Questa poesia, come molte altre nell’ultimo
periodo della sua vita, fu scritta da Cesare Pavese a Constance Downing,
l'attrice di cui si era profondamente innamorato.
La donna non ricambiava il sentimento con
medesima intensità e anzi tanto dolore gli causò con un comportamento poco
chiaro.
Constance intratteneva, infatti, una
relazione tumultuosa con un noto attore italiano dell'epoca, ma nello stesso
tempo con leggerezza illudeva lo scrittore cercando in lui consolazione nei
momenti critici.
L'attrice probabilmente sottovalutò la fragilità emotiva di Cesare Pavese che, con l'ennesima delusione, finì per togliersi la vita.
Con questa poesia e con l’augurio di avere sempre negli occhi
una splendente luce, vi
auguro una buona giornata!
DOVE
SEI TU E' MATTINO
Tu eri la vita
e le cose.
In te desti
respiravamo
sotto il cielo
che ancora è in noi.
Non pena non
febbre allora,
non
quest'ombra greve del giorno
affollato e
diverso. O luce,
chiarezza
lontana, respiro
affannoso,
rivolgi gli occhi
immobili e
chiari su noi.
È buio il
mattino che passa
senza la luce
dei tuoi occhi.
Cesare Pavese
Nessun commento:
Posta un commento