Molte
leggende si narrano intorno a questo delicato fiore!
Ecco tutte quelle che sono riuscita a trovare...
Ecco tutte quelle che sono riuscita a trovare...
Leggenda Medioevale
In un
fitto bosco viveva una bambina che era rimasta sola e orfana. Tutti gli animali
erano suoi amici e le facevano compagnia Si nutriva di tutto ciò che il bosco le offriva. Si dissetava e si lavava con l’acqua spumeggiante di un
piccolo ruscello. Diventata grande perse l’interesse per i suoi amici e
cominciò a sentire il peso della solitudine. Tutti i giorni erano ormai uguali:
sola e triste non riusciva a frenare il pianto disperato che le scuoteva il
petto.
Le sue
copiose lacrime bagnavano il sottobosco. La luna intenerita carezzò con i suoi
raggi le lacrime che si trasformarono in profumatissimi fiori bianchi, i
mughetti.
Un
giorno il giovane principe Alino, d’azzurro vestito, fu attirato dal profumo e dal candore dei
mughetti. Ne raccolse un bel po’, ma fu subito colto da una fastidiosa
irritazione. Cominciò a grattarsi e a lamentarsi. Azzurra lo sentì e corse ad
aiutarlo. Lo condusse al ruscello e gli
consigliò di lavarsi. Pochi sguardi,
poche parole e… nacque l’amore. La storia, naturalmente, ebbe un lieto fine.
Leggenda cristiana
Si
narra che i primi mughetti nacquero dalle lacrime della Madonna sparse ai piedi della croce. Per questa ragione e
per il loro colore bianco, il mughetto simboleggia la purezza.
Leggenda di San Leonardo
Si
narra che San Leonardo dovette combattere contro il diavolo. Il combattimento fu cruento e durò a lungo.
San Leonardo vinse, ma perse molto sangue che cadendo sul terreno si trasformò in bianche campanelline:
mughetto
Leggenda russa
Per i
russi i mughetti erano nati dalle lacrime della bellissima Ljubava, la regina
del fiume Volhov, innamorata tradita.
L’usignolo innamorato
Un
giovane usignolo s’innamorò perdutamente di una rondinella. Ogni giorno le
dichiarava il suo amore : un canto melodioso risuonava nell’aria intorno alla
casa del bosco dove le rondini avevano costruito il nido sotto il tetto.
Gli
dei, estasiati, si sporgevano dalle nuvole e le fate del bosco dagli alberi per
ascoltarlo.
La
rondinella, pure, l’ascoltava, ma amava tagliare di più l’aria con le sue ali.
Col passare dei giorni il dolcissimo canto si venò di tristezza, sempre più profonda tanto da commuovere
la fata più giovane che fece innamorare
la rondinella dell’usignolo.
Il
canto d’amore riprese ad incantare e a far sognare fate, dei, animali, uomini…
tutti quelli che l’ascoltavano.
La
gioia dei due innamorati, però, durò poco: per la rondinella giunse il tempo
della partenza per i paesi più caldi. La rondinella promise al suo amato di tornare e gli diede alcune piume bianche,
quale pegno del suo amore, che la fata trasformò in bellissimi fiori bianchi.
mughetti.
“Quando
il primo fiore fiorirà io tornerò” disse la rondinella”.
Ecco
perché gli usignoli, a primavera, aspettano la fioritura del primo mughetto nel
bosco per celebrare il loro amore.
La leggenda di Fiorina
Sui
monti dell'Alta Savoia, nelle lunghe veglie invernali si narra la leggenda di
Fiorina salvata miracolosamente da un fatto eccezionale.In una bellissima
giornata di aprile, tanti e tanti anni fa, la piccola pastorella Fiorina partì
da casa per andare all'alpe dove suo padre aveva portato il gregge a pascolare.
Quell'anno la stagione era in anticipo, e già il caldo si faceva sentire. I
fiori erano sbocciati tutti prima del tempo e pur essendo in montagna, ai
margini del bosco i mughetti erano già fioriti e spandevano intorno il loro
profumo. Fiorina aveva promesso al padre di non fermarsi a coglier fiori perché
il tempo in montagna cambia all'improvviso... ma la bimba, Petit Fleur la
chiamavano in paese, non seppe resistere: erano così belli e così profumati.
Delle piccole campanelle che sembravano tintinnare al vento.Ma il cielo si era
oscurato, i tuoni seguivano rapidamente ai fulmini e la piccola non aveva
ancora raggiunto l'alpe. Corse allora ma sul ciglio di un burrone cadde
esausta. Cadde e svenne. Quand'ecco un tintinnio di campanelle si levò nell'aria
e discese a valle. Tutti l'udirono. E tutti pensarono che qualcosa di
eccezionale doveva essere successo in montagna, e forse qualcuno era in
pericolo. Fiorina fu salvata: i mughetti, tutti i mughetti del bosco, per un
volere superiore, si erano messi a tintinnare. Da allora, in quel paese i
mughetti si chiamano anche "Les clochette de la Vierge".
La civetteria del mughetto
E’
questa una leggenda diffusa nelle valli bresciane. Si narra che un giorno di gioia, le fate del
bosco uscirono dalle loro case nascoste per dare una bellissima festa tra gli alberi.
Cantarono
e danzarono, spensierate e felici; celebrarono riti ed ebbero una giornata colma di luce e di
profumi.
Ma le
fate, prese dal vortice delle danze e
dal delirio dei canti, avevano abbandonato le loro tazzine di giada per bere acqua al rio.
Le
ritrovarono il giorno successivo, all’alba, moltiplicate di numero e nascoste
sotto il fogliame.
Il loro
dio protettore avevano pensato bene di
nasconderle a sguardi indiscreti.
Poiché
il prato era tutto chiazzato di piccoli calici bianchi, la tradizione popolare
fece derivare da quel particolare il nome di “tazzine delle fate, dato ai
mughetti.
Essi,
sempre secondo la tradizione, simboleggiano la civetteria.
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