4 ottobre 2012

SAN FRANCESCO D'ASSISI - 4 OTTOBRE





Un raggio di sole è sufficiente per spazzare
via molte ombre

(S.Francesco D Assisi)


SAN FRANCESCO D'ASSISI - 4 OTTOBRE

Il 4 Ottobre è il giorno dedicato a San Francesco d'Assisi, "il poverello di Assisi" fondatore dell'ordine francescano che ancora oggi si basa sugli stessi principi da lui improntati.
 Nel 1939 Papa Pio XII lo proclamò, con Santa Caterina da SienaPatrono d'Italia, San Francesco è patrono anche dell’ Umbria, degli animali, dei poeti, dei commercianti e degli ecologisti, mentre i suoi emblemi sono il lupo, gli uccelli e le stigmate.
Non si conosce l'esatta nascita di San Francesco ma si presume sia tra il Dicembre 1181 e il Settembre 1182, il 26 secondo alcune fonti.
 Nato da Pietro Bernardone dei Moriconi, ricco mercante di stoffe e spezie e dalla nobile Signora Pica Bourlemont, la leggenda vuole che sia stato concepito durante il viaggio in Terra Santa della matura coppia.
Battezzato dalla madre con il nome di Giovanni, il padre, che al momento della nascita era in Francia per affari, al suo ritorno lo cambiò in Francesco.
 Il giovane Francesco studiò il latino e il volgare, la musica e la poesia, mentre il padre, che desiderava avviarlo all'attività del commercio, gli insegnò il francese ed il provenzale. Francesco si trovò adolescente a lavorare dietro il bancone nella bottega paterna e condusse una vita spensierata e mondana.
 A 20 anni partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e fu fatto prigioniero per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo debilitò molto.
Tornato ad Assisi, si riprese grazie alle amorevoli cure materne e decise nuovamente di seguire Gualtiero de Brienne nell’Italia del sud ma giunto a Spoleto, ebbe un'apparizione del Signore, che gli ordinava di tornare indietro e così Francesco abbandonò definitivamente l'idea di una vita militare.


Inizia così la sua conversione e Francesco, dedicandosi a opere di carità fra i lebbrosi e meditando nelle campagne intorno ad Assisi.
 Un giorno, mentre è in preghiera nella Chiesetta di San Damiano, una visione divina gli chiede di restaurare la chiesa in rovina.
 Per soddisfare la richiesta del Signore, Francesco carica un cavallo di stoffe prese nella bottega paterna e le vende insieme al cavallo.  Già molto adirato per i mutamenti nella personalità di Francesco e per le sue cospicue offerte ai poveri, il padre dopo questo episodio minaccia di diseredarlo, così il 12 aprile del 1207, Francesco rinuncia pubblicamente nella piazza del Vescovado di Assisi agli averi paterni e si incammina con pochi seguaci verso una vita di preghiera, umiltà e obbedienza a "Sorella Povertà”.
Abbandonata Assisi, si dirige a Gubbio, dove, compie quello che è considerato il suo primo miracolo: infatti, riesce ad ammansire, semplicemente parlandogli, un feroce lupo che terrorizzava la città.



Viveva un dì, narra un’antica voce 
intorno a Gubbio un lupo assai feroce 
che aveva i denti più acuti che i mastini 
e divorava uomini e bambini. 
Dentro le mura piccole di Gubbio 
stavano chiusi i cittadini e in dubbio 
ciascuno della vita. La paura 
non li lasciava uscire dalle mura. 
E San Francesco venne a Gubbio, e intese 
del lupo, delle stragi, delle offese; 
ed ebbe un riso luminoso e fresco, 
e disse: "O frati, incontro al lupo io esco!". 
Le donne avevano lagrime così 
grosse, ma il Santo ilare e ardito uscì. 
E a mezzo al bosco ritrovò il feroce 
ispido lupo, e con amica voce 
gli disse: "O lupo, mio fratello lupo, 
perché mi guardi così ombroso e cupo? 
Perché mi mostri quegli aguzzi denti? 
Vieni un po’ qua, siedimi accosto e senti: 
Io so che tu fai molto male a Gubbio 
e tieni ognuno della vita in dubbio, 
e so che rubi uccidi e non perdoni 
nemmeno ai bimbi, e mangi i tristi e i buoni: 
Orbene ascolta: come è vero il sole, 
ciò che tu fai è male. Iddio non vuole! 
Ma tu sei buono; e forse ti ha costretto 
a ciò la fame. Ebbene, io ti prometto 
che in Gubbio avrai d’ora in avanti il vitto: 
ma tu prometti essere onesto e dritto 
e non dare la minima molestia: 
Essere insomma una tranquilla bestia. 
Prometti dunque tutto questo, dì?". 
Il lupo abbassò il capo, e fece: "Si!". 
"Davanti a Dio tu lo prometti?". 
E in fede il lupo alzò molto umilmente un piede. 
Allora il Santo volse allegro il passo 
a Gubbio, e il lupo dietro, a corpo basso. 
In Gubbio fu gran festa, immenso evviva: 
scoppiò la gioia, e fino al ciel saliva. 
E domestico il lupo entro rimase 
le chiuse mura, e andava per le case 
in mezzo ai bimbi come un vero agnello, 
e leccava la gota a questo e a quello. 
E poi morì. E fu da tutti pianto 

e seppellito presso il campo santo.


