Il nome Veronica è attestato già dal II secolo come variante latina di "Berenike" (dal macedone classico fere nike=che porta vittoria) e, seppure non vi siano riscontri documentali, sarebbe il nome della donna citata negli Acta Pilati, precisamente nel Vangelo apocrifo di Nicodemo, come l’emorroissa ( (dal greco=che perde sangue) , protagonista dell' episodio biblico che, per l'inoppugnabile fede dimostrata, maggiormente ha colpito la mia sensibilità cristiana.
Lo storico Eusebio di Cesarea (265-340) racconta che l'emorroissa era originaria di Cesarea di Filippo (l'antica Paneas) dove viveva in una casa al cui ingresso era posta una pietra che raffigurava in rilievo l'immagine di una donna in ginocchio con le mani tese in atteggiamento di preghiera e di fronte un uomo avvolto in un mantello con la mano, tesa verso di lei. Ai piedi di quell'effigie, sulla stessa pietra, cresceva una non identificata pianta cui erano attribuite grandi proprietà terapeutiche.
Fu nel passaggio dal greco al latino che l'assonanza del nome "Veronica" con "vera eicon" (vera icona o immagine) generò la leggenda, adattandosi perfettamente alla tradizione medioevale cristiana dell’immagine acheropita di Gesù, cioè non dipinta da mano umana ma apparsa per intervento divino e pertanto dotata di miracolosi poteri. Così, infatti, vuole la leggenda secondo la quale l’imperatore romano Tiberio colpito da una grave malattia, avendo saputo che nella lontana Palestina operava un eccezionale guaritore di nome Gesù, ordinò al suo messo Volusiano di andare a cercarlo a Gerusalemme. A causa della stagione invernale che attardò la partenza di Volusiano, questi giunse in Palestina quando ormai Gesù era già stato crocefisso.
Secondo un’altra leggenda il velo della Veronica sarebbe invece custodito a Manoppello, in provincia di Pescara, dove agli inizi del '500 fu portato da un pellegrino che lo consegnò al fisico Giacomo Antonio Leonelli per poi scomparire misteriosamente. Sono in molti a credere il "Volto Santo" di Manoppello sia quello originale, sostenuti nella loro ipotesi dal risultato di un esame realizzato con uno scanner digitale che attesta di non aver trovato sul telo tracce di colore o pigmenti e anche dalla suggestiva coincidenza di dimensioni del volto di Manoppello con quello della Sacra Sindone di Torino , a differenza di quello custodito in Vaticano.
Ci sono poi anche un terzo e un quarto velo che si trovano in Spagna e sono chiamati “La Santa Faz de Jaén” e “La Santa Faz de Alicante” a contendersi la veridicità della reliquia, giusto per amor di chiarezza. Tornando a Santa Veronica, sempre secondo la tradizione, dopo aver lasciato a Roma il panno di lino, avrebbe in seguito viaggiato per l’Europa annunciando la buona novella, stabilendosi infine in Francia, dove conosciuta col nome di Venice o Venisse, gode di particolare culto ed è si considerata la donna che, andata sposa a Zaccheo, primo vescovo di Cesarea di Palestina, dopo la morte del Salvatore si dedicò a convertire la Gallia e, pur non conoscendone la data, si ritiene morì nell'eremitaggio di Soulac, in Aquitania.
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESÙ
Tutti i discepoli sono fuggiti e Pietro stesso rinnega con foga.
Una donna nel colmo dell'insulto e nel cerchio della morte
si lancia e trova Gesù e gli prende il volto tra le mani.
Insegnaci, Veronica, a sfidare il rispetto umano.
Perché colui per il quale Gesù Cristo
non è solo un'immagine, ma è vero, vivo,
diventa subito sgradevole e sospetto agli altri uomini.
Il suo progetto di vita è alla rovescia,
le sue motivazioni di vita sono ormai diverse dalle loro.
In lui c'è sempre qualcosa che sfugge ed è altrove.
Un uomo ormai formato che recita il rosario
e impudentemente va a confessarsi,
si astiene dalle carni il venerdì e si mostra alla messa fra le donne,
fa ridere e urta, è comico e insieme irritante.
Stia attento a quello che fa, perché è tenuto d'occhio.
Stia attento a ogni passo, perché lui è un segno.
Perché ogni Cristiano è l'immagine viva,
benché indegna, del suo Cristo.
E il volto che mostra è l'umile riflesso nel suo cuore
di quella Faccia di Dio, cruenta e gloriosa.
Lasciaci contemplare ancora una volta, Veronica,
sul panno in cui l'hai raccolta, la faccia del Santo Viatico.
Il velo di lino pietoso in cui Veronica ha nascosto
la faccia del Vendemmiatore nel giorno della sua ebbrezza,
perché vi s'imprimesse per sempre la sua immagine,
fatta del suo sangue, delle sue lacrime e dei nostri sputi!
Paul Claudel
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