14 febbraio 2019

SAN VALENTINO DA TERNI - STORIA E LEGGENDE


PREGHIERA A SAN VALENTINO

Nel mio cuore, Signore, si è acceso l'amore per una creatura che tu conosci e ami.
Fa che non sciupi questa ricchezza che mi hai messo nel cuore.
Insegnami che l'amore è un dono e non può mescolarsi con nessun egoismo,
che l'amore è puro e non può stare con nessuna bassezza,
che l'amore è fecondo e deve, fin da oggi, produrre un nuovo modo di vivere in me e in chi mi ha scelto.
Ti prego, Signore, per chi mi aspetta e mi pensa, per chi ha messo in me tutta la sua fiducia, per chi mi cammina accanto, rendici degni l'uno dell'altra.
E per intercessione di San Valentino fa che fin da ora le nostre anime posseggano i nostri corpi e regnino nell'amore.

David Teniers III - San Valentino supplicante

LA STORIA

 San Valentino nacque nel 175 d.C. a Terni, anticamente chiamata Interamna, in una famiglia patrizia.
Il nome Valentino può significare "valorem tenens - che mantiene valore", inteso come perseveranza nella santità, oppure " valens tyro -  valoroso soldato", ovvero soldato di Cristo.
 Patrono degli innamorati e degli epilettici, viene invocato contro i dolori del ventre.
 Convertitosi giovanissimo al cristianesimo, si dedicò alla predicazione del Vangelo e nel 197, a soli 21 anni, fu consacrato vescovo di Terni da Papa San Feliciano.
Mentre nell’Impero continuavano le persecuzioni contro i Cristiani, cresceva la sua fama di uomo umile e caritatevole e di taumaturgo, diversi sono infatti i miracoli che gli si attribuiscono.

 Leonhard Beck- San Valentino e l'epilettico
 Museo Nazionale della Fortezza di Coburgo

Per questo motivo venne invitato a Roma dall'oratore greco e latino Cratone, che aveva un figlio gravemente   infermo da anni.
Valentino accettò di guarire il ragazzo a patto che si convertisse al cristianesimo insieme a tutta la famiglia, così come in effetti fu.
Ciò accrebbe molto la sua popolarità tra i cristiani e l’imperatore Claudio II il Gotico lo fece arrestare e cercò di obbligarlo a rinnegare la propria fede.

 Valentino non solo rifiutò di farlo, ma addirittura ebbe l'ardire di tentare di convertire l’imperatore stesso.
Claudio II ebbe rispetto, se non ammirazione per lui, e lo graziò dall’esecuzione capitale.
Arrestato successivamente sotto Aureliano, successore di Claudio, Valentino subì il martirio e la decapitazione a 97 anni, per mano del soldato romano Furius Placidus, il 14 febbraio del 273.
 Nel Passio Sancti Valentini , un  documento del VIII secolo, sono  narrati  la tortura, la decapitazione notturna e  la sepoltura a Terni ad opera dei greci Proculo, Efebo e Apollonio, studiosi di lettere latine divenuti suoi discepoli.
 I tre discepoli infatti recuperarono e seppellirono le sue spoglie in una necropoli di Terni, al LXIII miglio della via Flaminia, nel luogo dove ora sorge la basilica che custodisce, racchiusi in una teca, i resti del santo.

Proculo, Efebo e Apollonio, pare a causa di ciò, subirono a loro volta il martirio.

Basilica San Valentino a Terni

Navata centrale Basilica San Valentino 

Teca di San Valentino

Il Santo ternano  in vita si era  tanto prodigato a favore dell’amore coniugale, rendendo possibile la celebrazione dei matrimoni, anche in circostanze difficili. Si dice che durante un periodo di divieto del matrimonio dei soldati romani, imposto dall’imperatore, il Santo celebrasse segretamente le loro nozze.

Sono molte le leggende fiorite intorno alla figura di san Valentino ed entrate a far parte della cultura popolare,  le più note  riguardano tutte episodi d'amore.



LA LEGGENDA DI SABINO E SERAPIA

Questa leggenda narra di un giovane centurione romano di nome Sabino che, passeggiando per una piazza di Terni, vide una bella ragazza di nome Serapia e se ne innamorò follemente. Sabino chiese ai genitori di Serapia di poterla sposare ma ricevette un secco rifiuto: Sabino era pagano mentre la famiglia di Serapia era di religione cristiana. Per superare questo ostacolo, la bella Serapia suggerì al suo amato di andare dal loro Vescovo Valentino per avvicinarsi alla religione della sua famiglia e ricevere il battesimo, cosa che lui fece in nome del suo amore. Purtroppo, proprio mentre si preparavano i festeggiamenti per il battesimo di Sabino e per le prossime nozze, Serapia si ammalò di tisi. Valentino fu chiamato al capezzale della ragazza oramai moribonda. Sabino supplicò Valentino affinché non fosse separato dalla sua amata: la vita senza di lei sarebbe stata solo una lunga sofferenza. Valentino battezzò il giovane, unì i due in matrimonio e mentre levò le mani in alto per la benedizione, un sonno beatificante avvolse quei due cuori per l'eternità.




