LA LEGGENDA DI BELLA E DEI GIRASOLI
Come ci insegna la storia, il girasole fu portato dal Perù, dove era considerato il simbolo del dio Sole, da Hernando Pizarro che ne portò i semi in Spagna e da lì poi di diffusero in tutta Europa.
Eppure, secondo una vecchia leggenda medievale, secoli prima i girasoli illuminavano col loro colore dorato anche i prati delle terre d'Europa e specialmente d ‘Italia, il paese del sole.
Dopo che il fatidico anno 1000 era passato senza che, come si tremava, il mondo andasse distrutto dall’Apocalisse, i popoli della grande pianura padana vivevano relativamente in pace, sia pur nell'avvilimento del servaggio.
Restavano comunque sempre tempi crudeli con usanze padronali umilianti se non spietate.
Una delle più dure da accettare era quella della “ius primae noctis” che riconosceva al Signore feudale, in occasione del matrimonio di un proprio servo della gleba, il diritto di poter trascorrere la prima notte di nozze con la sposa.
Ogni tanto si riusciva ad aggirare quell'usanza a dir poco immorale, celebrando le nozze di nascosto, ma era pur sempre un grave rischio se si veniva scoperti.
In uno di questi villaggi della pianura padana, viveva una giovinetta che si chiamava Bella, che possedeva la bellezza di una mattina d'estate, ma anche la natura mutevole e pericolosa del fuoco; i suoi occhi luminosi non erano mai rivolti umilmente verso la terra: perché Bella era della razza dei servi, ma aveva nel cuore la fierezza dei padroni.
Quando giunse anche per lei il tempo dell'amore, venne promessa in moglie al contadino di un villaggio vicino.
Il giovane acconsentì di buon grado di sposarla, rassegnato anche ad accettare, se non si fosse riusciti ad eluderla, la barbara usanza feudale.
Contrastarla apertamente, del resto, significava condannarsi a morte.
Alla festa del fidanzamento, quando i due si incontrarono per la prima volta, gli occhi di lui caddero finalmente sulla giovane promessa sposa ed in petto prese ad ardergli una fiamma finora sconosciuta.
Bella vide quella fiamma negli occhi dell'uomo che gli era stato promesso e scambiò quell'ardore per lo stesso orgoglio che animava lei, pronta alla morte, ma non al disonore.
Giunse infine il giorno delle nozze, che si sperava restassero segrete, ma così non fu e notizia giunse anche al loro Signore, che si presentò non invitato alle nozze, curioso di vedere se fosse il caso di esigere ciò che la legge gli riconosceva come diritto.
Pronta a tutto, Bella levò gli occhi fieri verso quell'uomo che pretendeva di possederla e vide qualcosa, negli occhi chiari di lui, rimasti spalancati da tanta bellezza di fuoco, per un attimo le fece sognare un mondo diverso, pieno di diverse possibilità anche per lei.
Affascinato, il Signore si immobilizzò, tentato di rispettare quell'intatta bellezza.
Per un attimo, persino il tempo parve arrestarsi, persino le foglie degli alberi cessarono di stormire e si quietò il cinguettio degli uccelli.
Tutti tacevano, stupiti, in attesa.
Ancora esitante, il Padrone volse intorno lo sguardo e solo in quel momento vide accanto a Bella lo sposo destinato, a capo basso e pronto alla rinuncia e al disonore.
"Per essere di costui, puoi anche esserlo dopo che ti avrò preso io" sogghignò allora il Signore, dimentico di quel suo breve istinto di nobiltà e trascinò con sé Bella in un vicino campo di girasoli per farla sua.
La fanciulla però riuscì ad impadronirsi del pugnale che l'uomo portava sempre con sé e rapida come una lingua di fiamma lo diresse verso colui che voleva disonorarla.
Ucciderlo e poi uccidersi, andandosene per sempre, ma intatta.
Questo Bella aveva nel cuore.
Eppure... quegli occhi chiari che per un interminabile momento l'avevano guardata come una donna, quella ardente, spavalda giovinezza di lui cui tanto prometteva la vita, mentre lei era comunque condannata ad essere prima di quest’ uomo e poi di quell'altro che, ancora immobile e a capo chino, aspettava mansueto.
Così Bella, in un istante decise e deviò il corso della lama, conficcandosela nel cuore.
La ragazza cadde tra i grandi fiori, che, pietosi si piegarono su di lei, nascondendola.
Il Signore, sconvolto corse via dal campo di girasoli e risalì a cavallo, galoppando lontano da quel luogo di morte.
Si racconta che, ossessionato dai fieri occhi di lei e dalla generosità con cui gli aveva risparmiato la vita, iniziò a vagare per le sue terre, ordinando ovunque che venissero abbattuti i girasoli, sicché neppure un campo restasse a ricordargli l'episodio che ormai lo tormentava.
Per tutto il resto della sua vita, spingendosi sempre più lontano, continuò a distruggere tutti i girasoli che incontrava al suo passaggio.
Fu così che i grandi fiori del sole scomparvero dalle terre d'Europa, per ritornarvi secoli dopo dall’America del Sud.
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