1 luglio 2018

IL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU'


IL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU'

Luglio è il mese dedicato al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore, vera salvezza del mondo, simbolo del sacrificio compiuto da Gesù per mondare l’umanità da tutti i peccati e, per certi versi può definirsi il coronamento del mese appena concluso e dedicato al Sacro Cuore.
In particolare, la prima domenica del mese è consacrata al Preziosissimo Sangue, che va onorato mostrando pentimento, temperanza, moderazione nelle passioni, per dimostrare di essere degni del suo immenso potere salvifico.
Il sangue versato da Gesù per la salvezza dell'umanità fu oggetto di culto sin dai primi secoli dell'era cristiana, ma la devozione si accrebbe a partire dall'XI secolo, specialmente in relazione alla diffusione della leggenda del Graal, la coppa con la quale Gesù celebrò l'Ultima Cena e nella quale Giuseppe d'Arimatea raccolse il sangue di Cristo dopo la sua crocifissione.


Possiamo dire dunque che la devozione al Prez.mo Sangue sia sorta sul Calvario e sia rimasta poi sempre viva nella Chiesa, richiamandosi alla mutazione del vino nel sangue di Cristo durante la messa.
Né poteva essere altrimenti, perché il Sangue di Gesù è Sangue Divino, è il prezzo del nostro riscatto, il pegno dell'amore di Dio per le anime che ci ha dischiuso le porte del cielo.
Come insegna l’Antico Testamento, il sangue per Dio ha valore sacrale perché contenente il soffio vitale.
Questo spiega la proibizione dei codici antico-testamentari di versare sangue umano: la vita apparteneva solo a Dio e nessun uomo poteva arrogarsi il diritto di appropriarsene.
Neppure la carne animale poteva essere mangiata insieme al suo sangue e ciò spiega i anche facevano i sacrifici animali in onore di Dio e cioè perché, il loro sangue, cioè il loro spirito vitale, espiava in vece di   quello degli uomini.

Giovanni Bellini - Il sangue del Redentore 
(London National Gallery)

Fin dal 1600 in più luoghi della Spagna esistevano già confraternite dei Preziosissimo Sangue.
In Italia ce n'era una a Ravenna e un'altra fu eretta a Roma sotto Gregorio XIII.
La grande epoca della storia di questa devozione fu però durante il pontificato di Pio VII.
 Stando alla tradizione, un antenato dell’aristocratica famiglia romana dei Savelli, trovandosi presente alla crocifissione del Salvatore, ebbe la veste spruzzata da alcune stille del suo Preziosissimo Sangue. Convertitosi al Cristianesimo, tagliò dall’abito la parte rossa di Sangue e tornato Roma la conservò chiusa in un reliquiario di ebano e cristallo, dove restò gelosamente custodita per 1700 anni, fino a quando il principe Giulio Savelli (1626-1712), ultimo della casata, donò la reliquia alla Basilica di San Nicola in Carcere, adiacente al suo palazzo.

La basilica di San Nicola in Carcere , in  rione Sant'Angelo - Roma

In occasione del primo centenario del dono, l’8 dicembre 1808 l'addetto al ministero nel territorio della basilica parrocchiale di San Nicola in Carcere, Don Francesco Albertini, (Roma 1770-Terracina 1819) fondò con un gruppo di devoti della reliquia una Pia Associazione in onore del Preziosissimo Sangue e ne assegnò la predicazione al sacerdote Gaspare del Bufalo.
Purtroppo, però si era ai tempi dell’impero napoleonico e, nel luglio del 1809, Pio VII fu fatto prigioniero e deportato dalle truppe francesi che avevano conquistato Roma, mentre Gaspare del Bufalo e Don Francesco Albertini rifiutando il giuramento di fedeltà a Napoleone, vennero condannati all’esilio e poi al carcere.
 Solo dopo la caduta di Napoleone, Francesco Albertini, considerato il “Padre Segreto” di tutto il movimento devozionale ottocentesco del Sangue di Cristo, plasmò san Gaspare del Bufalo e lo indirizzò alla fondazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue.
Gaspare del Bufalo, proclamato santo da papa Pio XII nel 1954, poté dunque dedicarsi a divulgare la devozione per il SS Sangue di Gesù e a debellare lo spirito di empietà e di irreligione del momento.

Gaspare Melchiorre Baldassarre del Bufalo 
(Roma, 6 gennaio 1786 – Roma, 28 dicembre 1837)

Quando, nel 1849, Pio IX fu costretto a lasciare Roma occupata dai rivoluzionari per rifugiarsi a Gaeta, ebbe un incontro con il venerabile don Giovanni Merlini, successore di san Gaspare del Bufalo e stimatissimo dal Pontefice per la sua santità e saggezza.
Al Papa, che gli chiedeva quando sarebbero passati quei terribili momenti per la Chiesa, il santo missionario, rispose che se avesse introdotto la Festa del Preziosissimo Sangue, sarebbe tornato a Roma liberata. Il Papa, dopo lunghe riflessioni comunicò al Merlini che accettava il consiglio.
 La domenica del 1° luglio di quell’anno i rivoluzionari furono costretti a lasciare Roma e il Papa, con decreto del 10 agosto 1849 estese la festa del Preziosissimo Sangue a tutta la Chiesa, da celebrarsi nella prima domenica di luglio.
Paolo VI abbinò la Festa del Preziosissimo Sangue a quella del Corpus Domini, ma la sua decisione provocò un vivo malcontento tra i devoti dell’una e dell’altra devozione e allora fu concesso di celebrare ugualmente la Festa nel 1° luglio, con liturgia di solennità.
La Pia associazione del Preziosissimo Sangue fondata da mons. Albertini, eretta ad Arciconfraternita dal papa Pio VII nel 1815, si trasferì poi presso la chiesa di San Giuseppe a Capo le Case, dove, dietro l’Altare, ancora si conserva il reliquiario di San Nicola in Carcere.
La chiesa di San Giuseppe a Capo le Case, nel rione Colonna- Roma

