17 aprile 2012

IL FIORELLINO MERAVIGLIOSO - J. W. Goethe





Un fiorellino meraviglioso a voi...


IL FIORELLINO MERAVIGLIOSO
Canzone del conte prigioniero

 Il conte
Conosco un meraviglioso fiorellino
e ne ho un grande desiderio;
vorrei andare a cercarlo, se io
non fossi prigioniero.
Il mio dolore non è piccolo;
quand'io vivevo libero,
avevo vicino a me quel fiore.

Da questo castello tutt'intorno
scosceso i miei occhi vagano,
e dall'alto della torre non posso
scorgerlo con il mio sguardo;
e chi lo porti alla mia vista,
cavaliere o servo che sia,
il mio fido dovrebbe restare.

La rosa
Sono tutta in fiore e ascolto quello
che dici, qui sotto le tue sbarre.
Povero nobile cavaliere, certo,
di me, la rosa, intendi parlare!
Eletta è la tua anima,
la regina dei fiori domina
certo anche nel tuo cuore.

Il conte
La tua porpora ogni onore merita
dentro il verde involucro;
per questo la ragazza ti desidera,
come i gioielli e l'oro.
Il tuo serto esalta il volto più bello:
ma tu, fiorellino, non sei quello
che io venero in segreto.

Il giglio
Ha uno stile altero e a cose
eccelse aspira la rosa;
ma loderà la bella del cuore
anche il giglio che l'adorna.
A chi batte il cuore in un petto fedele
e pura, come la mia, ha la mente,
questi di me ha la stima più alta.

Il conte
Io mi ritengo casto e puro,
e puro da colpe malvage;
ma qui sono tenuto prigioniero
e tutto solo mi devo tormentare.
Tu nella tua bellezza mi evochi
la casta soavità delle vergini:
ma io penso a un fiore più caro.

Il garofano
Io, il garofano, penso di essere questo
fiore, qui nel giardino del carceriere,
se no, perché il vecchio mi presta
le sue cure con tanto amore?
I petali urgono nella bella corona,
un profumo per sempre si sprigiona,
e tutti i mille colori.

Il conte
Non va disprezzato il garofano,
è la gioia del giardiniere:
ora alla luce deve stare esposto,
ora lui dal sole lo protegge;
ma quello che il conte rende lieto
non è uno sfarzo ricercato,
è un silenzioso fiore.

La violetta
Me ne sto reclinata e nascosta
e non parlo volentieri, ma voglio,
dato che ora è la mia volta,
rompere il mio silenzio profondo.
Se sono io, come mi dispiace,
uomo stimato, di non recare
su fino a te tutti i profumi.

Il conte
La buona violetta io la stimo molto:
è tanto modesta e tanto
odorosa; ma io ho bisogno
di più, nel mio acerbo affanno.
A voi soltanto voglio confidarmi:
su questi picchi rocciosi e aridi
non troverò la mia bella.

Ma la donna più fedele della terra
incede presso il ruscello, in basso,
sospira e geme sommessa
fino al giorno del mio riscatto.
Quando coglie un fiore celeste
e ripete: non ti scordar di me!
lo sento anche di lontano.

Certo, si sente la forza di lontano,
se due si amano davvero;
nella notte del carcere sono rimasto
ancora vivo per questo.
E anche se mi spezza il cuore, basta che
io esclami: non ti scordar di me!
e rinasco alla vita.
J. W. Goethe



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