10 agosto 2019

SAN LORENZO DIACONO - 10 AGOSTO

"Mea nox obscurum non habet, sed omnia in luce clarescunt"
 ("La mia notte non conosce tenebre, tutto risplende di luce" )
San Lorenzo Martire, Liturgia delle Ore

SAN LORENZO


 San Lorenzo è, dopo Santo Stefano, uno dei martiri più venerati della Chiesa. 
La fama del santo molto probabilmente è dovuta alla leggenda secondo la quale, durante la notte del 10 agosto - data in cui fu martirizzato e pertanto a lui consacrata- il cielo "piangerebbe"  le lacrime da lui versate durante il suo atroce martirio sotto forma di stelle cadenti.
In base ad altre versioni, le stelle cadenti rappresenterebbero invece i tizzoni ardenti su cui San Lorenzo fu, da tradizione, martirizzato.
 Da ciò trae origine la credenza popolare secondo cui chi in questa notte vedrà una stella cadente e guardandola ricorderà il supplizio del Santo Diacono, potrà chiedere una grazia o, in linguaggio più comune, esprimere un desiderio con buone speranze di realizzazione.
Padroni di crederci o meno, reale è che questa notte dell'anno è una delle più propizie per vedere le scie luminose  prodotte dallo sciame meteorico delle Perseidi, popolarmente dette stelle cadenti.


Beato Angelico - San Lorenzo distribuisce le elemosine

Si ritiene che San Lorenzo fu arso vivo a fuoco lento  il 10 agosto del 258 d.C. quindi, il suo emblema è la graticola (strumento del supplizio)  e  viene  invocato soprattutto da coloro che per lavoro  rischiano bruciature come pompieri ,cuochi, pasticcieri, vermicellai,  rosticcieri e lavoratori del  vetro .
Considerato altresì patrono dei diaconi, Lorenzo viene generalmente raffigurato come un giovane diacono rivestito della dalmatica, cioè la lunga veste liturgica, con il ricorrente attributo della graticola o, in tempi più recenti, della borsa del tesoro della Chiesa romana da lui distribuito, secondo i testi agiografici, ai poveri.
Santo protettore pertanto anche dei poveri  e ancora, poiché  era  custode di libri sacri, anche di bibliotecari e librai.
 Secondo un’antica leggenda, San Lorenzo ogni venerdì scende nel Purgatorio per liberare un’anima e portarla in Paradiso, pertanto è invocato persino contro le fiamme del Purgatorio.

Juan de Miranda- San Lorenzo martire, 1785 circa
Chiesa della Concezione- Santa Cruz de Tenerife

Riguardo alla sua vita le notizie sono piuttosto scarse, ma si ritiene che Lorenzo fosse originario della Spagna e più precisamente nato nel 225 a Huesca, antica cittadina dell’Aragona, regione ai piedi dei Pirenei.
Di famiglia nobilissima e santa, fin da bambino si astenne sempre da ogni divertimento puerile e fu modello di docilità e innocenza.
Ancora giovinetto Lorenzo fu inviato alla celebre università di Saragozza per completare gli studi umanistici e teologici, come allievo del futuro papa Sisto II, insegnante tra i conosciuti e apprezzati dell’epoca.
Tra maestro e allievo nacque  una grande amicizia  e collaborazione che li portò a trasferirsi dalla Spagna a Roma per meglio servire la Chiesa.

Papa San Sisto II incontra S. Lorenzo mentre è condotto al martirio
 Vetrata della Basilica di S. Patrizio -  Ottawa