Ispirandosi anche all'opera di San Gaspare del Bufalo, suor Maria De Mattias (proclamata santa da papa Giovanni Paolo II nel 2003), fondò nel 1834 la congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo.
Fra i santi Padri della Chiesa abbiamo San Giovanni Crisostomo in Oriente e Sant’ Agostino in Occidente, che possono essere considerati come tra i più notevoli esempi di una speciale devozione al Preziosissimo Sangue.
Anche Santa Caterina da Siena era particolarmente devota all’Eucarestia e al Preziosissimo Sangue di Gesù: il suo era un pensiero costante, l'ansia di ogni ora, un'idea fissa, un bisogno irrinunciabile.
Arrivò addirittura a iniziare le sue lettere così: "lo vi scrivo nel prezioso Sangue..."
Al suo confessore, Raimondo da Capua scrisse: "Immergetevi nel Sangue di Gesù Crocifisso, bagnatevi in quel Sangue, inebriatevi con quel Sangue, crescete e fortificatevi in quel Sangue".

Agostino Carracci - Estasi di Santa Caterina da Siena
(Galleria Borghese Roma)

MEDITAZIONE DI PADRE LUIGI DUILIO GRAZIOTTI

"Il mese di Luglio ci richiama a meditare sulla Passione di Gesù. Infatti è dedicato al ricordo del Suo Sangue sparso per la nostra salvezza. Quando Gesù sulla croce venne trafitto dalla lancia del soldato, uscì dal Suo Cuore un po’ di liquido, che non era solo sangue, ma sangue misto ad acqua. 
Da questo si capisce che Gesù ha donato tutto Se stesso per salvarci: non ha risparmiato proprio nulla. Inoltre è andato incontro alla morte volontariamente. Non era obbligato, ma l’ha fatto solo per amore verso gli uomini. Il Suo amore è stato veramente il più grande. E’ per questo che ha detto nel Vangelo: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Se Gesù ha sacrificato la propria vita per tutti gli uomini, ciò significa che per Lui sono tutti amici: nessuno escluso.  Gesù ritiene amico anche il più grande peccatore di questa terra.  Tanto è vero che ha paragonato il peccatore ad una pecorella del Suo gregge, che si è allontanato da Lui, che si è smarrito nel deserto del peccato. Ma appena si accorge che si è allontanato va a cercarlo dappertutto, fino a quando l’ha trovato.
Gesù ama tutti allo stesso modo, sia i buoni che i cattivi, e non esclude nessuno dal Suo grande amore. Non c’è nessun peccato che ci privi del Suo amore. Lui ci vuol sempre bene. Anche se tra gli uomini di questo mondo ci sono gli amici e i nemici, per Iddio no: siamo tutti Suoi amici.
Avviciniamoci a Lui con fiducia, senza paura, come ci dice San Paolo nella lettera agli Ebrei: “Accostiamoci con piena fiducia al trono della Grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati nel momento opportuno” (Ebr 4,16). Non dobbiamo perciò stare lontani da Dio: Lui è buono con tutti, lento all’ira e grande nell’amore, come dice la Sacra Scrittura. Lui non vuole il nostro male, ma solo il nostro bene, quel bene che ci rende felici su questa terra, e soprattutto dopo la nostra morte in Paradiso. Non chiudiamo il nostro cuore, ma ascoltiamo il Suo invito sincero e accorato quando ci dice: “Venite a Me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e Io vi ristorerò” (Mt 11,28). Che cosa aspettiamo ad avvicinarci a Lui, dato che è così buono e amabile? Se Lui ha dato la vita per noi, possiamo forse pensare che voglia il nostro male? No assolutamente! Chi si avvicina a Dio con fiducia e con semplicità di cuore acquista grande gioia, pace e serenità.
Purtroppo per tante persone lo spargimento del Sangue di Gesù è servito a nulla, perché hanno preferito il peccato e la dannazione eterna, piuttosto che la salvezza. Eppure Gesù vuole che tutti gli uomini si salvino, anche se molti fanno i sordi al Suo richiamo, e così senza accorgersi precipitano nell’inferno eterno.
A volte ci domandiamo: “Quanti sono coloro che si salvano?” Da ciò che Gesù ha detto si deduce che sono molto pochi. Infatti c’è scritto nel Vangelo: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa è la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. Quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano” (Mt 7,13)"


Allegoria del Prezioso Sangue di Cristo - Miguel Cabrera (1695-1768)

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