1 maggio 2013

LEGGENDE SUI MUGHETTI


                  


Molte leggende si narrano intorno a questo delicato fiore!
Ecco tutte quelle che sono riuscita a trovare...

Leggenda Medioevale

In un fitto bosco viveva una bambina che era rimasta sola e orfana. Tutti gli animali erano suoi amici e le facevano compagnia Si nutriva di tutto ciò che  il bosco le offriva. Si dissetava  e si lavava con l’acqua spumeggiante di un piccolo ruscello. Diventata grande perse l’interesse per i suoi amici e cominciò a sentire il peso della solitudine. Tutti i giorni erano ormai uguali: sola e triste non riusciva a frenare il pianto disperato che le scuoteva il petto.
Le sue copiose lacrime bagnavano il sottobosco. La luna intenerita carezzò con i suoi raggi le lacrime che si trasformarono in profumatissimi fiori bianchi, i mughetti.
Un giorno il giovane principe Alino, d’azzurro vestito,  fu attirato dal profumo e dal candore dei mughetti. Ne raccolse un bel po’, ma fu subito colto da una fastidiosa irritazione. Cominciò a grattarsi e a lamentarsi. Azzurra lo sentì e corse ad aiutarlo. Lo condusse al  ruscello e gli consigliò di lavarsi. Pochi  sguardi, poche parole e… nacque l’amore. La storia, naturalmente, ebbe un lieto fine.

Leggenda cristiana

Si narra che i primi mughetti nacquero dalle lacrime della Madonna sparse  ai piedi della croce. Per questa ragione e per il loro colore bianco, il mughetto simboleggia la purezza.

Leggenda di San Leonardo

Si narra che San Leonardo dovette combattere contro il diavolo.  Il combattimento fu cruento e durò a lungo. San Leonardo vinse, ma perse molto sangue che cadendo  sul terreno si trasformò in bianche campanelline: mughetto

Leggenda russa

Per i russi i mughetti erano nati dalle lacrime della bellissima Ljubava, la regina del fiume Volhov, innamorata tradita.

L’usignolo innamorato

Un giovane usignolo s’innamorò perdutamente di una rondinella. Ogni giorno le dichiarava il suo amore : un canto melodioso risuonava nell’aria intorno alla casa del bosco dove le rondini avevano costruito il nido sotto il tetto.
Gli dei, estasiati, si sporgevano dalle nuvole e le fate del bosco dagli alberi per ascoltarlo.
La rondinella, pure, l’ascoltava, ma amava tagliare di più l’aria con le sue ali. Col passare dei giorni il dolcissimo canto si venò di tristezza,  sempre più profonda tanto da commuovere la  fata più giovane che fece innamorare la rondinella dell’usignolo.
Il canto d’amore riprese ad incantare e a far sognare fate, dei, animali, uomini… tutti quelli che l’ascoltavano.
La gioia dei due innamorati, però, durò poco: per la rondinella giunse il tempo della partenza per i paesi più caldi. La rondinella promise al suo amato  di tornare e gli diede alcune piume bianche, quale pegno del suo amore, che la fata trasformò in bellissimi fiori bianchi. mughetti.
“Quando il primo fiore fiorirà io tornerò” disse la rondinella”.
Ecco perché gli usignoli, a primavera, aspettano la fioritura del primo mughetto nel bosco per celebrare il loro amore.

La leggenda di Fiorina

Sui monti dell'Alta Savoia, nelle lunghe veglie invernali si narra la leggenda di Fiorina salvata miracolosamente da un fatto eccezionale.In una bellissima giornata di aprile, tanti e tanti anni fa, la piccola pastorella Fiorina partì da casa per andare all'alpe dove suo padre aveva portato il gregge a pascolare. Quell'anno la stagione era in anticipo, e già il caldo si faceva sentire. I fiori erano sbocciati tutti prima del tempo e pur essendo in montagna, ai margini del bosco i mughetti erano già fioriti e spandevano intorno il loro profumo. Fiorina aveva promesso al padre di non fermarsi a coglier fiori perché il tempo in montagna cambia all'improvviso... ma la bimba, Petit Fleur la chiamavano in paese, non seppe resistere: erano così belli e così profumati. Delle piccole campanelle che sembravano tintinnare al vento.Ma il cielo si era oscurato, i tuoni seguivano rapidamente ai fulmini e la piccola non aveva ancora raggiunto l'alpe. Corse allora ma sul ciglio di un burrone cadde esausta. Cadde e svenne. Quand'ecco un tintinnio di campanelle si levò nell'aria e discese a valle. Tutti l'udirono. E tutti pensarono che qualcosa di eccezionale doveva essere successo in montagna, e forse qualcuno era in pericolo. Fiorina fu salvata: i mughetti, tutti i mughetti del bosco, per un volere superiore, si erano messi a tintinnare. Da allora, in quel paese i mughetti si chiamano anche "Les clochette de la Vierge".


La civetteria del mughetto

E’ questa una leggenda diffusa nelle valli bresciane.  Si narra che un giorno di gioia, le fate del bosco uscirono dalle loro case nascoste per dare una bellissima  festa tra gli alberi.
Cantarono e danzarono, spensierate e felici; celebrarono riti ed  ebbero una giornata colma di luce e di profumi.
Ma le fate,  prese dal vortice delle danze e dal delirio dei canti, avevano abbandonato le loro tazzine  di giada per bere acqua al rio.
Le ritrovarono il giorno successivo, all’alba, moltiplicate di numero e nascoste sotto il fogliame.
Il loro dio protettore  avevano pensato bene di nasconderle a sguardi indiscreti.
Poiché il prato era tutto chiazzato di piccoli calici bianchi, la tradizione popolare fece derivare da quel particolare il nome di “tazzine delle fate, dato ai mughetti.
Essi, sempre secondo la tradizione, simboleggiano la civetteria.

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