Il 30 agosto 257 Sisto II venne eletto Papa  e affida a  Lorenzo il compito di arcidiacono della Chiesa Romana,  corrispondente all’ attuale dignità cardinalizia, ruolo che gli consentiva di assistere il papa nella celebrazione dei riti,  distribuire l’Eucaristia e amministrare le offerte donate alla Chiesa.
Mentre la Chiesa si espandeva sempre più fra i pagani, soprattutto grazie alla fervente predicazione di Lorenzo, nel 258 l'imperatore Valeriano scatenava una nuova persecuzione cristiana, che secondo San Dionisio fu tra più terribili.
Tra i perseguitati, il vescovo Cipriano di Cartagine, che morirà decapitato e lo stesso papa Sisto II, catturato mentre celebrava l'Eucaristia nelle catacombe di San Callisto e decapitato con quattro diaconi il 6 agosto del 258.
Come spesso capita nelle persecuzioni e nelle guerre, la motivazione decisiva a scatenare l’ennesimo bagno di sangue, fu in realtà un fattore economico: era, infatti, forte la convinzione che la Chiesa avesse accumulato grandi ricchezze su cui l'impero romano, sempre più in crisi, bramava mettere le mani per risollevarsi.
Lorenzo, in quanto tesoriere,  fu quindi  inevitabilmente  fermato e la tradizione narra che gli  fu promessa salva la vita se avesse consegnato i tesori della Chiesa entro tre giorni.
Lorenzo usò però il tempo a disposizione per distribuire ai poveri tutto quanto  in suo avere, per poi presentarsi al cospetto del prefetto accompagnato da una turba di malati, storpi ed emarginati pronunciando le leggendarie parole:“ Ecco, questi sono i nostri tesori: sono tesori eterni, non vengono mai meno, anzi crescono sempre”.

San Lorenzo distribuisce gli arredi sacri ai poveri 
Bernardo Strozzi - 1615-1620 circa
Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini - Roma


Ciò scatenò il furore di Valeriano e Lorenzo fu ovviamente condannato a morte per la disobbedienza.
 Riguardo al modo in cui fu giustiziato, un’antica “passione” raccolta da sant’Ambrogio, precisa: "Bruciato sopra una graticola", un supplizio che ispirerà opere d’arte, testi di pietà e detti popolari per secoli.
 Ambrogio si dilunga, dapprima, sull'incontro e sul dialogo fra Lorenzo e il Papa, poi allude alla distribuzione dei beni della Chiesa ai poveri, infine menziona la graticola, strumento del supplizio, rimarcando la frase con cui l'arcidiacono della Chiesa di Roma, rivolgendosi ai suoi aguzzini dice:” Assum est... versa et manduca”, ossia : "E' cotto... girami e mangia".
Probabilmente fu per via di questo passo che si diffuse nel Medioevo la macabra credenza secondo cui il corpo del martire fu fatto a pezzi e dato in pasto alla plebe pagana, in preda  alla fame a causa di una grave carestia.


 Il Martirio di San Lorenzo - Cesare Giuliani

Studi più approfonditi, però dichiarano leggendaria questa tradizione, poiché pare che Valeriano non avesse ordinato torture ai cristiani, e propendono più per la decapitazione di Lorenzo, proprio come Sisto II, San Cipriano e tanti altri in quel periodo.
 Il corpo di Lorenzo fu tumulato sulla via Tiburtina e sulla sua tomba, agli inizi del IV secolo, l’imperatore convertito Costantino fece edificare un piccolo oratorio, ampliato e abbellito in seguito da Pelagio II tra il 579 e il 590.
Fu invece Sisto III, tra il 432 e il 440, a far costruire la grande basilica a tre navate, con l'abside appoggiata all'antica chiesa.
Dobbiamo però a Onorio II, nel XIII secolo, l’unificazione dei due edifici che costituiscono la basilica tuttora esistente e restaurata nel XX secolo dopo i danni del bombardamento americano su Roma del 19 luglio 1943.
 Secondo una tradizione un soldato romano che assistette al supplizio, raccolse con uno straccio gocce di sangue e grasso mentre il martire spirava e portò la reliquia al paese di Amaseno, in provincia di Frosinone, dove tuttora è custodita e ogni 10  agosto, avviene il miracolo della liquefazione del Sangue di S. Lorenzo, proprio come accade a Napoli con il  sangue di San Gennaro.
Nonostante i dubbi sullo svolgimento del martirio, non vi sono dubbi sull'esistenza del santo, sul luogo del martirio e sulla data della sepoltura.



Basilica di  San Lorenzo fuori le mura - Roma



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