto di morire Cesare Pavese.
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