Buonanotte
con una poesia di Forough Farrokhzad, forse la più grande poetessa iraniana.
Compositrice
precoce, dopo la scuola dell’obbligo non si diploma neppure, ma pubblica a metà
degli anni ’50 la raccolta autobiografica "Prigioniera": è così che
si sente, tanto che divorzia dal marito, sposato a soli 17 anni, lasciandogli
il figlio piccolissimo, per essere libera di seguire la vocazione poetica e una
vita tumultuosa e anticonformista.
Per sfuggire alla pressione sociale ripara per
un breve periodo in Europa, dove riceve premi e riconoscimenti internazionali
per il documentario "La casa è nera" da lei stessa girato in una
comunità di lebbrosi nel 1963.
Vivendo
di provocazioni che la portarono a sfidare le autorità religiose e i letterati
più conservatori contestando il ruolo della donna nel matrimonio tradizionale e
nella società, ebbe chiacchierate relazioni anche con uomini sposati e si legò
al poeta Nader Naderpur, finché non trova il suo ultimo amore, lo scrittore e
regista Ebrahim Golestan.
La
loro però e una relazione tempestosa, fatta di litigi e rappacificazioni.
Anche
la fredda notte di febbraio in cui morì, a 32 anni, aveva litigato furiosamente con lui e
mentre stava tornando da una visita alla madre la sua jeep scivolò su una
lastra di ghiaccio e si schiantò.
Forugh
Farrokhzad è ora il simbolo della voglia di vivere e di libertà degli iraniani
e la sua tomba è meta di pellegrinaggio.CADE LA NOTTE
Cade la notte
E dopo la notte, il buio
E dopo il buio
Gli occhi
Le mani
I respiri, i respiri…
E il rumore dell’acqua
Che gocciola dal rubinetto
Dopo due punti rossi
Due sigarette accese
Il tic-tac dell’orologio
Due cuori
E due solitudini
Forough Farrokhzad
(Teheran, 5 gennaio 1935 – Tafresh, 13 febbraio 1967)
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