1 agosto 2015

L'INFINITO - Giacomo Leopardi


Dopo averlo in precedenza citato, non possiamo che perderci completamente nel sublime infinito che Giacomo Leopardi sapeva esserci, oltre la siepe del monte Tabor.
 Non parliamo però del famoso luogo della Galilea dove, secondo i Vangeli, avvenne la Trasfigurazione di Gesù, bensì dellaltura poco lontana da Recanati (ora più nota come Colle dell’Infinito) dove il poeta amava rifugiarsi per dare spazio al suo sconfinato immaginario e tramutarlo immancabilmente in poesia…

L'INFINITO

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare

Giacomo Leopardi




Vista dal Monte Tabor, Colle dell'Infinito (Recanati)






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