Francesco si cuce da solo una camicia di tela grezza, legata in vita da una cordicella a tre nodi, indossa dei sandali e rimane nei territori di Gubbio fino alla fine del 1207
Porta sempre con sé una sacca piena di strumenti da muratore, con i quali restaura personalmente la chiesetta di San Damiano.
Il primo discepolo di Francesco è il magistrato Bernardo da Quintavalle, seguito poi da Pietro Cattani, canonico e dottore in legge e alla fine il numero di seguaci arriva a dodici, proprio come i discepoli di Gesù.
 L'ordine francescano nasce ufficialmente nel luglio del 1210, grazie a papa Innocenzo III e la loro regola principale è l'assoluta povertà: i frati non possono possedere nulla.
Tutto quello che serve loro, compreso il rifugio, deve essere frutto di donazione.
A fornire un rifugio ai francescani ci pensano allora i benedettini che, in cambio di un cesto di pesci l’anno, concedono loro in uso perpetuo la Porziuncola, piccola chiesa situata all'interno della Basilica di Santa Maria degli Angeli restaurata da Francesco. 


La Porziuncola

Dopo aver predicato in varie regioni italiane, Francesco d'Assisi parte per recarsi in missione prima in Palestina, poi in Egitto, dove incontra il sultano Melek el-Kamel, e infine in Marocco (erano gli anni della V Crociata) nel tentativo vano di convertire gli infedeli.
Durante uno dei suoi viaggi arriva fino al santuario di Santiago de Compostela in Spagna, ma è costretto a ritornare indietro per l'aggravarsi del suo stato di salute. 
Rientrato in Italia, si dedica alla riscrittura della regola dell'ordine e nel dicembre del 1223 Francesco organizza in una grotta il primo presepio della storia. 
 L'anno successivo si dedicò in solitudine alla preghiera e nel 1224, sul monte della Vernia, dopo 40 giorni di digiuno e sofferenza affrontati con ardente devozione, fu il primo Santo a ricevere le stigmate, segno dell'amore di Cristo per gli uomini.
 Fu Frate Elia, suo successore a capo dell'Ordine, a rivelarlo, provocando nella chiesa grandi lacerazioni e scetticismi che dureranno anche nei secoli successivi, infatti, quando Francesco fu proclamato Santo nel 1228 da Papa Gregorio IX, la bolla di canonizzazione non ne citava la presenza. 
Francesco trascorse gli ultimi anni della sua vita ad Assisi, in solitudine e preghiera, prostrato dalla sofferenza fisica e da una cecità quasi totale, che non indebolì tuttavia quell'amore per Dio e per il suo Creato.  
San Francesco rese l'anima a Dio su un giaciglio adagiato sulla nuda terra il 4 ottobre 1226.
Oltre all'opera spirituale, San Francesco, grazie al Cantico delle creature, è riconosciuto come uno degli iniziatori della tradizione letteraria italiana.
I suoi resti mortali sono venerati nella Basilica a lui dedicata ad Assisi, precisamente nella cripta della chiesa inferiore e ogni anno attira folle inesauribili di devoti.


Basilica di San Francesco ad Assisi



CANTICO DELLE CREATURE

Altissimo, onnipotente, bon Signore
Tue so' le laude, la gloria et l'honore
et onne benedictione.
A te solo, Altissimo, se konfanno
Et nullo homo ene digno te mentovare.
Laudato si', mi' Signore, cum tucte le tue creature,
specialmente messer lo frate sole
lo quale è iorno et allumini noi per lui,
et ellu è bellu e radiante, cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale alle tue creature dai sostentamento.
Laudato si', mi' Signore, per sora acqua,
la quale è molto utile et humile
et pretiosa et casta.
Laudato si', mi' Signore, per frate focu
per lo quale enallumini la nocte
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi' Signore, per sora nostra madre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.
Laudato si', mi' Signore, per quelli ke perdonano
per lo tuo amore,
et sostengo' infirmitate et tribolatione.
Beati quelli ke le sosterranno in pace
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si', mi' Signore,
per sora nostra morte corporale
da la quale nullo homo vivente po' skappare.
Guai a quelli ke morranno ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà
ne le sue sanctissime volutati,
ka la morte secunda nol farrà male.
Laudate et benedicete mi' Signore,
et rengratiate et serviteli
cum grande humilitate.


(S. Francesco d'Assisi)

Luca Giordano - San Francesco d'Assisi

E per concludere un poetico insegnamento del Santo ...



OGNI UOMO SEMPLICE

Ogni uomo semplice,
porta in cuore un sogno,
con amore ed umiltà
potrà costruirlo
Se con fede tu saprai
vivere umilmente,
più felice tu sarai
anche senza niente
Se vorrai ogni giorno,
con il tuo sudore
una pietra dopo l'altra
alto arriverai
Nella vita semplice
troverai la strada
che la calma donerà
al tuo cuore puro
sono quelle che alla fine
sono le più grandi
Dài e dài ogni giorno
con il tuo sudore
una pietra dopo l' altra alto arriverai.



San  Francesco d'Assisi

Guido Reni - San Francesco d'Assisi in estasi -XVII sec.

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