Gengis Khan, imperatore e condottiero
mongolo, conquistò il più grande impero che la storia abbia mai conosciuto.
Una leggenda narra che portasse sempre con sé dei semi di papavero, che
spargeva sui campi di battaglia dopo le sue vittorie, per onorare i caduti, sia
amici che avversari:tornando a fiorire ogni anno, e "macchiando" di nuovo di
rosso quei campi, i papaveri avrebbero ricordato per sempre che là si era
svolta una battaglia.
Molti secoli dopo, durante la prima guerra mondiale, John McCrae, un ufficiale medico canadese, il 3 maggio 1915 scriveva una triste poesia aver assistito alla morte di un caro amico,il tenente Alexis Helmer.
Il successo della poesia fece diventare i papaveri il simbolo degli eroi caduti per la patria e tutt'oggi, nel Remembrance Day, tutti ne sfoggiano uno all'occhiello.
SUI CAMPI DELLE FIANDRE
Sui campi delle Fiandre sbocciano i papaveri
in mezzo a tante croci, che, in lunghe file uguali,
segnano il nostro posto, una per ciascuno.
Nel cielo ancora volano le allodole cantando,
ma il rombo dei cannoni confonde quella voce.
Noi siamo i morti uccisi dalla guerra.
Non molti giorni fa eravamo vivi:
ci sorrideva l’alba
ed il tramonto ci affascinava con i suoi colori,
noi amavamo ed eravamo amati.
Ed, ecco, riposiamo sui campi delle Fiandre.
Proseguite voi la nostra lotta contro il nemico per la libertà.
Le nostre mani cadono, ma a voi la torcia passano
degli ideali eterni d’ogni uomo.
Siano le vostre mani ormai a tenerla in alto.
Se non ricorderete perché noi siamo morti,
più non avremo pace ne’ riposo,
pur se nei campi aperti delle Fiandre
seguiteranno a crescere i papaveri.
John McCrae
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