Una
favola in poesia della poetessa, traduttrice e saggista Ulalume González de León, nata in Uruguay il
20 settembre 1932.
I genitori, Sara de
Ibáñez e
Roberto Ibáñez
erano una coppia
di famosi poeti, che influenzarono
decisamente la carriera letteraria sua
e delle altre due figlie, tutte
chiamate con nomi tratti da opere di rinomati
scrittori : Ulalume, che è il titolo di una poesia di
Edgar Allan Poe; Suleika,
come il personaggio di un libro di poesie di Johann Wolfgang Goethe e
Solveig, come un personaggio del romanzo
Peer Gynt di Henrik
Ibsen.
Grazie
ai genitori, infatti, fin da piccola, lei e le sorelle, hanno la grande
opportunità non solo d’imparare l'arte della poesia, ma soprattutto l'occasione
quotidiana di prestigiose frequentazioni intellettuali con poeti come Pablo Neruda, Octavio Paz, Juan Ramón Jiménez, Gabriela
Mistral, Rafael Alberti e in pratica tutti i
poeti latinoamericani più importanti dell'epoca.
Dopo
aver studiato al liceo francese, Ulalume termina gli studi di letteratura e
filosofia alla Sorbona di Parigi, città dove, nel 1948,
sposa l'architetto messicano Teodoro González de
León.
Lo
stesso anno gli sposi si trasferiscono in Messico,
lei assume nazionalità messicana e, così come aveva fatto a suo tempo la madre,
adotta il cognome del marito per pubblicare le sue opere, continuando a usarlo
anche dopo il divorzio .
Dopo
30 anni di matrimonio e tre figli, infatti divorzia e si risposa con il poeta messicano
Jorge Hernández Campos.
Come
riconoscimento alle sue opere letterarie, Ulalume vinse numerosi premi come il
Premio di Narrativa dell’Uruguay nel 1970, il Premio Xavier
Villaurrutia nel 1978 e il Premio di Poesia Fiore Laura nel 1979 (il Centro di Studi Internazionale Petrarca di
Parigi).
Per
il suo straordinario lavoro di traduttrice in 4 lingue (inglese, francese,
italiano e portoghese), vinse invece, nel 1971 in
Messico il premio Alfonso X de
Traducción.
Grande
soddisfazione ebbe quando Octavio Paz elogiò il suo libro di poesie “Plagios”, definendo lei la migliore poetessa messicana
dopo Sor Juana Inés de la
Cruz.
Affetta da anni dal
morbo di Alzheimer, morì il 17 luglio 2009 a Querétaro, in Messico, a causa di un’ insufficienza
respiratoria.
RACCONTARE UNA
FAVOLA
È il
paese di Andrai e Non Ritornerai
dove
gli orologi segnano l’inverno in punto
e solo
nella tua memoria sarà primavera
se
avrai tempo di ricordare
Ma hai
soltanto il tempo di cercare la regina bianca
Qui si
congela il cuore e non può rompersi
Qui si
congelano le fonti del pianto
Qui si
congelano le parole che designano i colori
e solo
sopravvive la parola del suo nome
Ma tu
non sai come si chiama la regina bianca
Si sa
poco della regina bianca:
che
abita un silenzio senza finestre
che
abita il castello di Escisepuoi
che
abita la casa del freddo
Si sa
poco della regina:
che è
completamente bianca
che
neppure pensando tutte le rose insieme
si
potrebbe far nascere un rossore sulle sue guance
e che
neppure con tutte le ali di tutti gli uccelli
si
potrebbe migrare dal suo inverno in punto
Si sa
poco di lei
Ma non
c’è più bisogno di cercarla
né
serve altro per incontrarla
e
allontanarti da lei per sempre
se
scopri che non lasci impronte sulla neve
se
scopri come perdi ogni prova della vita.
Ulalume Gonzalez de
León
“Ci
sono cose reali che non credi perché inverosimili e cose fantastiche che ti
danno la chiave per intendere la realtà”
Ulalume González de León