Come nasce la storia tra Cesare Pavese e Constance Dowling ?
Quando Connie approda in Italia, non
ancora trentenne la sua carriera di attrice stenta a decollare, infatti, ha
solo recitato in ruoli minori e con scarso successo e soprattutto sfugge da una
disastrosa e lunga relazione con il famoso regista Elia Kazan, già sposato, che
tronca legame bruscamente.
Cesare Pavese aveva conosciuto la Dowling verso
la fine del 1949, pochi mesi prima della sua morte, a Cortina, in casa di
amici, dove trascorrono il Capodanno.
La scintilla però non scocca subito, ma in
marzo quando la rivede a Cervinia, ospite degli stessi amici.
E' allora che s’ innamora di
questa donna così diversa da lui e dal suo mondo e lei lusingata e confusa lo illude al punto che lo scrittore spera
di sposarla.
In una lettera del 17 marzo 1950 le
scrive «Ti amo. Cara Connie, di questa parola so tutto il peso – l’orrore e la
meraviglia – eppure te la dico, quasi con tranquillità. L’ho usata così poco
nella mia vita, e così male, che è come nuova per me».
E' evidente quanta fiducia ripone in questo novello amore e anche quanta speranza d’illuminare la sua
vita …
I MATTINI PASSANO CHIARI
I mattini passano chiari
e deserti. Cosí i tuoi occhi
s'aprivano un tempo. Il mattino
trascorreva lento, era un gorgo
d'immobile luce. Taceva.
Tu viva tacevi; le cose
vivevano sotto i tuoi occhi
(non pena non febbre non ombra)
come un mare al mattino, chiaro.
Dove sei tu, luce, è il mattino.
Tu eri la vita e le cose.
In te desti respiravamo
sotto il cielo che ancora è in noi.
Non pena non febbre allora,
non quest'ombra greve del giorno
affollato e diverso. O luce,
chiarezza lontana, respiro
affannoso, rivolgi gli occhi
immobili e chiari su noi.
È buio il mattino che passa
senza la luce dei tuoi occhi.
30 marzo '50
Cesare Pavese
Nessun commento:
Posta un commento