LA LEGGENDA DELLA ROSA DELLA RICONCILIAZIONE

Un giorno San Valentino sentì passare, al di là del suo giardino, due giovani fidanzati che stavano litigando. uscì loro incontro tenendo in mano una bella rosa. Il capo canuto, il volto sereno e sorridente del buon vecchio e quella rosa, tenuta in alto col gesto di donarla, ebbero il magico potere di calmare i due innamorati in lite. Regalò la rosa ai due fidanzati e li pregò di riconciliarsi stringendo insieme il gambo, facendo attenzione a non pungersi con le spine e pregando affinché il Signore mantenesse vivo in eterno il loro amore.
Qualche tempo dopo la giovane coppia tornò da lui per invocare la benedizione del loro matrimonio. La storia si diffuse e gli abitanti iniziarono ad andare numerosi in pellegrinaggio dal vescovo di Terni, il quale però, aveva anche altre occupazioni pastorali da svolgere, perciò stabilì per quelle benedizioni il quattordici del mese. Ed il quattordici del mese è restato, ma ristretto a quello di febbraio, perché in quel giorno egli salì in Cielo.

Vetrata nella Basilica di San Valentino a Terni

LA LEGGENDA DEI PICCIONI


San Valentino possedeva un grande giardino che nelle ore libere dall'apostolato coltivava con le proprie mani. Tutti i giorni permetteva ai bambini di giocare nel suo giardino, promettendo che, se non avessero fatto danni, la sera avrebbe regalato a ciascuno un fiore da portare a casa. Un giorno, però, vennero dei soldati che arrestarono Valentino perché l’imperatore lo aveva condannato al carcere a vita. I bambini piansero tanto. Valentino, stando in carcere pensava a loro, e al fatto che non avrebbero più avuto un luogo sicuro dove giocare. Ci pensò il Signore. Fece fuggire dalla gabbia del distratto custode due dei piccioni viaggiatori che Valentino teneva in giardino. Questi piccioni, guidati da un misterioso istinto, trovarono il carcere dove stava chiuso il loro santo padrone. Si posarono sulle sbarre della sua finestra e presero a tubare fortemente. Valentino li riconobbe, li prese e li accarezzò. Poi legò al collo di uno un sacchetto fatto a cuoricino con dentro un biglietto, ed al collo dell'altro legò una chiavetta. Quando i due piccioni fecero ritorno furono accolti con grande gioia. Le persone si accorsero di quello che portavano e riconobbero subito la chiavetta: era quella del giardino di Valentino. I bambini ed i loro familiari si trovavano fuori del giardino quando il custode lesse il contenuto del bigliettino. C'era scritto: "A tutti i bambini che amo…dal vostro Valentino".



LA LEGGENDA DI SANTA LUCILLA


La storia i sostiene che, mentre Valentino era in prigione in attesa dell'esecuzione, avrebbe guarito dalla cecità la figlia del guardiano, Asterius, e convertito la sua famiglia. La tradizione assegnò alla figlia il nome di Lucilla, simbolicamente legato alla luce restituita alla cieca, ma anche alla crescente luminosità del cielo alla fine della stagione invernale. 

Jacopo Bassano - San Valentino battezza santa Lucilla, 1575 
 Museo civico di Bassano del Grappa.


Fu  Papa Gelasio che nel 496 pose termine ad un antico rito pagano per la fertilità divenuto troppo licenzioso, sostituendolo con il culto di San Valentino.
  

SAN VALENTINO


San Valentino,
 che giorno!
 è il giorno degli innamorati,
 degli sposati,
 dei fidanzati,
 dei ragazzi dai cuori spezzati,
 ma è anche il giorno
 in cui la gente
 si dovrebbe amare di più.
  
Non è un’utopia,
 ma una virtù
 che si può mettere
 in atto ogni giorno,
 anche con un semplice
 gesto d’affetto
 e di solidarietà
 che permetta
 di gridare:
 “via l’invidia,
 l’egoismo,
 la disonestà;
 diamo spazio
 alla generosità,
 alla fraternità
 e alla libertà.


Marzia Spalazzi


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