In certi giorni così plumbei, l'unico suono che si sente è quello della pioggia...
PIOGGIA D'AUTUNNO
”Stanotte udii, fra veglia e sonno, un canto lieve, sommesso,
e pur vasto siccome il vasto mondo;
e mi parea nel sogno di navigare in barca senza remi su grigio mare,
dentro un vel di pioggia.
Era la pioggia, sì;
ma sovra un mare di fronde mormoranti di felice ristoro nelle tenebre:
la prima pioggia d’autunno, dopo un’arsa estate tutta febbre di sole;
ed or s’ostina nell’alba smorta, ed ogni albero piange che la riceve.
Ma quel pianto è riso, profondo, inestinguibile: di donna che troppo attese,
ed or non sa se gioia o dolore è l’amplesso che l’avvolge.
Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia che s’imbeve di te sin nelle fibre che l’uniscono al ramo,
e il ramo al tronco, e il tronco al suolo; e tu dentro le vene passi, e ti spandi,
e sì gran sete plachi.
So che annunci l’inverno: che fra breve quella foglia cadrà, fatta colore della ruggine,
e al fango andrà commista; ma le radici nutrirà del tronco per rispuntar dai rami a primavera.
Vorrei, pioggia d’autunno, essere foglia, abbandonarmi al tuo scrosciare,
certa che non morrò, che non morrò,
che solo muterò volto sin che avrà la terra le sue stagioni, e un albero avrà fronde.”
Ada Negri
(Lodi, 3 febbraio 1870 – Milano, 11 gennaio 1945)
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